Cristina Donati Meyer – Artivismo l’arte del dissenso
Negli ultimi mesi ha affisso opere e realizzato interventi in città a “tinte forti”, per gli ultimi e i “dannati della terra”. Il Municipio 6 e il Comune di Milano le dedicano una mostra.
Comunicato stampa
Il Municipio 6 e il Comune di Milano (con la collaborazione di “Spazio M’Arte”), organizzano una mostra particolare presso lo Spazio Ex Fornace, Alzaia Naviglio Pavese, 16, Milano, dedicata all’”Artivismo”, alla street art e all’arte pubblica, con una personale dell’artista e attivista Cristina Donati Meyer. Inaugurazione Lunedi 28 gennaio ore 18.
La giovane artista è conosciuta per aver realizzato, negli ultimi anni e soprattutto nella piazza milanese, una serie di opere pubbliche e interventi di artivismo sui temi scottanti e di attualità: dalla politica nazionale e internazionale (la sovraesposizione mediatica e –a-Social del ministro Salvini, gli interessi comuni dei presidenti Trump e Putin, i barconi lasciati affondare nel Mediterraneo e i porti chiusi, le mostre pubbliche con opere di street art rubate, la commistione Stato-mafia, la guerra in Siria e il massacro dei curdi, il razzismo istituzionale dilagante nella “fortezza Europa”, i femminicidi, la devastazione della natura, i ragazzi tossicodipendenti abbandonati a sé stessi, l’IVA alta per i “beni di lusso” applicata ai tamponi femminili etc.).
Tutte le opere, o quasi, create e donate alla città da Cristina Donati Meyer sono state vandalizzate o meticolosamente rimosse, in quanto urticanti, fastidiose, schierate e platealmente “partigiane”.
Le opere decorative e puramente estetiche non corrono questo rischio.
La mostra, che si inaugura lunedi 28 gennaio 2019 alle ore 18, prevede un percorso fotografico con tutte le azioni di artivismo realizzate nell’ultimo periodo, opere originali, alcune opere gemelle di quelle pubbliche affisse o installate in città, un video sull’artivismo e diverse installazioni a tinte forti sul consumo di cocaina a Milano, sulla mafia-Stato, sulla crocifissione religiosa delle donne.
“Il destino della street art e dell’arte pubblica è di essere criminalizzate, rimosse e sanzionate, poi riconosciute e apprezzate e, infine, derubate ed esposte in gallerie, musei, case e collezioni private!”, dichiara l’artista-attivista Cristina Donati Meyer.
Chi è l’artivista Cristina Donati Meyer
Nata nel piacentino nel 1985 e vissuta tra Milano e le valli bergamasche, Cristina frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera che abbandona per dedicarsi alla pittura, alle performance e all’arte pubblica. Organizza eventi ed esposizioni collettive di giovani artisti e dirige l’associazione artistica “Spazio M’Arte”. Partecipa a diverse esposizioni assumendo la consapevolezza per cui il luogo ideale per esporre l’arte è la strada. (“Siano le strade un trionfo dell’arte per tutti” scrisse Vladimir Majakovskij in “La democratizzazione dell’arte” nel 1918). Attivista per i diritti delle donne, per la difesa dell’ambiente e degli animali.
Nei mesi scorsi, Cristina Donati Meyer, aveva realizzato diverse performance a tinte forti, tra le quali:
Il giorno dopo le elezioni di medio termine negli USA, l’opera pittorica affissa su un muro lungo i Navigli a Milano, rappresentava Trump che bacia una Frida Kahlo, la grande artista-icona messicana (visibilmente schifata);
“Una pisciata vi seppellirà” che reinterpreta il motto anarchico “Una risata vi seppellirà” (o più precisamente “la fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà!”), per accogliere il “Decreto Salvini”. L’opera rappresentava il ministro degli Interni, Matteo Salvini, nelle vesti di un gerarca littorio, al quale due bambini orinano irrispettosi sugli stivaloni marziali
“Sogno di un ministro in una notte di mezza estate”, raffigurante Saviano dietro le sbarre e affissa sotto la casa milanese di Salvini;
un Salvini Robocop sotto la Prefettura di Milano e un'opera con due bambini nei campi di sterminio nazista sotto la sede della Lega in Via Bellerio, per contestare le politiche xenofobe del ministro degli Interni, mentre sempre sul Naviglio Grande era apparsa la “Madonna dei migranti”, ennesima opera sul tema;
“Il bacio tra Putin e Trump” esposta all’ingresso del Consolato USA di Milano.
