Drifting Sides

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE STELLINE
Corso Magenta 61, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - domenica dalle 10 alle 20

Vernissage
19/09/2023

ore 18,30

Patrocini

Promosso da Comune di Milano – Cultura
Con il sostegno di Fondazione Banca del Monte di Lombardia
Partner Fondazione Stelline, Milano
Organizzazione Agenzia NFC
Collaborazione Respirare Sinapsi. Associazione culturale

Curatori
Giacomo Zaza
Uffici stampa
NORA COMUNICAZIONE
Generi
arte contemporanea, collettiva

L’esposizione si configura come momento di sintesi e restituzione del percorso svolto dai sei artisti italiani selezionati per la residenza svoltasi alla Fabbrica del Vapore dalla fine di aprile.

Comunicato stampa

Con la mostra “Drifting Sides”, presentata alla Fondazione Stelline di Milano dal 19 settembre al 5 novembre 2023, si apre la terza fase del progetto di residenze d’artista “FUTURA. Arte come risorsa esplorativa. Interagire. Deviare. Attestare”, curato da Giacomo Zaza, sostenuto dalla Fondazione Banca del Monte di Lombardia e promosso dal Comune di Milano – Cultura con la partnership della Fondazione Stelline di Milano.

L’esposizione si configura come momento di sintesi e restituzione del percorso svolto dai sei artisti italiani selezionati per la residenza svoltasi alla Fabbrica del Vapore dalla fine di aprile – Benedetta Fioravanti, Valentina Furian, Nicoletta Grillo, Lisa Martini, Giovanna Repetto, Davide Sgambaro – i cui lavori sono presentati in stretto dialogo con quelli degli otto artisti internazionali ospiti che tra maggio e giugno hanno incontrato gli artisti residenti in entusiasmanti incontri aperti al pubblico: Rui Chafes, Hicham Benohoud, Luis Gómez Armenteros, Ange Leccia, Eva Marisaldi, Lina Selander, Enrico Serotti, Driant Zeneli.
La mostra alla Fondazione Stelline di Milano rappresenta un viaggio che permette di scoprire una “filogenesi” della pratica contemporanea nel campo delle arti visive multimediali dagli anni Ottanta fino ai nostri giorni.

La rassegna disegna una scena polifonica con quattordici artisti, italiani e stranieri, quale momento intrecciato di ricognizione delle ricerche dell’arte contemporanea a partire da importanti episodi di migrazione di contenuti e di immagini da vari contesti – quali quelli di Ange Leccia, Luis Gómez Armenteros, Eva Marisaldi, Davide Sgambaro, Lisa Martini – fino alle correlazioni riflessive e nuove configurazioni create dalla frequentazione delle piattaforme digitali, per Benedetta Fioravanti, spesso in relazione con le vicissitudini e i disturbi dell’essere umano, o ai varchi riflessivi aperti da Giovanna Repetto nella sfera della riprogettazione della realtà attuata dalle tecnologie informatiche versatili che inventano immagini e descrizioni, narrazioni di sé e degli altri.

Il titolo della mostra raccoglie l’idea di uno scenario artistico contemporaneo come un “nodo di possibilità”, come direbbe Umberto Eco, una particolare convergenza di esperienze visive da decifrare, che si spostano lungo i bordi di contesti, significati e associazioni non convenzionali. Questo titolo contiene l’idea di una direzione laterale che può disturbare, disorientare, dirottare o semplicemente muoversi “derapando” ai lati delle traiettorie assimilate. Gli artisti creano nuovi paesaggi casuali ed esperienze a partire da relazioni tra forme viventi, nuove tecnologie, usi e costumi.
Ogni artista in mostra sembra rappresentare un lato di “sbandata laterale” da una traiettoria, ovvero un sistema ben coordinato e centralizzato, che porta verso aree tematiche sempre attuali: la memoria del passato storico e la memoria condivisa, le fobie attuali e le paure ataviche, l’identità e la sua messa in discussione, il mistero e lo spaesamento, la libertà e il ruolo dell’arte.
In tal modo, spiega Giacomo Zaza, “diventa un percorso sinuoso dove scivolare di volta in volta in esplorazioni differenti: dalle immagini rilevate nel flusso digitale da Benedetta Fioravanti e dalle presenze inquietanti elaborate da Valentina Furian, alle maschere misteriose di Rui Chafes, incubatrici della profondità dell’essere, e alle cartoline della serie Kairouan di Hicham Benohoud dove i “cliché” della città di Kairouan vengono perforati e bruciati, aprendo rimandi alla condizione umana dopo la Primavera della rivoluzione tunisina”.
E conclude: “La mostra dichiara il carattere olistico dell’esperienza artistica intesa come fronte di ripensamenti e virate, posizioni dialogiche e non sensi, ma anche come mescolanza di generi e linguaggi, metafora del fare e del disfare, in un’epoca in cui l’immediatezza brucia i ripensamenti e le deviazioni esigendo una direzione chiara e una azione automatizzata dell’essere”.

Completa la mostra, un catalogo edito da NFC Edizioni, con testi critici e dialoghi di Giacomo Zaza, Maria Fratelli, Tommaso Sacchi, Alessandra Klimciuk.