Ennio Tamburi – Licht im Dunkeln [Luce nell’oscurità]

Informazioni Evento

Luogo
ETWORKS STUDIO
Via dei Marsi 41, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Giovedi e Venerdi, 16.00-19.00. Gli altri giorni su appuntamento

Vernissage
03/10/2025

ore 18

Artisti
Ennio Tamburi
Generi
arte contemporanea, personale

ETworks Studio compie il suo terzo anno di attività e, per la prima volta dall’apertura al pubblico nel settembre 2022, propone una mostra personale dell’artista Ennio Tamburi dedicata al ciclo dei lavori Licht im Dunkeln realizzati nel 2014.

Comunicato stampa

Venerdì 3 ottobre 2025 alle ore 18:00 inaugura la mostra Licht im Dunkeln [Luce nell’oscurità] con le opere di Ennio Tamburi a cura di Roberto Lacarbonara, nello spazio espositivo ETworks Studio, via dei Marsi 41, Roma (quartiere San Lorenzo).

ETworks Studio compie il suo terzo anno di attività e, per la prima volta dall’apertura al pubblico nel settembre 2022, propone una mostra personale dell’artista Ennio Tamburi dedicata al ciclo dei lavori Licht im Dunkeln realizzati nel 2014.

Il ricorso al nero, nell’opera dell’artista marchigiano, si intensifica negli ultimi anni della sua vita, non tanto per via di una concezione malinconica della realtà, quanto per una estrema esigenza di sintesi segnica e formale che sembra eludere il colore per concentrarsi su moduli, partiture e contrasti interni al quadro. La relazione complementare tra le griglie della composizione geometrica e la fluidità della materia pittorica e degli esili supporti in carta di riso – elementi di una grammatica costante nel lavoro dell’artista – alimenta una tensione doppia, ambigua, nell’equilibrio tra rigore formale ed evanescenza spaziale, come nel tentativo di erigere solide architetture tra le atmosfere liquide e incerte tutt’intorno.

A questa propensione, Tamburi aggiunge una scansione ritmica, binaria, data dall’alternanza di pieni e vuoti, positivi e negativi, affidando al solo colore nero sia la certezza del geometrico che la vaporosa essenzialità della campitura.

Una “luce nell’oscurità” sprigiona dagli interstizi di torri verticali, come chiarori artificiali, quasi industriali o metropolitani, non dunque secondo una romantica accezione emotiva – un barlume di orizzonte, una vena crepuscolare – bensì come componente organica e strutturale della pittura. Una luce consustanziale all’oscurità, ad essa interna e aderente, in grado di alimentare una certa di idea di movimento: crescere, salire, dilatare, spaziare.

Tutto ciò non cede, tuttavia, ad alcuna celebrazione razionalista, non giunge all’intransigenza di un algido regime matematico – come in qualche esperienza optical e cinetica – ma si misura con la fragilità di macchie indefinite, sfumature incerte e una vaghezza dei luoghi circostanti, laddove si consuma questo colloquio tra la luce e il buio, tra una presenza e una mancanza.