Carlos Amorales – Artists of the world unite!

Informazioni Evento

Luogo
UMBERTO DI MARINO CASA DI MARINO
Via Monte di Dio, 9, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

lunedì – venerdì ore 11.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00

Vernissage
03/10/2022
Artisti
Carlos Amorales
Generi
arte contemporanea, inaugurazione, personale

La pratica dell’artista messicano esplora attraverso una moltitudine di media, come video, pittura, installazioni, performance, disegni, stampe, i limiti di categorie predefinite come la comunicazione e il linguaggio.

Comunicato stampa

La Galleria Umberto Di Marino è lieta di annunciare l’apertura, Lunedì 3 Ottobre 2022, di Casa Di Marino, la nuova sede espositiva di Napoli in via Monte di Dio 9.
Il nuovo spazio nasce dalla necessità di concentrare la storia e le energie della galleria in una dimensione differente, legata a una visione molto personale del ruolo del gallerista. Con un “ritorno alle origini”, Casa Di Marino rappresenta quella commistione di ambienti domestici e lavorativi già parzialmente messa in pratica nei primi anni di attività a Giugliano in Campania. I visitatori verranno invitati a confrontarsi non solo con un luogo espositivo, ma si misceleranno con le dinamiche che definiscono una casa da sempre costruita intorno al tentativo di una propria narrazione della contemporaneità.
Luoghi di solito nascosti o privati di una attività diventeranno cruciali nella esperienza e nella quotidianità della galleria, e così l’ufficio, il deposito, la biblioteca, saranno allo stesso tempo cucina, sala da pranzo, soggiorno e terrazzo. L’invito a entrare nella sfera privata vuole stimolare nel visitatore un impegno al confronto più approfondito e allo sviluppo di un interesse diverso rispetto alle logiche di produzione artistica.
Ponendosi come una forma di bene comune, la nuova Casa Di Marino sarà a disposizione di chi vorrà studiare e approfondire i quasi 30 anni di attività della galleria Umberto Di Marino e conoscere meglio gli artisti, i curatori e le varie personalità che l’hanno attraversata, fecondata e rigenerata; uno spazio dove scoprire una nuova fruizione, più lenta e sicuramente meno dispersiva dell’arte contemporanea.

Il nuovo percorso viene intrapreso con l’opening della mostra personale di Carlos Amorales dal titolo Artists of the world, unite! La pratica dell’artista messicano esplora attraverso una moltitudine di media, come video, pittura, installazioni, performance, disegni, stampe, i limiti di categorie predefinite come la comunicazione e il linguaggio, cercando costantemente una re-immaginazione e ristrutturazione di questi modelli. Fin dagli anni ’90 Amorales tenta, con i suoi lavori, di costruire delle vere e proprie realtà dove la comune percezione umana venga radicalmente messa in discussione. L’invenzione di un’identità fittizia e collettiva come il wrestler Amorales; la codifica dell’alfabeto in un linguaggio fatto di forme astratte, come nel progetto Life in the Folds; palesano un radicato interesse verso le varie metodologie di rappresentazione dell’identità umana. Attraverso le sue narrazioni frammentate e irrazionali, Carlos Amorales focalizza l’attenzione sugli artifici messi in scena nel tentativo di nascondere il vero “io interiore”, tentando un’analisi sui molteplici strati che vengono eretti nel mezzo, fra la parte più intima del se e l’alterità, fra la sfera privata e quella pubblica di un individuo.

Proprio da qui sembra prendere le mosse la mostra Artists of the world, unite!, dall’idea che nel momento in cui si disegna un volto ci si ritrovi sempre a fare un autoritratto. Sperimentando con un programma sviluppato su una rete generativa avversaria (GAN), un’intelligenza artificiale che genera immagini partendo da testo, Amorales tenta di affidare alla macchina stessa la rappresentazione di un concetto estremamente personale e metafisico, come “l’io interiore”. Il risultato è una impressionante serie di volti frammentati, definiti da poche e semplici linee, che somigliano in alcuni tratti a immagini celebri della storia dell’arte. In quanto “auto-ritratti”, questi rappresentano ontologicamente la parte più intima di persone generate casualmente dall’intelligenza artificiale. Riportandoli su carta Amorales avvia una nuova narrazione, dove i soggetti mai esistiti, si confondono in sfumature personali e collettive, reali e fittizie, erodendo il dualismo dialettico di queste sfere concettuali e aprendo le porta a una dimensione quasi mistica dove aspetti della spiritualità napoletana si legano alla cultura messicana. Come nel culto delle anime pezzentelle, entità senza nome vengono curate, connotate e finalmente rappresentate, acquistano consistenza e - abbandonando i tratti del disegno bidimensionale - si fanno icone luminose per il definitivo passaggio dal purgatorio al paradiso. Mortali e divine producono l’iconodulia dell’io interiore.

Biografia

Carlos Amorales (nato nel 1970 a Città del Messico) ha studiato arti visive alla Gerrit Rietveld Academie e alla Rijksakademie van Beeldende Kunsten, ad Amsterdam, Paesi Bassi. Ha realizzato residenze artistiche presso Atelier Calder en Saché (2012) e MAC/VAL en Vitry-sur-Seine (2011) in Francia, e come parte del programma Smithsonian Artist Research Fellowship a Washington (2010), Stati Uniti.
I lavori di ricerca più estesi che connettono quasi tutti i suoi lavori sono: Los Amorales (1996-2001), Liquid Archive (1999-2010), Nuevos Ricos (2004-2009) e un'esplorazione tipografica in congiunzione con il linguaggio cinematografico (2013-oggi). Tra le sue numerose mostre personali si possono citare: The Factory, Stedelijk Museum (Amsterdam, Paesi Bassi, 2019-2020); Axioms for Action, MUAC, UNAM (México, 2018) e MARCO (Monterrey, 2019); Working Tools, MAMM, (Medellin, 2017); Anti Tropicalia, Museo de Arte y Diseño (Costa Rica, 2015); Black Cloud, Power Plant, (Toronto, 2015); El Esplendor Geométrico, Kurimanzutto (Messico, 2015), Germinal, Museo Tamayo (Città del Messico, 2013); Nuevos Ricos, Kunsthalle Fridericianum (Kassel, 2010); Four Animations, Five Drawings and a Plague, Philadelphia Museum of Art (2008); Discarded Spider, Cincinnati Art Center (2008). Alcune delle sue mostre collettive più importanti comprendono: Under the Same Sun. Art From Latin America Today, Museo Guggenheim (New York, 2014); New Perspectives in Latin American Art, MoMA (New York, 2007); Mexico City: An Exhibition About the Exchange Rate of Bodies and Values, MoMA PS1 (New York, 2002); e performances come Amorales vs. Amorales, Centre Georges Pompidou (Parigi 2001), SF MoMA (San Francisco, 2003) e Tate Modern (Londra, 2003). Inoltre, ha rappresentato il Messico alla 57a Biennale di Venezia con il progetto Life in the Folds, e i Paesi Bassi nella stessa Biennale nel 2003. Ha anche partecipato a biennali come Manifesta 9 (Belgio, 2012), Biennale de la Habana (Cuba, 2015 y 2009), Performa (New York, 2007), Berlin Biennial (2001 y 2014), Manif d´art 8 The Québec Biennale 2017. Le sue opere sono in collezioni internazionali come il Museo Tamayo e il Museo Universitario de Arte Contemporáneo, Città del Messico: Tate Modern, Londra; Il Museum of Modern Art e il Guggenheim Museum, New York; Walker Art Center, Minneapolis; Museo Boijmans van Beuningen, Rotterdam; tra gli altri