Clemens Behr – Special Purpose Solutions
Special Purpose Solutions è il titolo della sua prima personale in Italia. La mostra è un environment, appositamente ideato per l’occasione, che, attraverso diversi media e supporti, presenta uno spaccato sulla sua produzione più recente e che trasformerà il ROJO®artspace Milano in una sorta di “panic-room” dove false prospettive e giochi d’illusione ottica proietteranno lo spettatore in una dimensione parallela.
Comunicato stampa
Clemens Behr (1985, Germania) dopo gli studi in Graphic Design presso l'Università delle Scienze Applicate di Dortmund, sta attualmente completando la sua formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Belino città dove vive e lavora. Durante una residenza presso l'Accademia di Barcellona nel 2009 è entrato in contatto con ROJO® con cui ha stretto una proficua collaborazione: oltre a pubblicare diversi suoi lavori su ROJO®magazine, Clemens ha presentato nel 2010 - presso il ROJO®artspace di Barcellona - la sua installazione Black White Everything (and Me) e ha partecipato, nel 2011, alle ultime due edizione di ROJO®nova a Rio de Janeiro e a São Paulo.
Special Purpose Solutions è il titolo della sua prima personale in Italia. La mostra è un environment, appositamente ideato per l'occasione, che, attraverso diversi media e supporti, presenta uno spaccato sulla sua produzione più recente e che trasformerà il ROJO®artspace Milano in una sorta di "panic-room" dove false prospettive e giochi d'illusione ottica proietteranno lo spettatore in una dimensione parallela.
Gli interventi di Clemens, che propongono una riflessione sul rapporto tra ordine e disordine, ricreano infatti degli universi astratti capaci, grazie ai contrasti marcati di linee e colori, di disorientare il pubblico. Con delle geometrie distorte Clemens progetta architetture effimere simili a degli origami che, in delicato stallo tra pieni e vuoti, vivono nell'immaginario interstizio esistente fra macro e micro. La sensazione è di addentrarsi e perdersi in grotte dove è possibile esplorare le forme instabili della crescita dei cristalli: un viaggio labirintico dove si dissolvono i confini tra organico e inorganico.
Le opere di Clemens, oltre ad essere esposte in gallerie e musei, trovano una loro altrettanto naturale collocazione in spazi pubblici: installazioni pop-up che, come moderni totem metropolitani o surreali stalagmiti, crescono dal suolo, si appoggiamo a una parete o irrompono da una vetrina. Strutture realizzate con materiali poveri di scarto - perlopiù incontrati per strada come scatole, cartoni e pezzi di legno, il tutto fasciato con dei nastri adesivi - che appaiono degli assemblaggi spontanei ma che, in realtà, sono il frutto di una sapiente e ricercata organizzazione delle forme nello spazio. Esempi emblematici di una street-installation che si inserisce perfettamente nel contesto del cosiddetto post-graffitismo e che, a diversi livelli, hanno assimilato lezioni eterogenee che spaziano dal Futurismo al movimento Dada passando per l'esperienza di Gordon Matta Clark. A proposito del suo lavoro, scrive Clemens Beher: “Alla fine, la mia arte altro non è che un mucchio di spazzatura... ben disposta”.