Ercole Pignatelli – Imprinting
Mostra personale.
Comunicato stampa
«Per me non c’è passato o futuro, in arte. Se un’opera d’arte non può vivere sempre nel presente, non deve essere presa in considerazione»: sono le ferme e decise parole con le quali Picasso replicava alla possibilità di cogliere nella sua opera una precisa successione di fasi, più o meno interconnesse fra di loro. La convinzione di concepire l’arte come un’attività solidamente ancorata nel presente e in esso pienamente inserita diviene nel grande maestro spagnolo la consapevolezza della funzione quasi redentrice dell’arte stessa nei confronti della realtà, attraverso la sua inesauribile capacità simbolica di infondervi un significato, una direzione, un senso. Come in un filo sottile che lega indistricabilmente i due artisti, è questa l’eterna contemporaneità in cui si colloca l’opera di Ercole Pignatelli, che proprio a Picasso, fra l’altro, deve la sua prima e più determinante ispirazione e che riesce pienamente nel tentativo di imprimersi nei tempi anticipandone i caratteri e le aspirazioni. L’”imprinting” è però in tal senso bidirezionale nel rapporto fra arte e vita, in quanto le due dimensioni, interagendo in profondità, vengono a definirsi a vicenda, permettendo in primo luogo lo scorrere ininterrotto di quella materia magmatica e dionisiaca che in Pignatelli, come nei grandi maestri, erompe incessante e potente nelle forme e nei colori della sua pittura, attraverso quello sguardo sempre indagatore e curioso che tende ad appropriarsi di tutto quello che l’artista vive e assorbe. Nella lunga vicenda qui presentata, che va dagli anni ’50 a oggi, storia e mito sembrano intrecciarsi indistricabilmente: all’orizzonte vediamo apparire come una cornice di senso fatta di simboli e di immagini che riportano la realtà all’interno di una narrazione fantastica nella quale domina un’ispirazione quasi misteriosa. È quella forza non volitiva che domina il processo creativo e che permette, quasi magicamente, di far dialogare la libertà espressiva e la regola, l’impulso incondizionato e la fedeltà a una sopraffina tecnica pittorica. Tutto in Pignatelli assume una cifra essenzialmente barocca e musicale, nel suo stile densamente fisico e materico trova compimento quel passaggio dalla storia al mito e dal mito alla storia che si presenta come una vera e propria duplice trasformazione, fondata su quella «continua ricerca ed esperienza e invenzione d’una armonia difficile e contrappuntistica» che permette alla sua pittura di “purificare” e di redimere la realtà. In questo Pignatelli risulta essere uomo e artista completo ed è proprio questo stretto connubio che, come afferma anche un altro suo caro amico, Lucio Fontana, risulta costantemente operante nella sua pittura, rendendola «sempre unitaria anche nelle varianti del discorso», simile per l’appunto a quell’ideale di bellezza, sensuale, massimamente vitale e tipicamente barocco che, nel sistema del sapere, prendeva e prende forma proprio come unità nella varietà.
Giancarlo Lacchin
(Università degli Studi di Milano)
Ercole Pignatelli – Note biografiche
Ercole Pignatelli nasce a Lecce il 28 aprile 1935. Dal 1953 vive e lavora a Milano. Dai 15 ai 18 anni frequenta l’istituto d’arte G. Pellegrino di Lenze ed è allievo dello scultore Aldo Calò e del pittore Luigi Gabrieli. In seguito prende lezioni di pittura da Lino Suppressa, che nel 1953 presenterà i suoi lavori al Circolo Cittadino di Lecce. Nello stesso anno arriva a Milano e visita l’esposizione antologica di Picasso a Palazzo Reale, rimanendone folgorato. Si stabilisce nel capoluogo lombardo e frequenta il Bar Jamaica, dove stringe amicizia con Ugo Mulas, Piero Manzoni, Salvatore Quasimodo, Giorgio Kaisserlian, Lucio Fontana, Milena Milani, Carlo Cardazzo, suo gallerista. Conosce il poeta e scrittore Raffaele Carrieri. Nel 1954 vince il Premio San Fedele per i giovani, consegnatogli da Carlo Carrà. Da questo momento il suo percorso artistico sarà costellato da importanti riconoscimenti e soddisfazioni in ambito nazionale ed internazionale, tra cui la partecipazione alle Biennali di Venezia del 1978 e del 2011. Nel 2011, invitato dal Presidente Formigoni, dipinge due Murales “Germinazioni” presso la sede della Regione di Palazzo Lombardia. Nel 2017, la Società Azimut, in Corso Venezia a Milano, gli organizza una Antologica dal titolo “Mecenatismo Finanziario”. Nel 2020 è stata pubblicata la sua autobiografia “Ercole Pignatelli. Metamorphosis”, a cura di Fortunato D’Amico. Il Catalogo dell’Arte Modera n. 57 (Editoriale Giorgio Mondadori, 2022), attualmente in lavorazione, gli dedica la copertina. A luglio 2021, a Palazzo Reale, Sala Conferenze, avviene la presentazione di “Autobiografia” e “Con la mano sinistra”, a cura di Domenico Piraina e Giancarlo Lacchin. A Ottobre 2021, è invitato alla tredicesima edizione di “Florence Biennale”, “Eternal Feminine” con Giuliano Sangiorgi e Laura Zeni, a cura di Fortunato D’Amico. Dal 4 al 16 Maggio 2024 realizza la performance Memento Amare Semper, una tela di 3,5 per 8 metri ispirata alla Guernica di Picasso a Palazzo Reale nella Sala delle Cariatidi. Dal 6 Febbraio al 6 Marzo 2025 espone nello studio Zecchillo ex Studio Piero Manzoni, una mostra dedicata all’amico Manzoni, in occasione dei 62 anni dalla scomparsa. Esponendo una selezione di opere realizzate nei 10 anni condivisi. Dal 25 giugno al 25 settembre espone alla galleria MAEC, Palazzo Durini, la mostra Materia/Metamorfosi Dialogo curata da Fortunato D’Amico.