Diego Scroppo – Works 2006-2015

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE PEANO
Corso Francia 47, Cuneo, Italia
Date
Dal al

Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica 15,30 – 18,30

Vernissage
13/06/2015

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Diego Scroppo
Curatori
Ivana Mulatero
Generi
arte contemporanea, personale
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Video, installazioni-sculture, arazzi e bozzetti sono organizzati in un impianto espositivo che non segue un percorso rettilineo e tendenzialmente progressivo, ma manifesta esplicitamente l’intenzione di produrre una specie di reticolo connettivo che collega idealmente e senza priorità di lettura tutte le opere.

Comunicato stampa

Dopo la partecipazione ad alcune importanti collettive e ai seminari di approfondimento sul tema della scultura organizzati dalla Fondazione Peano, ha ora uno spazio tutto per sé la ricerca dell’artista multimediale Diego Scroppo (Torino, 1981), tra i più interessanti e radicali sperimentatori della scena artistica italiana.
La mostra, a cura di Ivana Mulatero, verrà inaugurata sabato 13 giugno con una selezione di opere realizzate negli ultimi dieci anni. Video, installazioni-sculture, arazzi e bozzetti sono organizzati in un impianto espositivo che non segue un percorso rettilineo e tendenzialmente progressivo, ma manifesta esplicitamente l’intenzione di produrre una specie di reticolo connettivo che collega idealmente e senza priorità di lettura tutte le opere.
La ricerca di Scroppo innesta una specie di virale contaminazione tra il territorio dell’arte, con la sua storia delle immagini e i linguaggi estetici, e gli altri modi della comunicazione, siano essi di massa – come ad esempio i personaggi dei fumetti Manga (scultura Dei Nei) – o transitori come i miti stagionali della moda e delle mode, il polpo indovino dei Mondiali di Calcio 2010, sebbene non sia a lui dedicata la scultura in resina For Paul.

Il percorso espositivo si snoda attraverso i due principali ambienti espositivi della Fondazione Peano. Nella vasta Sala Ipogea si potrà ammirare l’imponente trittico “La somiglianza per contatto”, il cui terzo pannello è l’opera inedita realizzata appositamente per l’esposizione. Essi sono tre enormi bassorilievi con resine, ossidi di ferro, grafite e poliuretano la cui superficie, come spiega lo stesso Scroppo “imita le forme organiche e diventa specchio ideale non del corpo, contenitore che produce differenze, ma della carne, contenuto che produce somiglianza. Come una carezza interna, il contatto con l’opera provoca nello spettatore la sensazione perturbante di vedere con le mani dentro la forma originaria della materia”.
Nella piccola sala al primo piano della Fondazione Peano verrà presentata una scultura, Wreacked Ball, una sfera sulla cui sommità sta una figura seduta a gambe incrociate come un oracolo. Sulla superficie della sfera vi sono le crepe, i tagli e le fratture, memorie della palla da demolizione – la tipica wreking ball – che lasciano trapelare un’interiorità. Quella stessa interiorità s’intravede nel corpo della scultura, che conserva nel suo interno la forma cava del calco da cui ha avuto origine l’opera. Vi è un equilibrio instabile tra l’integrità plastica della figura, modellata con una levigatezza translucida, con le scabre cavità che trasgrediscono la purezza e la perfezione volumetrica della sfera.
L’opera di Scroppo diviene la metafora dell’uomo contemporaneo alle prese con una mai assopita dimensione ancestrale e mitica racchiusa nelle radici antropologiche del genere umano (si veda l’opera Black dog), e il protendere verso un futuro dominato dalla bidimensionalità elettronica, disincarnata, in cui ogni materia organica diventa immagine, e che a sua volta si tramuta in una sequenza numerica. Esattamente come la genesi dell’imponente arazzo Profondità orizzontale, ingrandimento di un dettaglio di un dipinto “aformale” riversato nel linguaggio digitale e tradotto da abili “tessitori”meccanici in un intreccio di undici fili.
“Cosa lega – domanda Ivana Mulatero - l’arazzo Profondità orizzontale con il trittico La somiglianza per contatto? La risposta è nella vocazione alla metamorfosi degli elementi, argomento presente eppure imprendibile in ogni singola opera, impossibile a definire se non nella varietà delle mutazioni”.

Questa mostra è l’occasione rivelatrice della dimensione di forza e di valore rappresentata dall’intenso sperimentare dell’artista. La sua opera s’inserisce in una linea evolutiva dell’arte organica del Novecento italiano nella quale il trattamento bidimensionale dei corpi, operato dallo scultore Leonardo Bistolfi nei bassorilievi (si veda il gesso per la Targa Commemorativa per la Cassa di Risparmio di Cuneo del 1905-1906 conservato presso la Gam di Torino), e la ricerca di Giuseppe Penone dei nodi e dei grovigli della vita, esplorando il mistero dell’uomo oltre la scorza, rappresentano dei riferimenti fondamentali.

“La materia, nel suo aprirsi e disfarsi - pensiamo alle opere pittorico-plastiche del ciclo Senza luce – è oggetto di una volontà d’arte che, ancor prima di creazione, è un’azione interiore. E la libertà un punto da cui partire”.
Ivana Mulatero

Diego Scroppo, dopo gli studi all’Accademia Albertina ha incentrato la propria ricerca sulla simbologia e sulle dinamiche delle culture underground, in particolare rave. Artista multimediale che opera dal video alla scultura monumentale, l’artista affianca la sperimentazione nel settore della biotecnologia applicata alle arti visive a una ricerca estetica radicale. Oltre a una produzione video in cui il tema di fondo è l’uomo visto nelle sue problematiche esistenziali dell’incomunicabilità o di rituali sociali alienanti, Scroppo ha realizzato una serie di installazioni-sculture che hanno una matrice iconografica negli universi gotico-simbolico, esoterico–ancestrale e manga-fantascientifico derivati dalla cultura dei mondi virtuali.