Fabriano Inarte al 100×100
Con percorsi e provenienze individuali assai diverse trenta artisti fabrianesi, dopo decenni di solitudine in un mondo globalizzato, si presentano per la prima volta compatti alla città realizzando in questa loro comunione una grande opera.
Comunicato stampa
Con percorsi e provenienze individuali assai diverse trenta artisti fabrianesi, dopo decenni di solitudine in un mondo globalizzato, si presentano per la prima volta compatti alla città realizzando in questa loro comunione una grande opera.
Una società mostra il suo volto migliore attraverso la capacità critica che ha di leggere il presente. Peculiarità questa oggi dell’arte che in ogni sua manifestazione fonda la propria ragion d’essere sulla più assoluta libertà d’espressione.
Lontani dal condizionamento di scuole e correnti di pensiero, trenta artisti, la cui appartenenza ad un medesimo territorio non determina di per sé omologazione, si offrono per la prima volta insieme alla considerazione di una città tanto ricca di storia, quanto bisognosa di futuro.
Una grande opera questa dopo decenni di solitudine in un mondo globalizzato.
Sottrattasi ad ogni tentativo di massificazione la comunità artistica fabrianese, si conferma ultimo baluardo a difesa della diversità, riscopre la prossimità fisica e con essa il piacere dello scambio e del confronto in nome del potere illuminante dell’arte.
Artisti: Renzo Barbarossa, Massimo Bardelli, Tiziana Bargagnati, Andrea Bevilacqua, Mara Brera, Luigi Cioli, Luigi Ferretti, Roberta Fratini, Roberta Gagliardini, Monica Giorgi, Guelfo, Lughia, Adriano Maffei, Fabrizio Maffei, Alessia Marchigiani, Monia Marchionni, Anna Massinissa, Gabriele Mazzara, Massimo Melchiorri, Valentina Monacelli, Fabrizio Moscè, Rosella Passeri, Caterina Prato, Tiziana Prosperi, Paolo Rinaldi, Simone Salimbeni, Claudio Schiavoni, Franco Zingaretti
Trenta espressioni individuali del sentire testimoniano coralmente la vitalità di una terra le cui prospettive sono ancorate all’incontro e all’ascolto di intelligenze e percorsi per definizione solitari e senza eguali.
Giuseppe Salerno