Cristiano De Gaetano – Speed of life

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
Via Parco Del Lauro 119 (70044), Polignano a Mare, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì alla domenica ore 10-13 / 16-21. Lunedì chiuso.

Vernissage
25/02/2017

ore 19

Biglietti

(La biglietteria chiude mezz’ora prima del museo – biglietto 2 euro più eventuali riduzioni a chi ne ha diritto).

Artisti
Cristiano De Gaetano
Curatori
Christian Caliandro
Generi
arte contemporanea, personale

Al Museo Pino Pascali, un doveroso omaggio all’artista scomparso nel 2013 a soli 37 anni. La mostra si snoda nelle sale del Museo Pino Pascali come un racconto vivo che spazia dalle opere più note dell’artista in cera pongo, alle più intime e meno conosciute ceramiche.

Comunicato stampa

La Fondazione Museo “Pino Pascali” di Polignano a Mare dedica una mostra antologica – che inaugurerà sabato 25 febbraio alle ore 19 – a Cristiano De Gaetano, originale e talentuoso artista nato a Taranto nel 1975 e scomparso nel 2013 a soli trentasette anni.

Il progetto espositivo, curato da Christian Caliandro, ripercorrerà le tappe significative della sua ricerca, dagli esordi all’insegna della sperimentazione sui materiali, sui temi e sugli approcci, seguendo il cuore della sua indagine attraverso la messa a punto e l’evoluzione della pittura in cera pongo su sagome di legno, sviluppata in molteplici rivoli e nuclei tematici, fino agli ultimi anni di attività segnati da una sorprendente sequenza di opere in ceramica (esposte per la prima volta insieme in pubblico), che rappresenta al tempo stesso un misterioso ritorno agli inizi, al punto di origine, e uno scarto, una proiezione in avanti.

Tra le opere più importanti in mostra: le stampe fotografiche della serie Size S size L (2004), Nurse (2005), Uncle (2006), Family in the Old City (2007), Woman in Flowers #2 (2007), Ice Age (2007), Collapse (2008), Morgan le Fay III (2008), Brothers (Frida e Giordano, 2009), Ombre (2010) e l’autoritratto in ceramica Untitled (2011).

È un lavoro che si sviluppa all’interno di alcuni nuclei tematici precisi: l’identità vissuta ed esperita come continua mutazione (sulla scorta di quel David Bowie percepito sempre come modello creativo ed esistenziale); l’identità personale, ancora, scavata ed espansa nel tempo, fino a inglobare parenti, antenati, sconosciuti; una memoria “biologica” quindi, una narrazione di ricordi che tende a esorbitare dai suoi confini e ad assumere in contorni di un intero mondo figurativo e simbolico. Un mondo di frammenti, di scaglie, scorie del tempo passato, che si dispone e si ricompone sotto i nostri occhi; che sta passando e continua a passare, in perenne transizione. Un mondo convincente e persuasivo, anche a tratti malinconicamente apocalittico.

Quella di Cristiano De Gaetano è un’opera meravigliosamente circolare e autoconclusa, che continua a pulsare e a interrogarci, a indicare all’arte e alla critica una strada possibile e percorribile. Un approccio – una “disposizione d’animo” – costruito attraverso una relazione costante con la vita, con lo spazio-tempo esistenziale (proprio e degli altri).

I suoi lavori realizzati in un arco di anni così compresso funzionano inoltre (in modo analogo peraltro a quanto era avvenuto, cinquant’anni fa, proprio nella produzione di Pascali) come dispositivi aperti verso direttrici diverse, differenti, alternative e sotterranee della produzione – e della ricezione – artistica del e nel presente. Sono opere che permangono come nuclei radianti, innervati da un’energia vibrante e da una fresca vitalità che costituiscono la cifra della personalità di De Gaetano.

Come ha scritto Don De Lillo a proposito di David Foster Wallace: “Persiste una vitalità, un vigore sbigottito di fronte alla complessa umanità che troviamo nella sua narrativa, alla perdita e all’inquietudine, all’offuscarsi della mete, alla mancanza di fiducia in se stessi. Ci sono frasi che sparano raggi di energia in sette direzioni.”

La mostra è dunque un’occasione importante per riscoprire e approfondire l’opera di uno degli artisti più intelligenti e più selvaggiamente creativi di questo inizio XXI secolo. Questa breve ma intensa vicenda creativa (la quale a sua volta si inserisce in un contesto, quello dei primi anni Duemila, estremamente stimolante per la Puglia) ha toccato una sorgente, una zona nascosta, rimossa e preziosa dell’arte italiana e occidentale che può rivelarsi estremamente feconda per le generazioni artistiche attuali e del futuro prossimo.

Il catalogo della mostra ospiterà i testi di Rosalba Branà, direttrice del Museo Pascali, Christian Caliandro, Antonella Marino, critica d’arte e dello scrittore Marcello Fois.