Daniel Romano – Un Altro

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO PLURALE
via S. Antonino12, 29121, Piacenza, Italia
Date
Dal al

su appuntamento cell.3395325389

Vernissage
16/11/2023
Artisti
Daniele Romano
Generi
arte contemporanea, personale
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Apre a Piacenza “Un altro” del collettivo Spazio Plurale.

Comunicato stampa

Nella sua terza edizione il collettivo Spazio Plurale ospita Daniel Romano, artista argentino con alle spalle collaborazioni con realtà internazionali come MoMA PS1 di New York, Casona de los Olivera. Contemporary Art Centre di Buenos Aires e Spazio Chiasso Perduto a Palazzo Macchiavelli di Firenze.

 

“Daniel Romano. Un Altro” propone una serie di opere digitali dell’artista dove il tema della nudità diventa il mezzo attraverso cui costruire una narrativa in cui per raggiungere la liberazione di sé bisogna spogliarsi di ogni bene materiale, in una tensione introspettiva che si rifrange nei lavori circostanti. In questo incrociarsi di poetiche e stili si creano paradossi dove il nudo di Daniel Romano si specchia nei corpi vestiti di Brigitta Rossetti e Nando Rabaglia – che scoprono il lato in ombra dell’animo – e si confronta con i barattoli sporchi di tempera di Alex Sala, natura morta in dialogo con personaggi in movimento ipnotico da cui si evita di essere risucchiati grazie alle poesie luminose di Serena Rossi – sudario in cui avvolgere i segreti della vita – e dai cerchi di ceramica di Mariangeles Blanco, dove camminano uno ad uno i Migrantes di Daniel Romano.

 

Nel percorso creato dalle opere, frutto del progetto allestitivo di Brigitta Rossetti, si creano zone di luce e ombra dove ogni lavoro subisce una metamorfosi. Patterns di Daniel Romano è proiettata angolarmente e quindi deformata, alle poesie di Serena Rossi viene aggiunta una retro illuminazione, Somos todos otros della Blanco si trova al centro di una spirale luminosa e Un futuro migliore di Sala viene accarezzato dalla luce siderale di un neon.

 

«Quella avviata tra gli artisti e le opere» dice Marta Fogagnolo, creatrice del testo della mostra «è una conversazione sui generis dove il lavoro di Daniel Romano crea una coesistenza promiscua che diventa il compasso attraverso cui reinterpretare la realtà. Ne deriva un’antologica dell’esistenza incapsulabile in una massima imprescindibile: ognuno è portatore del diritto inalienabile di essere Altro».