Contemporaneo non stop – Aqua

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA D'ARTE MODERNA ACHILLE FORTI
Palazzo della Ragione - Corte Mercato Vecchio, 6 37121 , Verona, Italia
Date
Dal al

da martedì a domenica dalle 11 alle 19 (ultimo ingresso alle 18.30), chiuso il lunedì

Vernissage
28/10/2022

ore 17

Curatori
Patrizia Nuzzo
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Nuovo appuntamento alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti di Verona con il format CONTEMPORANEO NON-STOP. Il respiro della natura: nella prestigiosa sede di Palazzo della
Ragione, sede della GAM, lo spazio che dal 2020 ospita la rassegna contemporanea.

Comunicato stampa

CONTEMPORANEO NON-STOP
Il respiro della natura / AQUA
a cura di Patrizia Nuzzo
Galleria d’Arte Moderna Achille Forti
28 ottobre 2022 – ottobre 2023
L'edizione 2022 di CONTEMPORANEO NON-STOP dedicata al tema dell'acqua.
Dal 28 ottobre 2022 nuovo appuntamento alla Galleria d'Arte Moderna Achille Forti di Verona con il
format CONTEMPORANEO NON-STOP. Il respiro della natura: nella prestigiosa sede di Palazzo della
Ragione, sede della GAM, lo spazio che dal 2020 ospita la rassegna contemporanea.
Il respiro della natura/AQUA
L’edizione del 2022 del progetto sarà dedicata al tema dell’acqua, declinata nella sua accezione
latina AQUA, intesa sia come “luogo” di vita, sorgiva e purificante, sia come elemento distruttivo e caotico.
Gli artisti scelti svilupperanno un percorso emozionale in cui il motivo dell’acqua andrà ad assumere
l’andamento di uno “spartito musicale”: le note, in questo caso le opere, da un iniziale tempo infinito
“sospeso” evocato dalla videoproiezione di Stefano Cagol - dove il visitatore ha la sensazione di trovarsi
come un minuscolo puntino nella distesa dei mari nordici - muoveranno verso l’”adagio” di One tought fills
immensity, il poetico lavoro dello spagnolo Jaume Plensa, in cui una goccia d’acqua cade ritmicamente su di
un piatto d’ottone provocando un tintinnio che si propaga nello spazio della sala.
Le opere e gli artisti di AQUA
Saranno allestite le opere degli artisti del comparto del contemporaneo della GAM - Stefano
Cagol, Daniele Girardi, Patrizia Maimouna Guerresi, Maria Teresa Padovani, Jaume Plensa - insieme a
quelle di due autori rappresentati, in questa edizione, dalla Galleria dello Scudo e da ArteRicambi ,
rispettivamente Giovanni Frangi e Fabrizio Gazzarri. Il progetto, infatti, si sviluppa su due registri
strettamente connessi: le gallerie private (due alla volta) si rendono disponibili ad ospitare un lavoro della
collezione della Galleria d'Arte Moderna che, a sua volta, accoglierà nei propri spazi, i lavori degli artisti delle
gallerie cittadine. La partecipazione delle gallerie veronesi a questa rassegna si configura come un modello
di condivisione e valorizzazione culturale, un’inedita modalità di fruizione del patrimonio artistico che offre la
possibilità di realizzare una più stretta sinergia tra pubblico e privato.
Stefano Cagol - con il video Gezeitenkraft - articola la propria ricerca su un crocevia geologico e
geopolitico: il mare dei Wadden, diviso tra Danimarca, Germania e Olanda, una zona liminale di maree tra
zone umide e interventi umani che mirano a "domare" le acque, plasmare il paesaggio e sfruttare quanto ci
circonda a nostro uso e consumo. Questo scenario viene ad assumere un aspetto cementificato, desolante e
distopico. Molte le chiavi di lettura in gioco che riflettono il rapporto tra essere umano e ambiente: il livello del
mare, i venti, l'inquinamento, lo sfruttamento delle fonti di energia.
Giovanni Frangi (artista rappresentato dalla Galleria dello Scudo, Verona) con tre dipinti su tela
Moscovado I, II, III - appositamente realizzati per la mostra, insieme ad una tela emulsionata e ad
un’installazione scultorea - rappresenta l’elemento dell’acqua nella sua accezione “pura” e vivificante,
