Eugenio Fasana – Mitografia di un alpinista

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO CIVICO FLORIANO BODINI
Via Marsala 11, Gemonio, Italia
Date
Dal al

sabato e domenica 10.30 – 12.30 / 15.00 – 18.30

Vernissage
20/09/2014

ore 18

Contatti
Email: archiviofasana@gmail.com
Biglietti

Ingresso a pagamento: € 5 intero / € 3 ridotto

Artisti
Eugenio Fasana
Generi
documentaria, fotografia, personale
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Scopo dell’esposizione è quello di indagare lo spessore culturale di Eugenio Fasana (Gemonio 1886 – Milano 1972), già Accademico C.A.I. e Presidente della S.E.M. dal 1919 al 1925.

Comunicato stampa

Dal 21 settembre al 23 dicembre 2014 presso il Museo Civico Floriano Bodini di Gemonio (VA) si terrà la mostra “Eugenio Fasana. Mitografia di un alpinista”. Scopo dell’esposizione è quello di indagare lo spessore culturale di Eugenio Fasana (Gemonio 1886 - Milano 1972), già Accademico C.A.I. e Presidente della S.E.M. dal 1919 al 1925. Le sue imprese sportive sono memorabili: è stato un vero e proprio pioniere dell’alpinismo moderno, tra i più completi alpinisti italiani del primo Novecento con oltre 120 nuove ascensioni dalle Alpi Occidentali a quelle Bavaresi tra il 1906 e il 1935. È stato inoltre guida alpina della Regina Maria José del Belgio, del Re Alberto I del Belgio, di Papa Pio XI e tra i primissimi in Italia a praticare lo sci in alta quota. Tra i suoi allievi va ricordato Vitale Bramani, alpinista e inventore di chiara fama per aver creato la suola “a carrarmato” utilizzando per la prima volta il procedimento della vulcanizzazione: suola Vibram. A lui il museo dedicherà una sezione specifica a testimonianza dell’importante passaggio generazionale avvenuto tra maestro e allievo. Di Eugenio Fasana sono da ricordare i suoi scritti (articoli, saggi, libri, aforismi e poesie) e la sua opera artistica (olî, carboncini, chine e fotografie ritoccate con raffinati interventi pittorici).
In mostra vi saranno tutte le edizioni pubblicate a firma del celebre scrittore alpinista, da Uomini di sacco e di corda (SEM, Milano 1926) a Quando il Gigante si sveglia (Montes, Torino 1944), da Cinquant’anni di vita della Società Escursionisti Milanesi (SEM, Milano 1941) al celebre Il Monte Rosa. Vicende Uomini e Imprese (Rupicapra Editore, Milano 1931) poi scopertinato e ripresentato come L’epopea del Monte Rosa nella collezione “Montagna” di G. Zoppi per le edizioni L’Eroica, Milano 1934, che lo portò alla notorietà del grande pubblico nazionale e internazionale. Non mancheranno gli articoli apparsi sui periodici, quali ad esempio le riviste del «CAI» o il quotidiano «La Stampa» di Torino dove il Fasana per vari anni tenne una rubrica alpinistica. Vi saranno anche delle pubblicazioni incentrate sul Fasana come nel caso di Grigna assassina di Marco Ferrazza (Ed. Vivalda, Torino 2006), oltreché i capitoli di importanti volumi a lui dedicati, come ad esempio “Un’avventurosa salita al Dru” nel celebre Scalatori a cura di A. Borgognoni e G. Titta Rosa (Ulrico Hoepli Editore, Milano 1939), “Il Francescano delle alpi” in Alpinismo Romantico di Sandro Prada (Tamari Editori, 1972) e “Fasana il visionario” in Dal monte Leone al Basodino di Marco Fortis (Grossi-Domodossola, 1994), come articoli dedicatigli su riviste specializzate nazionali e internazionali, «La vie alpine», «Lo Scarpone», «Revue Alpine», «Spiritualità», «Verbanus» solo per citarne alcune. Oltre alle pubblicazioni verranno esposte lettere autografe (come ad esempio l’interessante scambio epistolare con l’abate Henry e quello con Guido Rey), stampe fotografiche, cartine topografiche intelate, medaglie al valore, dattiloscritti e parte dell’attrezzatura sportiva appartenuta al Fasana, documenti provenienti dagli archivi del comune di Gemonio e dalla parrocchia (ad esempio il registro di nascita e di battesimo, il registro di famiglia), documenti sulla cartiera Fasana e un busto in marmo di Fasana.
Un cospicuo nucleo di opere è incentrato sugli schizzi (carboncini, chine) e sui dipinti (olî) a mano del Fasana e sulla sua collezione di stampe fotografiche e di quadri. Tra i dipinti in collezione si ricordano le firme di Luigi Binaghi, Gianfranco Campestrini, Achille Jemoli, Walter Ranghieri e Vincenzo Schiavio. Da ricordare sono anche le fotografie ritoccate con interventi pittorici, un vero e proprio unicum artistico, quali quelle di Bestetti, Cescotti, Flecchia, Gugliermina e Wehrli. Una sezione inedita che getta un’interessante luce sulla sensibilità artistica, lo spessore culturale di una figura conosciuta per le sue imprese alpinistiche.
A coronamento della mostra vi sarà inoltre un nutrito numero di opere pittoriche che hanno per soggetto le vedute di montagna. Gli artisti selezionati sono quelli legati, per vicende biografiche e creative, al territorio varesino e più in generale a quello lombardo, come nel caso di Oreste Albertini, Mario Aubel, Natalia Aubel Bolis, Ugo Bernasconi, Enrico Edoardo Intraina, Achille Jemoli, Luigi Russolo e Innocente Salvini.
La mostra, a cura di Daniele Astrologo Abadal, Gianni Pozzi e Luca Zuccala (Archivio Fasana), avverrà in collaborazione con i Club Alpini Italiani coinvolti e si avvale dei contributi scientifici di Carlo Caccia, Anna Gasparotto e di Marco Ferrazza.

LA SEDE ESPOSITIVA
L’allestimento della mostra avviene presso il Museo Civico “Floriano Bodini”, sito nel centro storico di Gemonio in via Marsala 11, in una tipica cascina settecentesca appositamente restaurata nel duplice scopo di conservazione della tipologia originaria e di allestimenti espositivi. Questa realtà museale è nata grazie alla volontà della Amministrazione Comunale in collaborazione con Provincia di Varese e Comunità Montana della Valcuvia, con il finanziamento Regione Lombardia e il contributo Fondazione Cariplo.
Il Museo ospita una vasta collezione di scultura, pittura e grafica a documentazione e testimonianza di molti protagonisti dell'arte contemporanea italiana ed europea.
Di particolare pregio la collezione di piccole sculture di maestri storici di prevalente area lombarda fine '800 e inizio '900, tra i quali spiccano i nomi di Leonardo Bistolfi, Giuseppe Grandi e Francesco Messina. Gessi, bronzi e medaglie di Bodini, unitamente a una vasta biblioteca di testi d'arte, completano il patrimonio culturale.