David Weiss – Crack of Dawn
Esposti per la prima volta, i monumentali disegni intitolati Morgengrauen (“Alle prime luci dell’alba”) mostrano campiture di inchiostro nero alternate a vuoti su carta grezza, insiemi di edifici colti in vari stadi di astrazione.
Comunicato stampa
Esposti per la prima volta, i monumentali disegni intitolati Morgengrauen (“Alle prime luci dell’alba”) mostrano campiture di inchiostro nero alternate a vuoti su carta grezza, insiemi di edifici colti in vari stadi di astrazione. Un lavoro riunisce tre composizioni disposte verticalmente su un unico foglio, come fotogrammi di un immaginario film noir; gli altri sei illustrano composizioni orizzontali, su rotoli di carta. L’atmosfera della serie oscilla da un’intensità compatta a una più rarefatta, come se la stessa veduta aerea fosse osservata da due distanze diverse. Una foschia cupa e minacciosa avvolge ogni disegno, tranne in uno, dove gli edifici appaiono spogliati e immersi in un processo fantasmatico di decomposizione. Qui, la riduzione della costruzione architettonica a linee e piani dà forma a una composizione astratta che richiama l’Arte Concreta.
Nel 1974 l’architetto svizzero Rolf Keller pubblica Bauen Als Umweltzerstörung (Costruire come distruzione ambientale), dando voce a quella che definisce una “galleria della bruttezza”. Quando descrive l’edilizia, le infrastrutture e la pianificazione urbana contemporanee come una raccapricciante devastazione dell’ambiente, la sua preoccupazione non riguarda soltanto le conseguenze ecologiche, ma specialmente la distruzione estetica che riconosce nell’architettura che lo circonda. Con la sua copertina warholiana a due colori, la pubblicazione di Keller – quasi un manifesto – presenta fotografie crude degli sviluppi urbani monotoni che avevano preso il posto dei villaggi tradizionali. David Weiss realizza i suoi grandi disegni in questo stesso contesto svizzero. Essi potrebbero rappresentare lo sviluppo suburbano o periferico di qualsiasi città occidentale, caratterizzato dalle escrescenze generiche e intercambiabili dell’architettura moderna. Questi sviluppi incontrollati testimoniano un modernismo commercializzato e quella che Keller considera l’estetica vuota dello sfruttamento capitalistico.
David Weiss raffigura questi scenari monotoni con uno sguardo ambiguo. A differenza delle grandi narrazioni della celebre arte del dopoguerra – gli artisti che Harald Szeemann aveva incluso in Documenta 1972 – Weiss cattura ambienti indefiniti, solo in apparenza banali. I suoi disegni esprimono la bellezza malinconica che egli rintraccia in questi paesaggi urbani anonimi. Senza assumere una posizione didattica, tali opere mettono in luce un modernismo superficiale, non più radicato in un’ideologia. Gli edifici rettangolari potrebbero suggerire, in modo provocatorio, come le composizioni pittoriche dell’Arte Concreta siano diventate modelli per le visioni capitalistiche della pianificazione urbana, sostituendo un’ideologia con un’altra. Di fronte a questo scenario grandioso e al tempo stesso banale, Weiss sembra fondere l’ironia del celebre fumettista underground Robert Crumb con l’ammirazione per il sublime del pittore romantico Caspar David Friedrich.
Non possiamo fare a meno di ammirare il modo in cui i Morgengrauen catturano l’essenza del quotidiano, spingendoci alla riflessione. Sebbene Keller avesse previsto i danni provocati da un’espansione immobiliare dilagante, le imponenti e poco amate strutture degli anni Settanta hanno nel frattempo acquisito lo status di siti storici. La loro controversa ricezione è diventata oggetto di un rinnovato dibattito e, alla luce della storia, ciò ha dato luogo a una rivalutazione, una tensione forse già latente nelle diverse iterazioni dei Morgengrauen.
– Fredi Fischli e Niels Olsen.
Si ringrazia The Estate of David Weiss.