Eleonora Roaro | Alice Bertolasi

Informazioni Evento

Luogo
MUDAC MUSEO DELLE ARTI DI CARRARA
Via Canal del Rio, 3A, 54033 , Carrara, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì alla domenica 9:00-12:00 e 14:00-17:00. Chiuso il lunedì.

Vernissage
11/10/2025

ore 18

Biglietti

Ingresso al mudaC (comprensivo della visita alle mostre): intero 5 euro, ridotto 3 euro, disponibili gratuità.

Artisti
Eleonora Roaro, Alice Bertolasi
Curatori
Cinzia Compalati, Vanina Saracino, Deborah Salvetti
Generi
arte contemporanea, personale

Due mostre. “La nube”, personale di Eleonora Roaro e la personale Alice Bertolasi. EPOISIA nella project room del mudaC di Carrara.

Comunicato stampa

Il mudaC | museo delle arti Carrara presenta LA NUBE, la mostra personale di Eleonora Roaro, promossa dal Comune di Carrara e a cura di Cinzia Compalati e Vanina Saracino, che inaugura sabato 11 ottobre 2025 alle 18 e rimane aperta al pubblico fino al 25 gennaio 2026.

Il progetto artistico e curatoriale affronta uno dei capitoli più drammatici della storia industriale del territorio apuano: l'esplosione della Farmoplant (Ex Montedison-Diag) avvenuta nel 1988 nella Zona Industriale Apuana (Z.I.A.) tra Massa e Carrara, ultimo episodio di una serie di incidenti che portarono allo smantellamento definitivo del polo chimico. Nello specifico, alla Farmoplant negli anni ʻ70 e ‘80 si produceva il pesticida “Rogor”, già ai tempi considerato obsoleto e venduto prevalentemente nel sud globale; l’esplosione di un suo impianto di lavorazione acuì i danni ambientali già esistenti in un’area che, tuttora, non è stata totalmente bonificata.

Attraverso un'installazione audio-video site specific, Eleonora Roaro ripercorre alcuni elementi chiave della storia della Z.I.A. dall'epoca fascista a oggi, utilizzando immagini d'archivio e animazioni originali (realizzate da Corinne Ingegnieri e ispirate alle grafiche punk D.I.Y.) per attivare una riflessione critica sull'impatto ambientale e sociale del boom economico e sulle narrazioni post-verità costruite da media e industrie per interessi politici ed economici. L'opera, che è concepita come un concept album dalle influenze industrial della durata di 27 minuti realizzato assieme al musicista Emiliano Bagnato, accompagna il pubblico nello spazio espositivo del museo attraverso un sistema di filodiffusione, mentre il video è proiettato su una lastra di marmo. La dimensione audio dell'installazione combina sonorità elettroniche degli anni ʻ80 e ʻ90 con interviste, registrazioni ambientali e composizioni strumentali originali, alcune delle quali specificamente legate alla tematica chimica e industriale, rievocando le atmosfere dell'epoca.

Al centro della narrazione visiva c’è la figura della ZIA, personificazione della Zona Industriale Apuana (di cui l’acronimo), e della sua presenza nella frazione di Alteta, inglobata nell’area industriale. Furono le donne del luogo, per prime, ad accorgersi dei danni ambientali, osservando la morte di orti e animali domestici. La casa della ZIA diventa così un artificio narrativo per raccontare il passare del tempo e le trasformazioni del territorio dal fascismo a oggi.

