Dieter Roth Björn Roth – Islands

Informazioni Evento

Luogo
HANGAR BICOCCA
Via Chiese 2, Milano, Italia
Date
Dal al

Giovedì – Domenica dalle 11.00 alle 23.00

Vernissage
05/11/2013

ore 19

Contatti
Email: info@hangarbicocca.it
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Dieter Roth, Björn Roth
Curatori
Vicente Todolí
Generi
arte contemporanea, personale
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Islands è la prima antologica italiana dedicata a Dieter Roth,
uno dei più importanti autori del ‘900, ed è realizzata con la collaborazione del figlio Björn. Installazioni, sculture di zucchero e cioccolato, assemblaggi, stampe e video offrono la testimonianza di un’arte intesa come esperienza di vita e di una ricerca senza confini.

Comunicato stampa

HangarBicocca, lo spazio per l’arte contemporanea di Pirelli, presenta dal 6 novembre 2013 al 9 febbraio 2014, la mostra antologica Islands di Dieter Roth e Björn Roth, il primo progetto espositivo curato dall’Artistic Advisor Vicente Todolí.

La rassegna propone per la prima volta in Italia oltre 50 opere di Dieter Roth (Hannover, 1930 – Basilea, 1998), figura di riferimento della scena internazionale degli ultimi cinquant’anni, ed è realizzata in collaborazione con il figlio Björn. Il percorso espositivo, reso unico dalla presenza di imponenti installazioni in dialogo con lo spazio ex industriale di HangarBicocca, guiderà il pubblico attraverso “isole tematiche” nell’universo creativo multidisciplinare e geniale dell’artista che con il suo lavoro ha radicalmente rivoluzionato il modo di fare e guardare l’arte.

Un Bar di oltre 60 metri quadrati aperto al pubblico e realmente funzionante, che comprende oltre al bancone anche alcuni video, disegni, dipinti, strumenti musicali e le bottiglie utilizzate nel corso del suo funzionamento, accoglierà i visitatori coinvolgendoli in quel flusso ininterrotto tra produzione artistica e quotidianità che è la cifra di tutto il lavoro di Roth e dei suoi collaboratori.
Una continuità che è presente in tutti i lavori in mostra, come The Floor I (1973-1992) e The Floor II (1977-1998) due opere costituite dai pavimenti degli studi islandesi dell’artista qui decontestualizzati e trasformati in immagini astratte, installati a fianco di una vera e propria cucina (New York Kitchen, 2013), utilizzata dallo staff di Roth anche per la realizzazione di alcune delle opere esposte.

Ricercatore insaziabile in ogni campo della creatività e del sapere (era grafico, poeta, esperto di musica e designer), Dieter Roth ha esplorato tutte le tecniche e le tipologie d’arte unendo in opere totali pittura, scultura, editoria, fotografia, video e suono. Affascinato dai meccanismi di trasformazione, Roth ha utilizzato nei suoi lavori la più ampia varietà di materiali e oggetti come utensili, elementi d’arredo, monitor e cibo in un processo di continua mutabilità del lavoro. Le sue opere realizzate con cioccolato e zucchero di cui in mostra saranno presenti le due torri alte più di 5 metri Zuckerturm (Sugar Tower), 1994-2013, e Selbstturm (Self Tower), 1994-2013 composte da piccole sculture-autoritratto e zoomorfe, gli sono valse la definizione di bizzarro “Willy Wonka” (da Christian Viveros-Fauné su The Village Voice).

L’interesse per le caratteristiche olfattive, cromatiche e plastiche dei materiali organici e per la loro degenerazione lo ha portato a trasformare una vecchia casa di Amburgo nello Schimmelmuseum (Museo della Muffa), un luogo espositivo aperto al pubblico fino al 2004, dove l’artista ha esposto le produzioni realizzate principalmente tra il 1964 e il 1971.

La visione artistica di Roth, che comprende il sapere e il fare, l’esperienza e la manualità in elaborazioni performative, sarà integralmente riportata in HangarBicocca. Durante l’allestimento i 4.500 metri quadrati di spazio espositivo che accoglieranno la mostra, si trasformeranno in un laboratorio, una bottega artigiana dove la “dinastia Roth” continuerà a tramandare i modi di produrre un’arte in divenire.
Le opere verranno non solo installate ma anche, in alcuni casi, prodotte dal figlio Björn, che ha lavorato col padre per oltre trent’anni, e dai collaboratori storici dell’artista – fra questi anche i nipoti Oddur ed Einar – abbattendo le barriere tra lo spazio istituzionale e quello personale. Alcuni dei lavori esposti rappresentano il frutto della collaborazione tra l’artista e il figlio, come la serie dei Material Pictures, assemblaggi composti da pittura astratta e sovrapposizioni materiche come abiti, stoffa e strumenti o come Grosse Tischruine (Large Table Ruin), opera iniziata nel 1978 e concepita come un organismo in perenne trasformazione che nasce dall’accumulo di oggetti sul grande tavolo da lavoro dello stesso Roth, disposti in modo diverso per ogni esposizione.

