Da qui in poi

Informazioni Evento

Luogo
A PICK GALLERY
via Bernardino Galliari 15/C 10125 , Torino, Italia
Date
Dal al

mercoledì–sabato 15:30–20:00 / lunedì 17:00–20:00

Vernissage
21/06/2023

ore 18

Generi
fotografia, collettiva
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La mostra collettiva Da qui in poi presenta i progetti fotografici di 13 artiste e artisti visivi under 30, sviluppati nell’ambito del progetto di formazione e produzione Futuri Prossimi.

Comunicato stampa

Da qui in poi

Inaugurazione mercoledì 21 giugno, dalle 18:00
Finissage lunedì 26 giugno, ore 18:30 – incontro con gli autori

a cura di JEST
A Pick Gallery, via Galliari 15, Torino

In mostra: Andrea Abello, Francesco Andreoli, Giorgio Andreoni, Anna Donatiello, Marco Farmalli, Maria Elisa Ferraris, Chiara Finelli, Alice Fiou e Lorenzo D’Alba, Sara Lepore, Fabio Meinardi, Fred Mungo, Mirko Pirisi.

La mostra collettiva Da qui in poi presenta i progetti fotografici di 13 artiste e artisti visivi under 30, sviluppati nell’ambito del progetto di formazione e produzione Futuri Prossimi.
Attraverso un uso multiforme dell’immagine fotografica, l* artist* in mostra suggeriscono, raccontano, si confrontano con il mondo e con sé stessi, senza tirarsi indietro di fronte a ostacoli e difficoltà. Anzi, cercando un valore nell’incertezza che caratterizza la loro esistenza (come quella di molti altri giovani), la sfruttano come punto di partenza per uno sguardo spassionato sul mondo, che possa offrire prospettive o almeno appigli per comprendere e costruire, per trovare spazi di condivisione e di bellezza. Le fragilità, lo spaesamento e le ambiguità che caratterizzano la vita dei giovani di oggi, sia a livello individuale che generazionale, sono infatti uno dei temi centrali tra i lavori in mostra, osservato da vari punti di vista e rielaborato attraverso linguaggi molteplici. La fotografia diviene strumento di relazione e analisi, di indagine e scoperta, di cura e riconquista di spazi e tempi. Serve in qualche modo per affermare una presenza. Certamente, per poter guardare al futuro con speranza, il primo passo è essere presenti all’oggi.

Francesco Andreoli (Carpi, 1996), trasferitosi a Milano in cerca di lavoro, prende spunto dalla propria esperienza per sviluppare A Milano non fa freddo, una ricerca sul paesaggio umano, architettonico e abitativo della capitale economica d’Italia, la città che non si ferma mai anche a costo di schiacciare i sogni, le vite e le possibilità di una generazione.
Anche Fabio Meinardi (Torino, 1996) guarda ai suoi coetanei e al loro vissuto in relazione ai luoghi, ma nel suo What If It Rains? è la sospensione della vita nella provincia italiana il soggetto di una raccolta di suggestioni visive. Luoghi forse meno duri per alcuni aspetti, non sono meno complessi e stranianti per i giovani adulti che li abitano.
Un senso di spaesamento misto a una forte determinazione è quello che caratterizza l’esistenza attuale di altri giovani, quelli che Fred Mungo (Rieti, 1994) ha fotografato in Sudno. A Vilnius, in Lettonia, trovano rifugio insieme esuli russi, ucraini e bielorussi, che per motivi politici o identitari hanno dovuto fuggire dai propri paesi. Accomunati dalla lingua russa e da una certa vicinanza di culture, fuggono dalla guerra e da regimi che li vorrebbero divisi.
Un’altra comunità contemporanea, anche se per certi versi fuori dal tempo, è la protagonista di Isola Madre di Marco Farmalli (Pisa, 1995). Nella città vecchia di Taranto ha trovato un luogo dove sentirsi a casa, ma che per alcuni rischia di essere un’isola tagliata fuori dalle reti del mondo attuale.
Con Le Metamorfosi - Il paesaggio come (non) luogo del mito, Mirko Pirisi (Tradate, 1993) si muove tra mitologia e quotidianità contemporanea per cercare l’origine del corallo e le sue tracce lungo le coste di un’altra isola, la Sardegna suo luogo d’origine, senza mai vederlo o volerlo vedere.
Sara Lepore (1999, Carpi) va alla ricerca delle origini materne e della lingua rumena che ha perduto, seguendo la ricetta di una torta di miele (o di mele?). In Ingrediente pentru un tort de miere, cu dragoste [Ingredienti per una torta di miele, con amore], il suo tentativo di accorciare distanze si scontra con incomprensioni e difficoltà di comunicazione, ma si risolve con dolcezza e ironia, intorno a un tavolo da cucina, con una torta sbagliata.
Il multiforme lavoro We Are Hiring di Giorgio Andreoni (Fiesole, 1995) spiazza e incuriosisce, mette in discussione se stesso e il mondo dell’arte in cui lavora e partecipa a vario titolo. Con un intervento performativo (nella serata di inaugurazione e durante il finissage) getta fili che uniscono o creano tagli inaspettati tra immagini e mondi distanti, riflettendo anche su temi come lavoro e identità.
Indagine storica meno legata a un vissuto personale, è quella di Andrea Abello (2000, Cuneo), che in 2-feniletilammina si interroga su una questione universale: cos’è l’amore? Cerca una risposta possibile negli archivi fotografici del quotidiano La Stampa e prova a costruire una mappatura dell’amore mediatico e mediatizzato nel corso del Novecento.
Il corpo e l’attenzione alla presenza fisica e alle percezioni sono al centro dei lavori di Chiara Finelli (Torino, 1997) e del duo Alice Fiou (Aosta, 1996) – Lorenzo D’Alba (Uggiano la Chiesa, 1998). La prima presenta E io surfo il tempo in uno stato di altezza e leggerezza, un’installazione video multicanale che suggerisce un’immersione lenta, leggera e quasi giocosa nella noia, ricercandola e dandole valore, in ascolto di semplici sensazioni corporee. Le installazioni che compongono Il mondo va proprio veloce, del duo Fiou-D’Alba – una fotografa e un artista plastico – portano lo spettatore al centro di un’esperienza fisica multisensoriale, mettendo in relazione immagine e percezione, memoria e suggestione.
Maria Elisa Ferraris (Chivasso, 1995) propone nel suo Golia, the giant within un tipo diverso di lavoro a proposito della corporeità: l’osservazione dei minimi cambiamenti dei corpi adulti di alcune persone affette da Acromegalia, è l’occasione per uno sguardo delicato, che non vuole usare la fotografia (solo) come strumento scientifico, ma che mette in questione il labile limite tra la norma e lo scarto.
Con il fotolibro White Cells anche Anna Donatiello (Torino, 1994) affronta il tema della malattia che colpisce il corpo, ma in modo molto intimo e in prima persona, usando la fotografia per misurare distanze e affinità elettive che possono legare due persone e due vite allontanate da circostanze dolorose.

Da qui in poi è la mostra conclusiva del progetto Futuri Prossimi, programma di formazione e produzione ideato e curato da Francesca Cirilli.
Futuri Prossimi è un progetto di Fluxlab APS in collaborazione con JEST
e con Wild Strawberries, Sweet Life Factory, Kublaiklan, AWI-Art Workers Italia, A PICK GALLERY, Layout.
con il contributo di Compagnia di San Paolo nell’ambito delle Linee guida per la formazione e l’avviamento alla professione culturale 2022.