Duilio Cambellotti – Le grazie e le virtù dell’acqua

Informazioni Evento

Luogo
PALAZZO DELL'ACQUEDOTTO PUGLIESE
Via Salvatore Cognetti, 36 , Bari, Italia
Date
Dal al

da martedì a domenica e festivi 10.00 – 18.00
Chiuso lunedì non festivo.

Vernissage
26/02/2015

ore 17,30

Contatti
Sito web: http://www.mostracambellotti.it/
Biglietti

intero 6,00 euro ridotto A 4,00 euro (gruppi di almeno 15 unità) ridotto B 3,00 euro (6-18 anni) omaggio fino a 5 anni, disabili e accompagnatore, giornalisti accreditati, dipendenti Acquedotto Pugliese e aziende controllate

Artisti
Duilio Cambellotti
Curatori
Emanuela Angiuli
Generi
personale, arte moderna
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Monumento unico in Italia, il Palazzo dell’Acquedotto Pugliese di Bari si apre al visitatore come lo scrigno prezioso delle simbologie dell’acqua, delle sue grazie e delle sue virtù, realizzate dal genio di Duilio Cambellotti.

Comunicato stampa

Monumento unico in Italia, il Palazzo dell'Acquedotto Pugliese di Bari si apre al visitatore come lo scrigno prezioso delle simbologie dell’acqua, delle sue grazie e delle sue virtù, realizzate dal genio di Duilio Cambellotti.
Dal 27 febbraio al 14 giugno 2015 il Palazzo ospita la mostra “Duilio Cambellotti. Le grazie e le virtù dell’acqua”. L’Acquedotto Pugliese, la Regione Puglia, la Città di Bari, con il contributo della Banca Popolare di Bari e la preziosa collaborazione della Wolfsoniana Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo di Genova e l’Archivio Cambellotti di Roma, dedicano questa mostra a Duilio Cambellotti per celebrare il primo centenario dell’arrivo dell’acqua nelle terre pugliesi (1915-2015), con un grande omaggio alla poliedrica personalità dell’artista che ha saputo dar corpo e figura alla celebrazione dell’acqua nelle terre assetate della Puglia. La mostra è organizzata dalla società Sistema Museo.
Il lungo percorso artistico dell’autore si compone di oltre centoventi opere in dipinti, disegni, illustrazioni, celebri sculture in bronzo come la monumentale “Fonte della Palude”, ceramiche, terrecotte, vetrate, mobili e quaranta bozzetti preparatori eseguiti per il Palazzo dell’Acquedotto, in un susseguirsi di argomenti dedicati: la spiga e l’ulivo, le mille e una notte, il mondo della natura, la grazia delle donne, le virtù dell’acqua, gli stili e gli arredi.

Le porte del Palazzo si aprono, dunque, sulle stanze dove l'acqua scorre da grossi vasi dipinti, dalle stele femminili di marmo sulle pareti, quasi divinità metafisiche, ieratiche e silenziose, dispensatrici dell'acqua risucchiata dalle vene di un fiume “addomesticato”, fino al trionfo del grande tubo dipinto sulle tele della Sala del Consiglio, trionfo della tecnologia idraulica accompagnata dalla danza delle lavandaie che strizzano lunghi panni bianchi, mentre sugli ulivi sventolano al sole grandi bandiere di lenzuola messe ad asciugare.

Nel Palazzo delle Acque, pensato e allestito come una favola, gli arredi sono concepiti come troni di rustiche principesse, gli armadi degli uffici stilizzate dispense di tesori sui quali vegliano volti femminili dai capelli d'acqua madreperlata.