Changes/Cambiamenti – Marco Senaldi

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO PER L'ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Viale Della Repubblica 277, Prato, Italia
Date
Il
Vernissage
22/06/2015

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Marco Senaldi
Generi
incontro - conferenza
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Jurassic web. Cosa è cambiato veramente nei new media Marco Senaldi in conversazione con Filippo Bardazzi.

Comunicato stampa

Jurassic web. Cosa è cambiato veramente nei new media
Marco Senaldi in conversazione con Filippo Bardazzi

Lunedì 22 giugno ore 18, Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato.

L’evento, ad ingresso libero, è trasmesso in diretta streaming sul sito www.centropecci.it.
L’accesso all’incontro dai rinnovati spazi del Centro Pecci.

C’erano una volta i new media. Sono trascorsi pochi decenni dall’avvento di Internet e sebbene vi siano ancora intere aree del pianeta non cablate e i format televisivi delle principali TV generaliste nostrane siano ormai superati, l’avvento dei social network e della TV digitale ci sembra preistoria. I new media non solo hanno modificato la nostra percezione di spazio e tempo ma hanno “messo” in discussione modalità di percezione della realtà, mettendo al centro temi importanti come autorialità, autorevolezza, credibilità e trasformando in alcuni casi l’uso stesso della lingua. Di recente Umberto Eco si è espresso in maniera categorica nei confronti dei social network, affermando che “hanno dato diritto di parola a legioni di imbecilli” con conseguenti accese proteste su Twitter. Apocalittici o integrati a parte, cosa è cambiato veramente dall’avvento di Internet, dalla sua diffusione capillare ad oggi? Cos’è cambiato veramente nei new media? Quale futuro ci aspetta? Youtube e altre piattaforme multimediali come l’americana Netflix hanno veramente cambiato le nostre vite, abitudini, e in che modo?

Per la rassegna Changes / Cambiamenti, organizzata dal Centro Pecci e giunta alla quattordicesima puntata, il filosofo, curatore, teorico dell’arte contemporanea e dei media Marco Senaldi cercherà di far luce su questi temi, raccontandoci come il web si interfacci con la nostra quotidianità, come il marketing sia riuscito a convincerci ad esempio che le serie TV nigeriane siano innovative. Per Senaldi il web andrebbe riletto in quanto fenomeno da inserire in un asse plurisecolare. L’approccio darwiniano per cui alcune invenzioni sostituiscono altre — prima c’era la fotografia, poi la TV e ora l’animazione 3D — non funziona, almeno nei media perché quest’ultimi si accavallano. In ambito televisivo, sempre secondo Senaldi, vi è oggi una totale disparità tra forma e contenuto altrimenti non si capirebbe perché la serie TV statunitense “Game of Thrones” (Trono di Spade) viene spalmata su un centinaio di puntate da 50 minuti invece di essere presentata in 120 minuti. E la rete è diventata il luogo della nostalgia, tanto che su Youtube si vanno a vedere i soliti vecchi spot.

Il ciclo Changes/Cambiamenti, che ha visto, a partire dallo scorso ottobre, la presenza di figure come Gian Marco Montesano, Suzanne Lacy, Jota Castro, Claudio Giunta, Edwin Bendyk, Francesco Bonami, Yung Ho Chang, Zygmunt Bauman, Irene Tinagli, Philippe Rahm, Fabio Beltram, Eyal Weizman e Daniele Rielli /Quit the Doner affronta le piccole grandi “rivoluzioni” sociali, politiche, culturali ed economiche che il mondo sta attraversando. Con la convinzione che l’arte sia anche un mezzo per comprendere il mondo, il Centro Pecci invita una serie di personalità internazionali particolarmente attente alle questioni della contemporaneità, per tentare una mappatura dei cambiamenti globali. Fabio Cavallucci, direttore del Centro Pecci, afferma: “la rassegna è nata per cercare di comprendere dove stia andando il mondo, quanto sia importante captare i cambiamenti sociopolitici che stiamo attraversando e quanto le attività culturali siano interrelate con quelle politiche”.

Filosofo, curatore e teorico d’arte contemporanea e media, Marco Senaldi ha insegnato in diverse università in Italia e all’estero e ha curato numerose mostre di arte contemporanea. Ha pubblicato alcuni saggi tra cui Enjoy! Il godimento estetico, Meltemi, Roma 2003 (2006); Van Gogh a Hollywood. La leggenda cinematografica dell’artista, Meltemi, Roma 2004 (2007), Doppio sguardo. Cinema e arte contemporanea, Bompiani, Milano 2008; Arte e Televisione. Da Andy Warhol a Grande Fratello, Postmediabooks, Milano 2009; Definitively Unfinished. Filosofia dell’arte contemporanea, Guerini, Milano 2012; Rapporto confidenziale. Percorsi tra cinema e arti visive, Mimesis, Milano 2013 e Obversione. Media e disidentità, Postmediabooks, 2014. Attualmente sta approfondendo il rapporto fra Duchamp, l’ottica psico-fisiologica e il cinema. Dal 1994 al 2000 ha lavorato come autore televisivo a programmi culturali. Suoi articoli e interventi sono apparsi su “il Manifesto”, “Corriere della Sera”, “D-la Repubblica”, “Interni”. Collabora da molti anni con “Flash Art”, dal 2005 al 2010 ha tenuto la rubrica hostravistoxte sull’ultima pagina del free magazine “Exibart Onpaper” e attualmente firma la rubrica fissa “In fondo in fondo” su “Artribune”.

Filippo Bardazzi nasce nel 1987 a Prato. Laureato in Filosofia presso l'Università degli Studi di Firenze, è giornalista e membro del collettivo di fotografia documentaria SooS Chronicles. Dal 2010 è operatore culturale per il Circolo del Cinema Mabuse, col quale collabora nella curatela di incontri e rassegne cinematografiche.

L’evento viene trasmesso in diretta streaming sul sito www.centropecci.it