generatrice di significati in grado di reinserire la bellezza e lo stupore dell’esperienza nel ciclo della vita. La
forza magnetica, che la gamma dei colori liquidi e brillanti è in grado di esprimere, si insinua negli abissi
marini e pare invitare ad immergerci in un liquido incontaminato dove tutto può accadere. La vita è panta rei:
l’elemento liquido - che in Frangi è “fisicità”, presenza fascinosa del colore - viene a rappresentare il
medium di un’incessante trasformazione e il divenire continuo viene ad attuarsi solo attraverso i suoi opposti:
la sedimentazione della materia/natura va insieme allo scorrere e all’affiorare perché gli ossimori si
rincorrono e coesistono nello spirito della creazione e nell’epifania della visione.
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Fabrizio Gazzarri (artista rappresentato dalla Galleria ArteRicambi, Verona) con il ciclo Teche W&W,
realizzato tra il 2020 e il 2022, presenta sei sculture collocate entro teche in vetro, tutte delle stesse
dimensioni, che evocano “materialmente” la conservazione e l’archiviazione del concetto di
spazio/tempo/materia. L’installazione - attraverso paesaggi immaginari e visionari, in cui l’elemento naturale
“incenerito” si congiunge idealmente al “carbonizzato” malessere dell’esistenza - evoca l’impossibilità di
sapersi orientare con generosa disponibilità verso il bene. Ogni lavoro - con un titolo dedicato a un
capolavoro della storia dell’arte - intende attivare una connessione diretta con le drammatiche criticità che
caratterizzano e influenzano la nostra vita e la sua qualità.
Il tempo, l’acqua - qui intesa come ineludibile e progressiva minaccia per il pianeta Terra - e la guerra
rappresentano i registri concettuali sui quali si muove la ricerca dell’artista. Da questi ultimi due riferimenti
deriva l’acronimo del titolo Teche W&W ( Water&War).
Daniele Girardi con Quaranta Ruggenti - installazione site specific composta da 6 pagaie realizzate con
vari materiali lignei - recupera, attraverso il viaggio in luoghi remoti - la memoria della storia ponendo al
centro della propria ricerca l’esperienza personale immersiva nell’ambiente naturale, dal quale prenderanno
vita diversi nuclei di lavori tra cui il progetto “North Way”, un ciclo di residenze outdoor nei territori del nord
Europa tra Norvegia, Svezia e Finlandia.
L’espresssione Quaranta Ruggenti, coniata dagli Inglesi, deriva dal nome dei paralleli alla cui latitudine
soffiavano i venti che si abbattevano sui grandi velieri che un tempo navigavano intorno a Capo Horn.
Patrizia Maimouna Guerresi, con Il lago di sale, crea un dittico servendosi di alcune immagini
scattate nel dipartimento di Rufisque, in Senegal. Il lago raffigurato nell’opera - noto per il suo alto contenuto
di sale, come quello del Mar Morto - è chiamato lago Retba o Lac Rose per la caratteristica delle sue acque
rosa, un pigmento prodotto da una rara specie di alghe; la gente del luogo attribuiscono a queste acque un
potere quasi magico.
L’artista ha colto un avvenimento alquanto particolare: un raggio di luce attraversa il cielo per sciogliersi poi
nella superficie del lago. Ma questo raggio di luce, che sembra provenire dal cielo, può avere una più
“segreta” direzione: è da questa acqua generatrice di vita che il raggio nasce e va a propagarsi e a illuminare
il cielo.
Maria Teresa Padovani, con Bambini acquatici, dà forma a delle creature che vivono nell’elemento
liquido: il mare, qui metafora della dinamica della vita, è luogo dell’origine, della trasformazione e della
morte, poiché tutto vi nasce e tutto vi ritorna. E’ a partire dal 2000 che l’artista, recentemente scomparsa,
realizza una serie di cicli dedicati ai bambini e, successivamente, ai Non bambini e ai Bambini seduti. Sono
figure embrionali, realizzate con una gomma sottile, che si possono piegare e riplasmare, in continua
trasformazione; l’artista afferma che essi sono "quei nuclei infantili che nuotano dentro di noi, nella nostra
