Daniele Macca – Motus Animi Continuus. Architectura

Informazioni Evento

Luogo
VILLA ROMIVO
Via Matteotti 2 , Montebelluna, Italia
Date
Dal al

lunedì - venerdì 8.30 - 13.00 | 14.00 - 18.00

Vernissage
24/06/2022

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Daniele Macca
Generi
fotografia, personale
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MOTUS ANIMI CONTINUUS – ARCHITECTURA DI DANIELE MACCA: GLI SCATTI DEL PATRIMONIO EDILIZIO DELLE AREE INDUSTRIALI DISMESSE IN MOSTRA A VILLA ROMIVO, A MONTEBELLUNA – TREVISO.

Comunicato stampa

Nel racconto visivo intessuto dal fotografo l’architettura diventa una silenziosa testimone della complessità e della ricchezza dell’ambiente in cui viviamo e fa da cornice ad un passato semplice ma rigoglioso, di storie di persone, di famiglie e di vita vissuta intensamente.

L’inaugurazione sarà venerdì 24 giugno alle 18.00, l’esposizione sarà quindi visitabile da sabato 25 giugno a venerdì 30 settembre.

Villa Romivo, sede Istituzionale dell’Agenzia Generale di Montebelluna di Generali Italia S.p.A nel cuore di Montebelluna (Treviso), diventata negli ultimi anni spazio espositivo di riferimento per il territorio, apre nuovamente le porte all’arte e torna ad ospitare una narrazione di valore, capace di indagare e raccontare il territorio: venerdì 24 giugno alle 18.00 sarà inaugurata la mostra Motus Animi Continuus – Architectura del fotografo Daniele Maccagnan, in arte Daniele Macca, una raccolta di scatti che esplorano il passato industriale locale attraverso la lente dell’architettura, la più significativa e durevole traccia della nostra presenza su questo pianeta. L’esposizione sarà visitabile da sabato 25 giugno a venerdì 30 settembre (dal lunedì al venerdì in orario di apertura degli uffici: dalle 8.30 – 13.00 / 14.00 – 18.00).

Dopo essere stata ospitata al Museo di Santa Caterina di Treviso nel corso della primavera, Motus Animi Continuus – Architectura approda a Montebelluna, fulcro di un territorio dove la presenza industriale e la connessione tra centri produttivi e centri abitati sono state e sono tuttora intense. La mostra, infatti, intesse una narrazione capace di andare oltre la semplice documentazione di ciò che l’uomo ha costruito, raccontando di un passato industriale semplice ma rigoglioso, di storie di persone, di famiglie e di vita vissuta intensamente.
“Molto spesso le industrie – spiegano Stefano Paladin, Francesco Merlo, Maurizio Serena e Marco Pagano titolari dell’Agenzia - sono strettamente legate al territorio in cui si trovano, interi paesi sono sorti attorno ad una realtà industriale e ciò rende queste aree dismesse ancor più importanti e meritevoli di poter vivere una seconda vita, grazie anche a questa mostra. Anche noi riconosciamo nell’architettura la più evidente e durevole testimonianza della storia dell’uomo ed è proprio in quest’ottica che abbiamo voluto far rinascere e valorizzare Villa Romivo attraverso un’intensa programmazione culturale”.

Il legame con Montebelluna però va anche oltre la sintonia tra narrazione e identità territoriale. L’idea della mostra e del volume “Motus Animi Continuus”, pubblicato da Antiga Edizioni, da cui è nata, è stata agevolata da un incontro “fatale”: quello con l’accademico Italo Zannier, uno dei più importanti storici della fotografia, favorito dall’allora sindaco di Montebelluna Marzio Favero.
“Non avrei mai immaginato di arrivare a Zannier. – spiega l’autore – Gli fece vedere alcune mie fotografie Marzio Favero, quando era sindaco di Montebelluna. Dopo quasi un anno Zannier, un giorno, mi ha telefonato dicendosi molto interessato al mio lavoro. Da questo è nato il libro e poi la mostra”.

La mostra. L’esposizione si compone delle fotografie che compongono la sezione “Architectura”, che fonde luoghi, geografia, storia e immaginazione.
Lo sguardo del fotografo unisce estetica e documentazione, è disincantato ma al tempo stesso molto rispettoso. Talvolta è anche metafisico, come osserva Marzio Favero: “Si presti attenzione agli scatti riservati da Macca a un esempio di architettura razionalista contemporanea, la nuova sede del Liceo Levi di Montebelluna progettata dall’ottimo architetto Mauro Galantino, purtroppo scomparso di recente. Gli scorci sulle scale non lasciano comprendere quale sia la parte da cui si sale o si scende. Come in un disegno di Escher. Gioco d’autore”.

Ma l’immagine più “metafisica” e dal grande potere evocativo è quella che immortala una poltrona d’ufficio abbandonata in un piazzale in cemento, dove fra le crepe crescono erbacce, mentre sullo
sfondo si erge un edificio industriale degli anni Cinquanta, ormai da tempo dismesso e in rovina.
“Fra le molte foto dedicate da Macca al patrimonio edilizio industriale del secondo dopoguerra – riconoscibile dallo stile improntato al razionalismo architettonico d’oltralpe –, è la più metafisica, perché afferma ciò che nega, ovvero il lascito ancora vivo di un’esperienza imprenditoriale che frenò l’ultima diaspora migratoria veneta e si consumò disseminando quelle competenze produttive che a partire dagli anni Settanta hanno reso possibile il diffondersi del capitalismo popolare in Veneto”, aggiunge Favero.

L’autore. Nato in Svizzera nel 1966, Daniele Macca (all’anagrafe Maccagnan) si diploma grafico pubblicitario al Liceo Artistico “Michele Fanoli” di Cittadella (Padova). Fotoreporter di professione, presente sulla scena (a qualsiasi ora del giorno e della notte) di tanti fatti di cronaca, eventi
pubblici, manifestazioni sportive e grandi concerti che hanno segnato gli ultimi venticinque anni della Marca Trevigiana, ha raccontato per immagini pezzi di vita quotidiana, su incarico del quotidiano “La Tribuna di Treviso”.
Una passione divenuta vocazione professionale quasi per caso, quando Macca incontrò, nell’aprile del 1996, il fotoreporter Romano Zamattia, titolare dell’agenzia “Fotocronaca” di Volpago del Montello e collaboratore del quotidiano locale del gruppo Espresso. Dal 2009, intensificando la collaborazione con il Gruppo Gedi, Macca diventa apprezzato fotoreporter, creando un importante archivio fotografico.