David Simpson – Inteferences paintings 2002-2010

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA GIACOMO GUIDI ARTE CONTEMPORANEA
Palazzo Sforza Cesarini, Corso Vittorio Emanuele II, 282-284 00186 , Roma, Italia
Date
Dal al

da martedi a sabato 11-13 e 16-19

Vernissage
18/10/2011
Contatti
Email: info@giacomoguidi.it
Artisti
David Simpson
Curatori
Marco Meneguzzo
Generi
arte contemporanea, personale
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Nella galleria di Giacomo Guidi l’artista americano, presente nelle più sofisticate collezioni pubbliche e private internazionali, offre allo spettatore una serie delle sue famose “Interferences”, in questa occasione datate dal 2002 al 2010.

Comunicato stampa

Si inaugura il 18 ottobre 2011 la prima mostra personale a Roma di David Simpson (Pasadena,USA 1928). Nella galleria di Giacomo Guidi l’artista americano, presente nelle più sofisticate collezioni pubbliche e private internazionali, offre allo spettatore una serie delle sue famose “Interferences”, in questa occasione datate dal 2002 al 2010.
Simpson, famoso nell’ambito della pittura astratta sin dagli anni Cinquanta, ha partecipato a mostre memorabili, come “Post Painterly Abstraction”, curata nel 1964 da Clement Greenberg al County Museum of Contemporary Art di Los Angeles,con la sua tipica astrazione derivata allora dal paesaggio, che nel corso degli anni Settanta diventa sempre più essenziale. Ma è con la fine degli anni Ottanta che nascono le “Inteferences”, le pitture monocrome, che, grazie a un artificio tecnico, subiscono e restituiscono le “interferenze” dell’occhio, della luce, della mente.
Con l’inserimento, all’interno del colore acrilico, di cristalli di mica – e con il mixaggio sapiente dei colori complementari, spesso addizionati di acrilico nero – Simpson ottiene infatti effetti ottici cangianti sulle superfici dipinte: il monocromo diventa così un “campo” di sensazioni, sempre differente, sempre variabile ad ogni minima “interferenza” esterna, stabilendo così una relazione intima, indissolubile ed essenziale tra opera e realtà, tra dentro e fuori, tra “vista” e “visto”. Ciò che di primo acchito sembra un silenzioso esempio di quella pittura tanto analitica da risultare autoreferente, è invece il territorio silenzioso e profondo dello scambio, della relazione, dell’incontro.