pancia, sede acquatica del nostro inconscio”. I suoi cicli indagano sempre il tema dell’origine dell’esistenza e
il destino ultimo della morte, attraverso la realizzazione di forme archetipiche.
Jaume Plensa con One thought fills immensity (1997), un'installazione costituita da un piatto musicale
sospeso su di un catino metallico, combina materia e suono: una goccia d'acqua cade ritmicamente su di un
piatto d'ottone provocando un tintinnio che si propaga nello spazio della galleria. Il titolo dell'opera è una
citazione di un verso del poeta inglese William Blake ("Un pensiero riempie l'immensità"), che può essere
eletto a paradigma dell'opera di Jaume Plensa, dove il pensiero riempie lo spazio. L'itinerario creativo
dell'artista muove infatti verso un’ interpretazione della scultura come materializzazione plastica di un'idea; lo
suggerisce la ricerca di linee pure, l'uso di supporti trasparenti, il ricorso alla parola scritta che ci trasportano
nelle acque fluide del sogno e della memoria. Un concettualismo simbolico, lirico, quello di Plensa: autore tra
i più rilevanti del panorama contemporaneo al quale molti musei europei, tra cui il Musée Picasso ad
Antibes, stanno dedicando importanti mostre.
Un percorso, quindi, nelle “forme naturali” dell’arte che si specchiano e si confondono in quelle del mondo
per cogliere il “respiro” dell’antica e sconfinata natura, metafora della creazione, che si traduce nella grande
enigmaticità dell’arte. Un approccio che può contribuire a porci in una nuova prospettiva attraverso una più
consapevole relazione nei confronti di essa.
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Il format Contemporaneo NON-STOP
É uno spazio riservato all’approfondimento dei linguaggi contemporanei attraverso l’esposizione
delle opere più rappresentative della collezione civica che raccoglie più di 400 artisti di fama internazionale.
Infranti i confini dell’arte e i propri statuti, ognuna di queste opere è in grado di aprirsi a nuovi significati
attraverso approfondimenti che indagano i temi più stringenti e contingenti del nostro presente.
La molteplicità dei linguaggi - dal digitale alla fotografia, dall’installazione alla più tradizionale tecnica
pittorica - va dunque esprimendosi, nella cornice prestigiosa di Palazzo della Ragione, attraverso un gioco di
assonanze e contrappunti in un circuito aperto tra spazio, opera e fruitore.
Il primo appuntamento del format CONTEMPORANEO NON-STOP, Il respiro della natura, ideato
da Patrizia Nuzzo, Curatore Responsabile Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea, è stato inaugurato
in formato digitale nell’inverno 2020, in piena pandemia, e ha presentato una compagine di artisti (Davide
Coltro, Gohar Dashti, Enzo Fiore, Patrizia Guerresi Maimouna, Fabrizio Plessi, Sara Rossi oltre ai maestri
Alik Cavaliere, Pino Castagna, e Eugenio Degani) che ha sviluppato il tema della natura attraverso una
riflessione sui quattro elementi - terra, acqua, fuoco e aria - indagati nella bivalenza della propria azione.
Una natura, quindi, intesa e approfondita nella sua azione creatrice e distruttrice: un soffio che può creare e
generare, ma allo stesso tempo trasformarsi nel suo contrario, come una sorta di tzunami che tutto può
travolgere e distruggere.
Lo sguardo attraverso cui la natura viene osservata è fortemente antropocentrico: è l’uomo a dover
riflettere su come porsi di fronte alla sua potenza e agli sconvolgimenti che può portare nella stessa
esistenza umana. Da qui prende avvio l’approfondimento che, ogni anno, è dedicato in modo specifico a
ciascun elemento, attraverso la valorizzazione delle opere della collezione e di quelle scelte tra due gallerie
del territorio. Accanto ai lavori della collezione d’arte contemporanea della Galleria d’Arte Moderna Achille
Forti, gli spazi del mezzanino ospiteranno, infatti, quelli recenti e/o inediti di alcuni artisti rappresentati dalle
gallerie private della città, due per ogni edizione.