Dadamaino

Informazioni Evento

Luogo
MAURIZIO CALDIROLA
Via Volta 26, Monza, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
16/12/2025
Artisti
Dadamaino
Generi
arte contemporanea, personale

Con “Dadamaino” la Galleria Maurizio Caldirola Arte Contemporanea intende restituire la forza anticipatrice di una produzione che ha saputo mettere in crisi il linguaggio della pittura tradizionale, aprendo la strada a molte ricerche successive sullo spazio, sul tempo e sulla percezione.

Comunicato stampa

La Galleria Maurizio Caldirola Arte Contemporanea presenta una mostra dedicata a uno dei capitoli più radicali e innovativi dell’arte italiana del secondo Novecento: i Volumi e i Rilievi di Dadamaino (Milano, 1930 – 2004).

La mostra riunisce una selezione di opere storiche che mettono a fuoco il momento in cui l’artista abbandona definitivamente la pittura tradizionale per concentrare tutta la ricerca sullo spazio, sulla luce e sul vuoto, trasformando la superficie del quadro in un campo di energia percettiva.Tra il 1958 e il 1960 nascono i Volumi, tele monocrome, per lo più bianche o nere, percorse da grandi fori ovoidali che attraversano completamente il supporto e aprono l’opera al muro retrostante. È Dadamaino stessa a chiamarle “Volumi” perché quelle lacune rivelano “uno spazio oltre la tela”, una profondità inattesa dove il vuoto diventa il vero soggetto dell’opera. In un contesto milanese segnato dalle esperienze spazialiste di Lucio Fontana e dalle sperimentazioni di Azimut e del Gruppo Zero, Dadamaino spinge ancora più in là l’idea di azzeramento del quadro, riducendolo a telaio, tela e taglio, e facendo sì che il dipinto smetta di essere immagine per diventare oggetto e situazione. In queste opere iniziali l’artista compie un passaggio netto dal figurativo a una pratica concettuale e sperimentale, che mette in crisi la nozione stessa di pittura.

Nei Volumi il gesto non è più sovrapporre materia, ma toglierla. Il foro non è una “decorazione”, ma un’apertura reale che coinvolge il muro, la luce dell’ambiente, la distanza e il movimento dello spettatore, che percepisce ogni volta un’opera diversa a seconda della posizione e delle condizioni luminose. Alla base di questa scelta c’è un’idea chiara, che Dadamaino riassume nelle sue parole: “Ho sempre detestato la materia e ho sempre cercato l’immateriale”. Per l’artista il quadro non è più un luogo in cui accumulare colore, ma un dispositivo mentale, un varco in cui il vuoto, la luce e il tempo diventano elementi costitutivi del lavoro.

La mostra in galleria pone al centro proprio questa svolta, presentando Volumi che appartengono a diverse declinazioni della serie, dai grandi squarci singoli alle composizioni con più aperture, fino ai Volumi a moduli sfasati, dove i fori, moltiplicati e resi regolari, introducono una scansione ritmica e quasi musicale dello spazio. In queste opere la superficie della tela sembra vibrare, sospesa tra ordine geometrico e instabilità percettiva.

A partire dal 1961, la ricerca di Dadamaino si sviluppa in un nuovo ciclo, i Rilievi, al centro del secondo nucleo espositivo. Qui l’artista lavora su carta, tela o fogli di plastica, praticando fessurazioni regolari a croce o a triangolo che generano piccole porzioni modulari emergenti, come lamine che si sollevano e catturano la luce. Se nei Volumi il vuoto era un’apertura ampia, quasi organica, nei Rilievi la superficie viene articolata in una trama fitta e seriale, dove ogni taglio è calibrato e ripetuto in sequenza. La pittura lascia definitivamente spazio a un campo ottico che muta secondo l’incidenza della luce e lo spostamento dello sguardo, avvicinando la ricerca di Dadamaino alle coeve sperimentazioni cinetiche e programmabili europee. Il concetto che unisce i due cicli è la centralità dello spazio inteso non come sfondo neutro, ma come materia viva. Nei Volumi lo spazio è ciò che trapela dal muro, un “oltre” che entra in gioco attraverso il vuoto, mentre nei Rilievi lo spazio si condensa in micro-sporgenze, in ombre minime e in vibrazioni della superficie. In entrambi i casi, l’opera esiste solo nel rapporto dinamico tra il lavoro, il luogo e chi lo osserva.La mostra alla Galleria Maurizio Caldirola Arte Contemporanea offre al pubblico un percorso che evidenzia il passaggio dal gesto unico del taglio ovoidale alla complessità modulare dei Rilievi. Il visitatore è invitato a cogliere come Dadamaino, in pochi anni, trasformi il quadro da superficie da riempire in un campo di possibilità, una sorta di “laboratorio visivo” dove sperimentare relazioni nuove tra pieno e vuoto, luce e ombra, presenza e assenza.

In un momento storico caratterizzato da profonde trasformazioni sociali e culturali, la ricerca dell’artista assume un valore pionieristico: Dadamaino è tra le poche donne attive nei grandi circuiti internazionali del dopoguerra, in dialogo con il Gruppo Zero tedesco e con le nuove tendenze ottico–cinetiche europee, e contribuisce a ridefinire il ruolo dell’arte come spazio di pensiero e di esperienza, più che di rappresentazione. Le opere in mostra testimoniano una concezione fortemente “seriale” del lavoro, dove ogni quadro è parte di una sequenza più ampia e dove la singola opera non esaurisce mai la ricerca. Da qui l’importanza di poter vedere insieme più Volumi e più Rilievi, che permettono di leggere la coerenza del percorso e la capacità di Dadamaino di spingersi sempre un passo oltre il risultato raggiunto.

Con “Dadamaino” la Galleria Maurizio Caldirola Arte Contemporanea intende restituire la forza anticipatrice di una produzione che ha saputo mettere in crisi il linguaggio della pittura tradizionale, aprendo la strada a molte ricerche successive sullo spazio, sul tempo e sulla percezione.

. Il vuoto, nelle mani di Dadamaino, non è mancanza, ma la forma più intensa di presenza.