Contaminazioni

Informazioni Evento

Luogo
NICOLA PEDANA ARTE CONTEMPORANEA
piazza Matteotti 60 (int. Palazzo Palladini - piano terra), Caserta, Italia
Date
Dal al
Vernissage
22/03/2014

ore 19

Artisti
Donald Baechler, Paolo Bini
Curatori
Enzo Battarra
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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In mostra una selezione di opere di Donald Baechler e Paolo Bini.

Comunicato stampa

Sabato 22 marzo 2014 alle ore 19.00 la Nicola Pedana arte contemporanea, dopo la recentissima partecipazione all’Arte Fiera di Bologna, inaugura nella sua sede di Caserta la mostra Contaminazioni a cura di Enzo Battarra, con una selezione di opere di Donald Baechler e Paolo Bini.

Riguardo il percorso ideato, in un testo correlato all’esposizione, Enzo Battarra rileva: « Le mostre sono contaminazioni. Si contamina lo spazio. Il vuoto accoglie il pieno. La mostra invade le pareti nude portando colore e forme, l’arte si infiltra nell’ambiente e ne contamina il tessuto. Ma il contagio è ancor più evidente quando a contaminarsi sono reciprocamente le opere di due artisti differenti, quando le interferenze tra segnali si sommano, si sovrappongono, si diffondono. Donald Baechler e Paolo Bini forse non si incontreranno mai. Appartengono a generazioni diverse. Appartengono a luoghi di origine distanti. Appartengono a due realtà spazio-temporali separate. E se pure si incontreranno, o si sono incontrati, fisicamente, i loro linguaggi non si sono mai incrociati. Come due rette parallele non passeranno mai per lo stesso punto. Eppure qui e ora si contaminano. Sarà il comune utilizzo della carta, saranno le colorazioni fluorescenti e accese, sarà il ricorso devoto alla madre pittura, cert’è che Baechler e Bini possono iniziare a viaggiare insieme. Ed è un viaggio straordinario, nonché unificante. Da una parte c’è Baechler, l’americano, uno degli artisti più affermati sul piano internazionale, con le sue semplificazioni iconografiche. Un fiore è un fiore, una testa è una testa, un cono gelato è un cono gelato, un pallone è un pallone, una natura morta è una natura morta. L’opera è quel che si vede. Dentro c’è la pop art, ci sono gli anni Ottanta, c’è la purezza di immagini immediate, violente non per quel che rappresentano ma per come si presentano. Dall’altra parte c’è Bini, italiano, giovane alle sue prime esperienze importanti. La pittura è per lui materia complessa, policroma. Non c’è nulla di semplice nelle sue sovrapposizioni, nelle sue accumulazioni. Ci sono ampi universi che si intuiscono nelle pieghe delle sue sequenze di colore. La sua è una natura dipinta ma nascosta. Non c’è rappresentazione, non ci sono forme di comune riconoscibilità. Ma al tempo stesso l’opera non è solo cosa mentale, ma artificio della mente. Entrambi fortemente caratterizzati, entrambi fortemente riconoscibili. Due linguaggi unici, netti, che si stagliano con forza nell’universo della pittura. Ma nessuno è immune da contaminazioni, nessuno è invulnerabile. Ci sono ferite attraverso le quali i linguaggi penetrano e ognuno si può contaminare, attore o spettatore che sia. Donald Baechler e Paolo Bini si sono contaminati reciprocamente. È successo ora, è successo qui. La mostra si struttura come una doppia personale, ma in realtà la stanza di Baechler si continua in quella di Bini e viceversa. È impossibile separare le due esposizioni. Lo sguardo di chi legge le opere dell’uno cade su quelle dell’altro. La contaminazione è appunto il superamento del confine, del limite, della barriera. Le due sequenze espositive sconfinano nello sguardo e nella memoria, mentalmente si associano tra loro. Cambio di identità? Travestimenti? In realtà no. Baechler non è Bini e Bini non è Baechler. La loro è una convivenza determinata per scelta. È l’incontro di due ricerche visive. Le icone di Baechler resteranno sue per sempre, con l’oggetto in primo piano e dietro un fondo denso e popolato da esercizi pittorici o da immagini miniaturizzate, fantasmi fluttuanti. Le stratificazioni di Bini rimarranno fiere della loro unicità, colore su colore, la carta gommata a dare spessori che si sommano alla pittura, pagine di un libro non scritto ma dipinto.».