Vita vissuta e arte si intrecciano fino a confondersi anche nella grande installazione Solo Scenes (1997-1998), una delle opere più note dell’artista (esposta anche all’interno di documenta 11 del 2002 e presente nell’ultima edizione della Biennale di Venezia): 131 monitor che trasmettono riprese di scene quotidiane e intime dell’artista, un diario aperto e in tempo reale del suo ultimo anno di vita. In 55 Schiesse für Rosanna (55 Shits for Rosanna) (1982) e in die Die DIE VERDAMMTE SCHEISSE (the The THE DAMNED SHIT) del 1974-1975 si ritrovano invece le immagini provocatorie della produzione quotidiana di escrementi dell’artista, adagiati elegantemente su piatti da portata o in valigette da viaggio in uno spiazzante contrasto formale.

La mostra intende anche celebrare l’Islanda amata e vissuta dall’artista con la sua prima moglie, madre dei suoi quattro figli. L’isola entra prepotentemente nell’iconografia prodotta fino all’anno della sua scomparsa. Reykjavík Slides (1973-1975 e 1990-1998) è un’eccezionale documentazione degli oltre 30 mila edifici della capitale islandese esistenti fino al 1998, mentre la serie SURTSEY e SURTSEY - Dinner è formata da 36 stampe in cui il soggetto interpretato è l’isola di Surtsey formatasi nel 1963 in seguito a un’eruzione vulcanica sottomarina.

Le oltre 60 stampe dei Piccadillies, per la prima volta esposte tutte insieme, sono uno dei progetti più originali e interessanti dell’artista, sviluppato principalmente fra il 1969 e il 1974, divenendo un’eccezionale testimonianza della passione per la stampa e per la ricerca grafica, centrali nell’opera di Roth. Esse nascono da un innovativo processo messo a punto dallo stesso artista: le immagini della celebre piazza londinese, tratte da cartoline appartenute a Rita Donagh, moglie dell’artista Richard Hamilton e anch’essa artista, sono state ingrandite e rielaborate con ampie campiture di colore, creando ogni volta dei pezzi unici e invitando a riflettere sul concetto di originale e di riproducibilità dell’opera d’arte.

Le sculture in cioccolato e la collaborazione con Novi

La mostra antologica Islands è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione di HangarBicocca con Novi, azienda italiana leader nel settore del cioccolato. Le due opere di Dieter Roth Selbstturm (Self Tower), 1994-2013 e Coquille Gnomes, 1994-2013 sono state realizzate direttamente nello spazio espositivo da Björn Roth e dai suoi collaboratori, sciogliendo e forgiando un’immensa fornitura di cioccolato fondente extra Novi di alta qualità. Il processo di cottura e lavorazione della materia prima ha infatti richiesto l’utilizzo di oltre quattro tonnellate di tavolette. La partnership che ha coinvolto l’azienda Novi in un progetto di arte contemporanea di HangarBicocca ha dato vita a due opere di riferimento nella produzione artistica di Dieter Roth e Björn Roth e centrali nel percorso della mostra.
Il tema del cioccolato, della sua lavorazione e della sua secolare storia sarà inoltre approfondito e proposto durante il periodo di apertura della mostra con incontri per il pubblico tenuti da professionisti del settore.
Anche ai bambini saranno dedicati particolari attività laboratoriali durante le quali i giovani visitatori potranno scoprire gli aromi, i sapori e il dolce e affascinante universo del cioccolato e del suo utilizzo anche nella storia dell’arte.

