Ennio Finzi – La musica del colore

Informazioni Evento

Luogo
VIVERE L'ARTE...ARTE DI VIVERE
via Dante Alighieri 136, Thiene, Italia
Date
Dal al

nei giorni di giovedì, venerdì e sabato dalle 16 alle 19 o su appuntamento

Vernissage
10/05/2014

ore 17

Artisti
Ennio Finzi
Generi
arte contemporanea, personale
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La mostra riunisce una quindicina di opere dagli anni cinquanta ad oggi, quale testimonianza di una ricerca in continuo divenire e mai appagata, disposta all’azzardo e capace di improvvisi cambiamenti di rotta.

Comunicato stampa

Si intitola “La musica del colore” la mostra di Ennio Finzi che si inaugura sabato 10 maggio alle ore 17 a Thiene negli spazi dell'associazione culturale “Vivere l'arte...l'arte di vivere” con la presentazione di Manlio Onorato: è l'artista stesso a sottolineare in varie occasioni la centralità del rapporto della sua pittura con la musica, parlando di un colore da “ascoltare” prima ancora che “vedere”, per coglierne la risonanza interiore, con evidente riferimento alle teorie di Kandinsky, ma anche al superamento delle stesse in senso atonale. Fondamentale infatti per Finzi la conoscenza della musica dodecafonica e l'acquisizione del concetto di “dissonanza”, che Schõnberg stesso ebbe a definire una sorta di “nuova consonanza”; un ampliamento quindi della sensibilità e un'apertura a nuovi universi sonori e -per quanto attiene alla pittura- visivi. La mostra riunisce una quindicina di opere dagli anni cinquanta ad oggi, quale testimonianza di una ricerca in continuo divenire e mai appagata, disposta all'azzardo e capace di improvvisi cambiamenti di rotta che a lungo hanno ostacolato un congruo apprezzamento della statura dell'artista, oggi finalmente riconosciuto quale figura di primo piano nell'arte italiana del secondo novecento e attuale.
La mostra resterà aperta fino al 31 maggio nei giorni di giovedì, venerdì e sabato dalle 16 alle 19 o su appuntamento (cell. 347.8501736).

Ennio Finzi nasce a Venezia nel 1931 e, giovanissimo, si interessa di pittura e di musica. Dopo una temporanea frequenza dei corsi dell'Istituto d'Arte di Venezia viene attratto dall'affascinante scoperta dello sconvolgimento strutturale del cubismo, il che gli permette di trascendere il dato reale della rappresentazione. Con la Biennale del 1948 si riapre a Venezia l'Archivio Storico delle Arti Contemporanee e questo fatto gli offre la possibilità di dedicarsi allo studio dei maestri delle avanguardie storiche. L'incontro con Atanasio Soldati, genera uno stimolo che influenzerà le opere successive caratterizzate da accesi cromatismi e rigorosi equilibri formali. Nascono così le prime "invenzioni" in cui il ritmo, il colore, la luce, il timbro, assumono il ruolo di elementi portanti e diverranno una costante basilare di tutta la sua ricerca. Notevole influenza in quegli anni viene esercitata su Finzi da Virgilio Guidi per la forza ideologica del pensiero creativo e da Emilio Vedova per l'impeto del gesto che aggredisce la superficie. La scoperta della musica dodecafonica lo porta ad appropriarsi del principio della "dissonanza", Improvvisamente, in tal modo, la prassi di un colore sciolto da ogni relazione di tono e carico dell'esclusiva funzione di timbro, apre nuovi e vasti orizzonti, tanto che da quel momento e fino al termine degli anni '50 il suo lavoro risulterà un’ossessi va ricerca sulla semantica del gesto, della luce, del timbro. Il rapporto suono-colore, un colore che Finzi, più che "vedere", ama "ascoltare" nelle sue risonanze più intime, gli permette di esprimersi secondo altre regole del tutto aleatorie in svincolata autonomia. Sul finire degli anni '50, segnati dalle sconvolgenti intuizioni di Lucio Fontana, che Finzi conosce a Milano in occasione di una sua mostra alla galleria Apollinaire, la turbolenza gestuale e l'urgenza espressiva si placano e subentra una dimensione più riflessiva nella direzione di un superamento della pittura stessa, con l'avvicinamento alle teorie gestaltiche sulla fenomenologia della percezione. I principi della optical art informano le sue ricerche sulla suggestione ottica fino al 1978. Nel 1980 la pittura riconquista lo spazio dominante con un successivo alternarsi di colore e non colore, di luce ed oscurità che si contendono la superficie dell'opera. Il nero viene posto come la luce del buio, del vuoto, del silenzio e lo conduce a sondare le risonanze più segrete dell'inesistente sull'invisibilità della pittura stessa. Nella continua dialettica che contraddistingue il principio della ricerca, Finzi procede per stadi successivi di evoluzione caratterizzati da espansioni di sontuosità cromatiche e da improvvisi azzeramenti di ogni luminosità in cui concentra allo stato potenziale ogni emissione energetica.
(note biografiche tratte dal sito ufficiale www.enniofinzi.it)