Domenico Cicchetti / Silvia Finiels – Dell’Immagine e del Vetro

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA FRANCESCO ZANUSO
Corso Di Porta Vigentina 26, Milano, Italia
Date
Dal al

da lunedì a giovedì 15.00 - 19.00 | venerdì e in altri orari su appuntamento

Vernissage
03/04/2019

ore 18

Artisti
Domenico Cicchetti, Silvia Finiels
Curatori
Jean Blanchaert
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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In occasione della Milano Design Week 2019, la Galleria Francesco Zanuso presenta “Dell’Immagine e del Vetro”, la bipersonale del fotografo Domenico Cicchetti e della designer francese Silvia Finiels.

Comunicato stampa

In occasione della Milano Design Week 2019, la Galleria Francesco Zanuso presenta le cianotipie del fotografo Domenico Cicchetti e le lampade-scultura dell’artista francese Silvia Finiels.
La mostra, a cura di Jean Blanchaert, inaugurerà mercoledì 3 aprile dalle 18.00 alle 21.00 e sarà fruibile fino a martedì 16 aprile 2019.

Silvia Finiels, dall'8 al 14 aprile, parteciperà anche all'esposizione REFLECTED REFLECTIONS, curata anch’essa da Jean Blanchaert, che verrà allestita in via Pier Lombardo 14 a Milano negli spazi del Parenti District Art & Design, un nuovo distretto del Fuorisalone.
In concomitanza con l’evento del Parenti District Art & Design, lunedì 8 aprile alle 19.00, la Galleria Francesco Zanuso proporrà un’apertura speciale nella propria sede di Corso di Porta Vigentina 26.

Le fotografie di Domenico Cicchetti danno l'impressione di essere antiche. Questo è dovuto prima di tutto alla composizione con cui vengono realizzate e, in secondo luogo, ad una delle prime tecniche di stampa, la cianotipia. Domenico Cicchetti ci riporta agli albori della fotografia. Parliamo di centottanta anni fa. In questa mostra propone due temi: i luoghi tutelati e Milano. Le fotografie scattate nei luoghi patrimoni dell'UNESCO, ci fanno sentire come i viaggiatori del Grand Tour. Di fronte alle Dolomiti ci sembra di essere Déodat Guy Silvain Tancrède Gratet de Dolomieu, il geologo francese che verso la fine del Settecento, durante un grand Tour sulle Alpi, scoprì una nuova roccia che da lui prese il nome: la dolomite. A Bergamo, nella città alta, vediamo passare Bartolomeo Colleoni, e siamo nel XV secolo, mentre ad Assisi, invece, l'artista ci riporta al XVIII secolo e ci sembra di intravedere San Franceso salire sulla scalinata. Nella Milano che sorge, le cianotipie di Cicchetti sembrano minuziosi disegni in graffito, dove le case di Zaha Hadid somigliano a barche e piazza Gae Aulenti è una postazione sulla luna.

Acrobati di circo in vetro bianco e blu, trapeziste in vetro sommerso, clown in vetro zanfirico, maschere stilizzate della Commedia dell'Arte, verdi, rosse, gialle Murano e marroni Laguna. Ecco la descrizione delle lampade di Silvia Finiels, artista francese che vive ormai da trent'anni a Murano. Con il marito Giorgio Mion, valente pittore prematuramente scomparso cinque anni fa, Silvia Finiels aveva l'abitudine di girare per le vetrerie di Murano alla ricerca di opere in vetro. È stata cliente di Seguso, Salviati, Venini, Barvier&Toso, Barbini, Moretti, Vistosi e Ferro Lazzarini. Ha avuto poi l'idea di assemblare elementi di vetro colorati, tutti di grande qualità, ma di provenienze diverse, creando uno stile Finiels. È come se vedessimo un automobile con il motore della Ferrari, il cofano della Bugatti, il volante della Jaguar, le portiere della Cadillac, il baule della Rolls e così via. Le lampade-scultura della Finiels sono composte con sapienza e originalità e riportano in vita vetri di grandi maestri che altrimenti sarebbero dimenticati.