L’artista
Artista nomade e viaggiatore instancabile, Dieter Roth (Hannover, 1930 – Basilea, 1998), trascorre la prima parte della sua vita tra la Germania e la Svizzera, dove si forma come grafico studiando le tecniche di stampa e incisione. Dal 1961 al 1964 si trasferisce in Islanda dove fonda una piccola casa editrice a Reykjavík. In questi anni si allontana dal gusto astratto-geometrico del Concretismo e si avvicina alla poetica del Nouveau Réalisme. Dal 1964 al 1966 vive negli Stati Uniti dove gli viene dedicata la prima mostra personale al Museum College of Art di Philadelphia e dove insegna grafica presso la Rhode Island School of Design di Providence. In questi anni Roth inizia a concepire opere e stampe create con materiali organici e cibo, concentrandosi sulla mutabilità dell’opera d’arte. In seguito viaggia tra la Germania, l’Austria e l’Islanda dove porta avanti la creazione di libri d’artista. Parallelamente sperimenta con oggetti trovati e video, producendo lavori in cui si percepisce l’influenza di Fluxus. L’opera di Dieter Roth viene celebrata dagli anni 80 in poi: egli rappresenta infatti la Svizzera alla Biennale di Venezia nel 1982 con l’installazione A Diary, costituita da 40 film che ritraggono la vita dell’artista e danno avvio a un periodo di introspezione che caratterizzerà la sua futura ricerca. Dagli anni 90, insieme ai problemi di salute che lo porteranno alla morte nel 1998, si moltiplicano riconoscimenti e mostre a lui dedicate nelle più importanti istituzioni del mondo.
Nel 1999 è presentato postumo con l’opera Solo Scenes alla Biennale di Venezia diretta da Harald Szeemann. Importanti sue retrospettive sono state presentate al MACBA – Museu d’Art Contemporani di Barcellona (2002); al Museum Ludwig e allo Schaulager di Basilea (entrambe 2003); al MoMA PS1 di New York (2004); al Museu Serralves di Porto (2008); al Camden Arts Centre di Londra (2013). Le sue opere sono state esposte in tre edizioni (IV, VI e XI) della più accreditata rassegna internazionale documenta.
HB Kids

Anche in occasione della mostra Islands di Dieter Roth e Björn Roth HangarBicocca organizza un fitto calendario di eventi e appuntamenti aperto a tutti, a ingresso libero. Ogni sabato e domenica, alle 11.15 e alle 15.30, HB Kids propone Percorsi Creativi alla scoperta della mostra, avvicinandosi alla visione dell’artista e ai temi dalle opere esposte. La varietà dei materiali impiegati e il loro deperimento, il diario e la memoria, il racconto di sé, il ribaltamento del significato degli oggetti quotidiani in “prodotto artistico” sono solo alcuni degli argomenti che i partecipanti approfondiranno attraverso attività rivolte a bambini e ragazzi, dai 4 ai 14 anni. Tutte le proposte sono ad ingresso libero, su prenotazione a (prenotazioni a [email protected]). E ogni domenica pomeriggio, all’interno della rassegna Cinema da Scoprire, sono previste proiezioni di film adatti a tutta la famiglia.

Il programma espositivo di HangarBicocca

La mostra antologica di Dieter Roth e Björn Roth Islands si colloca all’interno del programma di mostre firmato da Vicente Todolí insieme ad Andrea Lissoni. Il progetto è pensato anche in relazione all’installazione The Visitors di Ragnar Kjartansson (Reykjavík, 1976), allestita nello spazio espositivo dello “Shed” fino al 17 novembre 2013. Le mostre instaurano infatti un rapporto di dialogo e di condivisione di temi sul concetto di opera d’arte totale in continuo mutamento. Il calendario di HangarBicocca proseguirà con le mostre di Micol Assaël (gennaio 2014), Cildo Meireles (aprile 2014), Pedro Paiva e João Maria Gusmão (giugno 2014), Joan Jonas (settembre 2014), Céline Condorelli (ottobre 2014), Juan Muñoz (febbraio 2014) e Damián Ortega (marzo 2015).

Pirelli e HangarBicocca

HangarBicocca è gestito da Pirelli che, socio Fondatore Promotore insieme alla Regione Lombardia, oggi ne sostiene pienamente l’attività. Rilanciato nell’aprile del 2012 con mostre di artisti internazionali nell’ultimo anno di attività HangarBicocca ha accolto oltre 230.000 visitatori provenienti dall’Italia e dal resto del mondo. L’impegno di Pirelli nel rendere accessibile a tutti gratuitamente una programmazione di così alto livello è il naturale proseguimento di una lunga tradizione di attenzione verso la cultura, la ricerca e l’innovazione che accompagna l’azienda fin dalla sua fondazione 140 anni fa. L’arte contemporanea, infatti, è il linguaggio che meglio riflette i valori di innovazione, apertura alla diversità, ricerca di soluzioni in grado di anticipare il futuro.