Edi Hila – Territori di esperienze vissute

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE
Via Alessandro Stradella 7, Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
28/09/2023

ore 18

Loading…

Edi Hila presenta la sua seconda personale in galleria, occupando anche questa volta tutti e tre gli spazi di via Stradella.

Comunicato stampa

Edi Hila

 

Territori di esperienze vissute

 

Fare pittura significa anche progettare architetture, oppure scrivere racconti sulla storia sociale contemporanea. È un modo specifico di stare al mondo, con cui poter trasformare il gesto artistico nello strumento della riflessione e insieme nell’occasione con cui condividerla. Così è per Edi Hila, che ha fatto della pittura la sua principale forma di pratica artistica, con cui restituire immagini sulla realtà.

Edi Hila presenta la sua seconda personale in galleria, occupando anche questa volta tutti e tre gli spazi di via Stradella. È sempre presente in lui un’attenzione scrupolosa al dato oggettuale della realtà in cui siamo: da che cosa siamo circondati? In quali strutture siamo contenuti? E poi, soprattutto, con chi stiamo condividendo le nostre vite?

Il punto di partenza per la realizzazione della nuova serie di dipinti è stata l’osservazione quotidiana dei luoghi pubblici in cui si è ritrovato a trascorrere del tempo negli ultimi anni. E con essi gli individui che li abitano, entrambi percepiti come il tornasole dell’attuale periodo storico, così emblematico e difficile, per la guerra, la crisi climatica, le difficoltà economiche.

Decide allora di fare con la pittura un viaggio, costruendo una mappa in cui individuare i vari centri della civiltà umana. Non c’è presunzione di possedere la verità, ma l’intenzione di decifrare stati d’animo, urgenze e introspezioni, per aiutarci a vedere noi stessi e a comprendere gli altri.

Per questa ragione i soggetti dei dipinti esposti sono luoghi pubblici come strade, giostre, automobili, metropolitane. Sono emblemi della condivisione, della partecipazione e dell’universalità; luoghi anonimi alcuni e rispondenti ad un archivio biografico personale altri, ma comunque privi di elitarismi, lontani da scenografie ideali per poter rappresentare il tema comune dell’emotività dell’uomo nella nostra contemporaneità.

I titoli dei dipinti – tutti realizzati nel 2023 – lo dicono in modo molto chiaro: In mezzo alla strada, Nel cortile abbandonato, Riparo provvisorio, Circo rotto, Commercio
sul boulevard. Sono luoghi che nel loro anonimato sanno ospitare chiunque, senza distinzioni o negazioni. Eppure qui appaiono svuotati e silenti. La figura umana c’è solo in tre opere, due delle quali si intitolano Limbo e una Ritratto durante la pandemia. Tutti e tre sono ambientati nelle metropolitane, sotto terra, in un luogo distaccato dal cielo, che per antonomasia è legato ai concetti di transitorietà e attesa, mai di stasi e permanenza.

Come detto anche da Zef Paci – curatore della mostra personale di Edi Hila al COD di Tirana (14 luglio – 10 agosto 2023) – “Il suo sforzo non è orientato a offrire ciò che è visibile, ma a rendere visibile qualcosa. E questo porta ad una dimensione interiore che cerca di esprimere ciò che riguarda l’aria, l’atmosfera che annusiamo, le sue trasparenze e i suoi riflessi”.

 

BIOGRAFIA

Edi Hila è nato a Shkodra, Albania, nel 1944. Vive e lavora a Tirana, Albania.

Tra le figure centrali della scena artistica dei Balcani, Edi Hila è un testimone della storia sociale e politica dell’Albania. Un testimone che, tramite le esperienze di vita, la sua sensibilità e la pittura, ha raggiunto vette di grande intensità espressiva.

Nonostante l’isolamento intellettuale creato dal regime di Enver Hoxha, studiò alla Accademia d’Arte Nazionale di Tirana, e riuscì ad approfondire la storia dell’arte del XX secolo. Dopo i suoi esordi artistici, negli anni Settanta e Ottanta fu obbligato dal regime a lavorare in un campo di rieducazione nell’industria del pollame. Solo dopo la caduta del comunismo in Albania, negli anni Novanta, tornò a dipingere andando a definire lo stile e i contenuti che contraddistinguono la sua ricerca ancora oggi. Nella sua pittura il tempo – storico e personale, fotografico e pittorico – incontra lo spazio – espositivo e quotidiano, geografico e politico.

Il processo creativo di Hila si compone di molteplici sessioni durante le quali l’artista riconsidera dettagli, zone della composizione, velature, passaggi. Ogni sua opera diventa come una “pittura palinsesto” comprendente, in una sintesi formale e cromatica, momenti differenti di vita legati ad un preciso sentire che lo ha condotto ad una specifica opera.

A partire dal 1988 ha ricoperto ruoli d’insegnamento in diverse discipline all’Accademia di Belle Arti di Tirana. Hila è stato insignito del premio Onufri nel 1993 e nel 1998; nel 2019 ha vinto una borsa di studio del programma DAAD Artists-in-Berlin.

Tra le mostre personali recenti ricordiamo: Territore te pervojave te jetuara, Center for Openness and Dialogue, Tirana (2023); The Sound of the Tuba, Secession, Vienna (2020); Edi Hila: Painter of Transformation, Museum of Modern Art in Varsavia, poi National Gallery of Arts, Tirana (2018); e Mirages of a Boulevard, Center of Oppeness

and Dialogue, Tirana (2016).

L’artista ha preso parte a numerose mostre internazionali, tra le quali: Life, without buildings, gta Exhibitions, ETH Zurich, Zurich (2022); Learning from Athens, documenta 14, Kassel, Germania, e Atene, Grecia (2017); Potential Monuments of Unrealised Futures (con Adrian Paci), Architectural Association, Londra, poi Padiglione Albania per la XIV Mostra Internazionale di Architettura, La Biennale di Venezia, Venezia, Italia (2014); The Desire for Freedom, Art in Europe from 1945 to the present day, Historical Museum, Berlino, poi Palazzo Reale, Milano, Italia e Kumu Art Museum, Tallinn (2013); Touched, Liverpool Biennial, Liverpool, UK (2010); Blood and Honey

– The Future’s Balkan, Essl Museum, Vienna (2003); After the Wall. Art and Culture
in Post-Communist Europe
, Moderna Museet, Stoccolma (1999), poi Hamburger Bahnhof, Berlino, Museum für Gegenwart, Berlino, e Ludwig Museum, Budapest (2000); Padiglione Albania per la 48° Esposizione Internazionale d’Arte, La Biennale di Venezia, Venezia, Italia (1999).

Il suo lavoro figura in diverse collezioni: Museum of Modern Art di Varsavia; Musée national d’art moderne Centre Georges Pompidou, Parigi; Fonds municipal d’art contemporain de la Ville de Paris; FRAC Pays de la Loire, Francia; FRAC Auvergne, Francia, and the National Gallery of Arts, Tirana.