Ester Gossi – Token
Ester Gossi, artista vincitrice nel 2010 del Premio Italian Factory per la giovane arte italiana e finalista nel 2011 del Premio Cairo, presenta un nuovo ciclo di opere, circa una ventina tra acrilici e installazioni, che segnano un punto fermo e una tappa significativa del suo lavoro di artista.
Comunicato stampa
TOKEN
"Ogni simbolo è un microcosmo, un mondo totale"
Jean Chevalier
In questa mostra dal titolo emblematico TOKEN che aprirà il 27 novembre presso la galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter, a Milano, Ester Gossi, artista vincitrice nel 2010 del Premio Italian Factory per la giovane arte italiana e finalista nel 2011 del Premio Cairo, presenta un nuovo ciclo di opere, circa una ventina tra acrilici e installazioni, che segnano un punto fermo e una tappa significativa del suo lavoro di artista.
In questo ciclo di opere recenti, all’immaginario cinematografico anni Cinquanta e alla rievocazione della sua terra d’origine e dei luoghi d’infanzia, si sostituisce nella poetica dell'artista una nuova ricerca e un interesse in certo modo più astratto e rigoroso per le icone e i simboli diffusi nei media contemporanei e nella cultura di massa.
Alla ricerca di una simbologia nascosta nell'immaginario popolare e in tutto ciò che ci circonda, dalle forme continuamente ricorrenti nella pubblicità, nei media, nei magazine all'attenzione quasi ossessiva per la ciclicità dei numeri, Ester Grossi riduce la realtà circostante a pure ed essenziali immagini simboliche, ripercorrendo un tracciato che dalle origini dell'antichità classica e occidentale arriva fino ai media, all'invasione delle immagini e dei messaggi nell'età contemporanea, creando così una sua personalissima e assolutamente originale iconografia.
Scegliendo dunque alcune immagini rappresentative ma non per questo scontate dell'immaginario collettivo, Ester Grossi, da sempre attenta indagatrice di tutte le forme d'arte della modernità, ha individuato alcuni capolavori riconosciuti dell'architettura razionalista come, per fare solo pochi esempi, la celebre Ville Savoye di Le Corbusier a Poissy o la Villa di Malaparte di Adalberto Libera a Capri, e ne ha scomposto le singole parti strutturali in moduli e forme astratte, riducendole a pure geometrie, frammenti, che poi, come in un moderno mandala, ricompone sulla tela in nuove e inaspettate composizioni.
Da qui dunque il titolo della mostra, TOKEN, un termine che significa "segno", "simbolo", a indicare il lavoro di ricerca dell'artista sulla frammentazione in elementi essenziali delle icone di massa, ma anche "pegno", "gettone", per sottolineare comunque l'aspetto in qualche modo ludico di questa metodologia dissacrante delle icone della contemporaneità, realizzata con una tavolozza dai colori piatti e brillanti e da un segno grafico nitido ed essenziale, forzata fino a raggiungere tonalità fluo e smalti che sembrano fuoriuscire dalla tela, con un cromatismo carico e intenso.