Clet Abraham – Vietato
La mostra ospita alcuni lavori dell’artista bretone. Pur non nascendo come street artist, ha scelto negli ultimi anni questa forma di arte nei sui interventi urbani, presenti in molte città europee. Con l’applicazione di stickers sui cartelli stradali affianca e modifica il loro senso originario.
Comunicato stampa
La mostra ospita alcuni lavori dell'artista bretone che ormai dagli anni novanta opera in Italia. Pur non essendo uno street artist in senso stretto, ha scelto negli ultimi anni questa forma di espressione nei sui interventi urbani, ormai presenti in numerose città italiane ed europee. Attraverso l'applicazione di stickers sui cartelli stradali li modifica affiancando e nello stesso tempo modificando il senso originario. L'originalità dell'operazione sta proprio in questa capacità di evidenziare il messaggio del cartello e non di annullarlo. Come afferma l'artista l'esigenza di questo tipo di intervento nasce dalla constatazione della "profusione inverosimile di cartellonistica, elemento pittorico di un estetica spesso fuori luogo (si pensi all’impatto visivo in un centro storico rinascimentale o in una bucolica strada di campagna) e aggressiva quanto povera di contenuto: Vai di là! Vai di qua! Fermati! Avanti! Non nego l’utilità di una parte della segnaletica però so che la vera sicurezza non dipende certo da un cartello, ma dalla prudenza e dalla responsabilità di ciascuno. E invece, spesso, una buona parte dei cartelli stradali vengono collocati non tanto perché indispensabili di per sè ma piuttosto per tutelarsi da eventuali rimproveri legali, in una dilagante cultura della de-responsabilità. Il cartello è diventato il simbolo visivo di questa cultura, tutt’altro che educativa, umiliante per la maggioranza. In qualità di artista (e di padre) sento il dovere di intervenire utilizzando le mie capacità per dare alla collettività una proposta di riflessione, una provocazione educata, che ovviamente non pretende di risolvere tutte le problematiche del caso ma semplicemente di alleviare la sua pesantezza in modo costruttivo e ironico puntando il dito sui suoi limiti. Sempre più invaso dalla segnaletica stradale, lo spazio urbano deve farsi reversibile, aggiungere significati a quelli originari, orientare altri e nuovi gradi di lettura".
L'ospitalità presso una galleria d'arte, non vuole essere un'operazione di banalizzazione o di depontenziamento del messaggio dell'artista, non è un tentativo di istituzionalizzazare la street art, ma è innanzitutto un gesto di solidarietà verso l'artista. Nella sua attività in giro per l'Europa, solo nella città di Pistoia ha trovato un comando dei vigili urbani incapace di cogliere la differenza che passa tra l'imbrattamento e l'arte, tra la repressione e il dialogo. La mostra vuole essere la testimonianza di una vicinanza non solo de Lo Spazio di via dell'ospizio ma di tutti i pistoiesi che non si sono riconosciuti nella multa di 2.112,60 euro per i suoi 54 interventi donati a quella che dovrebbe essere una città d'arte e dove nessuna voce istituzionale si è pronunciata sull'accaduto.
"L'ordine assoluto e il caos sono due facce di una stessa medaglia, l’uno generante l’altro. Invece mi sono impegnato con il mio lavoro nella ricerca di un compromesso che vorrei potere, un giorno, chiamare armonia". (Clet Abraham).