Nel corso dell’incontro presso la Prefettura di Milano tra il ministro Salvini e l’oligarca xenofobo ungherese, Orban, l’artista aveva affisso in piazza San Babila l’opera “Europa”, raffigurante una madre che allatta attraverso la rete di separazione il figlio piccolo rimasto dall’altra parte con il padre, nell’Ungheria di Orban.
Al “Bosco della droga” di Rogoredo, ai primi di dicembre, l’artista affisse l’opera “La Pietà di Rogoredo”, opera che reinterpreta la “Pietà” di Michelangelo, con un tossicodipendente nei panni di Gesù e l’Italia al posto della Madonna. Il tossicodipendente/Gesù ha una siringa infilata nel braccio, un laccio emostatico e un cagnolino ai piedi.
Lo scorso dicembre, in prossimità delle feste natalizie, l’artivista ha affisso in piazza San Babila, all’incrocio delle vie fulcro dello shopping di lusso l’opera “Natale 2018, sfratto alla Sacra Famiglia”, rappresentante una famiglia di profughi siriani in una capanna.
A gennaio 2019 Cristina Donati Meyer, ha esposto in Darsena l’opera “Clandestini”, in seguito affissa lungo il Naviglio Grande. L’opera raffigura un barcone alla deriva con migranti africani e migranti “d’eccezione”: come Sigmund Freud, Isabel Allende, Rodolfo Valentino, Lady Gaga, Albert Einstein, Madonna; tutte e tutti migranti che, partiti o fuggiti dai propri Paesi per cause diverse, hanno offerto al mondo contributi significativi nel campo dell’arte, della scienza, della cultura.
Nella notte di giovedi 10 gennaio 2019, l’artivista Cristina Donati Meyer ha affisso all’ingresso del MUDEC, in Via Tortona a Milano, l’opera “Il ratto di Banksy, la privatizzazione dell’arte pubblica”, raffigurante la Banda Bassotti (al posto dei numeri sul petto la scritta “Mudec” e “Collezionisti”) che ruba un’opera di Banksy.
Il 16 gennaio Donati Meyer ha allestito a Milano, in piazza San Babila, una delle sue provocatorie opere d’arte: “Tampon Tax”, un busto di donna immersa in un lago di sangue rosso fiammante. Intorno al busto, sparsi sull’asfalto, tamponi femminili. L’”Artentato” intendeva contestare l’IVA al 22% sugli assorbenti femminili, come se le mestruazioni rappresentassero un “bene di lusso”.
Sempre a gennaio 2019, diversi ministri “Selfini” (Salvini nei panni di un neonato, con cellulare in mano su cui campeggia la scritta “Hate”), appaiono in punti strategici della città. L’opera intende additare l’abuso dei (a) Social da parte della politica e del Ministro degli Interni in particolare, il quale ad ogni ora twitta e posta su ogni argomento e sui propri pasti, mentre 100 persone stanno annegando nel Mediterraneo.
Il 23 gennaio Cristina Donati Meyer ha affisso di fronte all’ingresso della fiera in Via Tortona un’opera intitolata “A Vucciria, il mercato dell’arte”. L’opera è una rivisitazione del famoso quadro di Renato Guttuso “A Vucciria” (il mercato più popolare di Palermo), con le insegne dell’Affordable Art Fair, la mostra-mercato milanese di opere d’arte.