Inoltre, per il progetto espositivo, l’artista ha selezionato un ampio materiale sulla vicenda della Farmoplant, come i poster sul referendum consultivo del 1987 in cui si chiedeva alla popolazione la chiusura della fabbrica (il 71,69% votò a favore), documenti sui movimenti ambientalisti, le istanze di protesta dei movimenti locali, come l'Assemblea Permanente dei Cittadini di Massa e Carrara e Medicina Democratica, attivi tra gli anni ʻ70 e ʻ90 nella denuncia dell'impatto della Z.I.A. su ambiente, salute pubblica e sicurezza sul lavoro. Tra le immagini, anche quelle del gruppo punk I Figli della Farmoplant, che denunciava attraverso la musica l’inquinamento ambientale, evocando un ritorno alla terra. Roaro ha coinvolto anche professionisti del territorio che, negli ultimi trent’anni, avevano già sviluppato progetti sul tema, includendo nel percorso espositivo serie fotografiche, documentari e materiali d’archivio. Questi materiali scelti dall’artista aprono a diversi punti di vista sulla vicenda, costruendo una narrazione corale che arricchisce il percorso espositivo con le voci di artisti, attivisti e studiosi legati alla storia recente del territorio.

La mostra è accompagnata da un programma di talk e workshop che approfondiscono i temi affrontati nel progetto sotto una prospettiva ambientale, storica e politica, offrendo al pubblico ulteriori chiavi di lettura per comprendere le complesse dinamiche tra sviluppo industriale, impatto ambientale e resistenze popolari.

Biografia Eleonora Roaro

Eleonora Roaro (Varese, 1989) è un’artista visiva e ricercatrice con sede a Milano. Ha studiato Fotografia (BA – IED, Milano), Arti Visive e Studi Curatoriali (MA – NABA, Milano) e Contemporary Art Practice (MA – Plymouth University, Plymouth). È docente presso la NABA e lo IED (Milano). Dal 2025 sta svolgendo il dottorato di ricerca presso l’Università di Plymouth con il gruppo di ricerca Transtechnology Research. Il suo lavoro è stato esposto dal 2011 in numerosi musei e gallerie, tra cui La Triennale (Milano), Fabbrica del Vapore (Milano), Casa degli Artisti (Milano), Museo diffuso (Torino), CAMERA (Torino), MACRO (Roma), CAMeC (La Spezia), Casa Cavazzini (Udine), E-Werk (Friburgo), Maison de la Culture (Clermont-Ferrand), La Friche (Marsiglia), Istituto Italiano di Cultura (Madrid e Praga). Nel 2019 come assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Udine ha lavorato al progetto “VR e AR nella valorizzazione del patrimonio culturale e artistico”. Dal 2020 al 2022 ha fatto parte del progetto “Sensing Dolce Vita: An Experiment in VR Storytelling”, vincitore del MISTI Global Seed Fund (Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA; SISSA, Trieste, Friuli-Venezia Giulia).

La project room del mudaC|museo delle arti Carrara ospita l’installazione di Alice Bertolasi dal titolo Epoisia, a cura di Deborah Salvetti.

L’inaugurazione è prevista per sabato 11 ottobre alle 18 e la mostra resterà aperta fino a domenica 11 gennaio 2026. Epoisia si propone quale spazio sensibile, stanza sinestetica, angolo di ascolto e raccoglimento.

Attraversata la soglia della project room, si è invitati a camminare senza scarpe su un tappeto costituito da centinaia di panni cattura polvere cuciti a mano, in dialogo cromatico con il contesto carrarese, alternati da elementi organici ed inorganici installati nello spazio. Si è accompagnati, lungo tutta l’esplorazione, da una traccia audio-visiva in cui emerge il rintocco di una e più campane, metafora di risvegli personali e collettivi, un chiamarsi a raduno.

L’invito che viene offerto è quello di ascoltare il tempo delle relazioni, ricucirlo e spolverarlo come pratica di resistenza, osare toccare e rintoccare il silenzio, lasciare che qualcosa accada.

Se vogliamo dirlo meglio, in modo più esplicito, Epoisia, è un congiuntivo presente esortativo alla vita, epoiSia. Il progetto è stato selezionato e premiato dal bando Toscanaincontemporanea 2025 di Regione Toscana che prevede il sostegno economico ad attività che promuovano la produzione, la conoscenza e la diffusione della creatività contemporanea nel campo delle arti visive contemporanee.