desire
desire la terza mostra al Tube Culture Hall curata da Valeria Schäfer esprime proprio questo sentimento che ci assale quando guardiamo l’arte. Per quanto semplice sia, è anche complesso. Come un desiderio.
Comunicato stampa
desire [dɪˈzaɪər]
noun;
a strong feeling that you want something
desire la terza mostra al Tube Culture Hall curata da Valeria Schäfer esprime proprio questo sentimento che ci assale quando guardiamo l'arte. Per quanto semplice sia, è anche complesso. Come un desiderio. La lussuria sessuale così come un semplice bisogno di soddisfare un desiderio. Cinque giovani artiste rappresentano questa oscillazione e provocano il nostro desiderio. Gli occhi di Ivana de Vivanco (*1989, Spagna) ti fissano mentre si dissolvono. Come una metafora dell'amore. I due piccoli dipinti giocano con lo squarcio di intimità e trasformano la narrazione della scultura su tela. Questo approccio surreale con un pizzico di umorismo oscuro si riflette nelle opere di Larissa de Jesus Negron (*1994, Porto Rico). Gocce di pioggia – lacrime che aderiscono a un corpo femminile nudo e allo stesso tempo ad un dollaro. Anche una metafora? Senza dubbio, il corpo nudo (femminile) è un oggetto del desiderio tanto quanto il denaro...
L'opera di Marta Vovk (*1989, Ucraina) LIEBE II raffigura un personaggio manga femminile (non c'è bisogno di parlare delle loro connotazioni sessuali) che attira lo spettatore sotto il suo incantesimo con i suoi grandi occhi da cerbiatto e i seducenti tatuaggi tribali che adornano i brandelli di carne rosa nel suo lavoro What looks good today may not look good tomorrow 2, 2019. Le opere di Wynnie Mynerva (*1992, Perù) sono molto più esplicite. Le sue tele sono catture voyeuriste di plaisir sessuale, anche se rimane nascosto. Un solo tacco nero (tacón) si distingue dal presunto trambusto delle persone, le forme del seno nudo femminile si intravedono, le mani si confondono nelle gambe aperte: un'intera orgia. Ma non puoi davvero vedere nulla chiaramente. Vedere non vedere, è sempre stata la cosa più eccitante. Solenne Fabre (*1995, Francia) non ha nulla a che vedere con queste connotazioni erotiche, tuttavia le sue opere esprimono fisicità. Pennellate spesse dominano la tela e il modo pastoso sembra come macchie di vernice bagnata, che combina con colori tenui e forme rotonde.
Ivana, Larissa, Marta, Wynnie e Solenne hanno più o meno la stessa età, provengono da culture totalmente diverse e non potrebbero essere più diverse nel loro lavoro, ma quando si tratta di lussuria e desiderio, ci avviciniamo tutti.