Fabrizio Plessi – Gli anni Settanta
Dopo decenni di assenza da Milano, Fabrizio Plessi torna nella città che ha abitato nei suoi anni cruciali, con una grande mostra sugli anni Settanta presso la Fondazione Mudima.
Comunicato stampa
Dopo decenni di assenza da Milano, Fabrizio Plessi torna nella città che ha abitato
nei suoi anni cruciali, con una grande mostra sugli anni Settanta presso la Fondazione
Mudima.
Per molti artisti gli anni Settanta sono stati gli anni della sperimentazione, della libertà
espressiva, del coraggio di fare, al di là di ogni logica mercantile e di ogni calcolo strategico:
per Plessi in modo particolare è stato un periodo estremamente fecondo e di
grande progettualità, talvolta sfociata in videoinstallazioni rimaste famose e basilari per
la storia della video-arte non solo italiana, e molto più spesso rimasta sulla carta, come
puro progetto. Di queste idee trasformate prima in progetto e poi in opera sono presenti
alla Fondazione Mudima due lavori fondamentali: la “Gabbia d’acqua”, esposta alla
Biennale di Venezia del 1972 e “Crazy Pool – Video installazione in una piscina vuota”
del 1977, assieme ad altre ventiquattro Gabbie derivate dalla prima e sostanziale “Gabbia
d’acqua”. Ma l’importanza decisiva della mostra è nelle opere su carta intelata, tela
emulsionata su legno e su carta millimetrata, mai più esposte da quarant’anni. Un forte
nucleo di grandi lavori progettuali, a metà tra un’iconografia pop e il concettualismo
successivo, risalenti agli anni 1969/76, esposti allo Studio Nino Soldano, e ancora nella
sua collezione, testimonia della precocità di certi temi e di certi sviluppi futuri e centrali
di Plessi, come l’interesse tutto concettuale per l’acqua come elemento “imprendibile”,
mentre una serie di disegni su carta millimetrata – della collezione personale dell’artista,
mostrano il robusto consolidarsi del concetto di videoinstallazione, ripreso dall’artista
nel decennio successivo, e fonte di ispirazione diretta o mediata per una generazione
più giovane di video-artisti.
Accompagna la mostra un esauriente libro su quel momento, a cura di Marco Meneguzzo,
con un saggio critico, un’intervista inedita a Plessi, un’antologia critica di testi del periodo,
un sistema di apparati completo e una copiosa sezione di immagini.