Ciava – Metafore parallele

Informazioni Evento

Luogo
STATUTO 13
Via Statuto 13, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato

Vernissage
05/03/2014

ore 18,30

Artisti
Ciava
Curatori
Massimiliano Bisazza
Generi
arte contemporanea, personale

Non esiste una sola via per denotare il mondo a noi circostante. Ciava, pittore pugliese osserva l’ambiente circostante con un atteggiamento introspettivo ma disincantato al tempo stesso.

Comunicato stampa

Non esiste una sola via per denotare il mondo a noi circostante. Ciava, pittore pugliese osserva l’ambiente circostante con un atteggiamento introspettivo ma disincantato al tempo stesso.

Attraverso la metafora dei suoi “Mondi” esprime in modo intenso le proprie sensazioni traslate dalla pittura e le connota di significati molto attuali e paralleli alle nostre vite:

“Il Primo mondo è quello dell’era tecnologica con l’ascesa della città-stato, il Secondo tratta della decadenza della civiltà occidentale esplorando l’iconografia della religione e del capitalismo. Il Terzo mondo rappresenta il punto di vista dell’artista sulla povertà e sullo sfruttamento dei paesi sottosviluppati, mentre il Quarto tratta dell’incertezza del futuro”. (cit.)

La tecnica è mista: acrilici, gessi, oggetti ready-made, cavi, ecc. che ci consentono di apprendere quanto l’artista subisca la fascinazione esistente nell’interazione tra varie tecniche e nella sperimentazione sinergica.

Simbolismi e riferimenti alla tecnologia, alla politica, alle false attese generate dal potere mediatico sono presenti nelle opere presentate in Galleria Statuto13 a Milano nel cuore di Brera. Le pennellate dense di riflessi ricordano gli smalti cromatici inducendoci a parafrasarle, paragonarle, in maniera decisamente più concettuale, allo smalto della vita che troppo spesso è rovinabile giacché delicato e caduco.

Cicatrici immaginifiche, superfici ruvide, frastagliate, reticolate, graffiate sono l’eco di un grido soffocato che palesa la necessità di un cambiamento, d’innovazione, di mutazione del pensiero e dell’agire collettivo nel quale l’artista si muove sofferente e che utilizza la sua opera pittorica - mezzo potente, diretto che gli è più affine - per esprimere la propria denuncia.