Carlo Maratti e l’incisione

Curata da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Stefano Papetti, due tra i più autorevoli studiosi del barocco romano, l’esposizione mette in luce il rapporto tra pittura, incisione e riproduzione nel linguaggio marattesco.

Comunicato stampa

La Pinacoteca Civica “Francesco Podesti” di Ancona, città candidata a Capitale italiana della Cultura 2028, che ha appena riaperto al pubblico con centinaia di visitatori registrati in solo due settimane, dà il via alla sua attività espositiva con la mostra Carlo Maratti e l’incisione dal 20 dicembre 2025 al 15 marzo 2026. Curata da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Stefano Papetti, due tra i più autorevoli studiosi del barocco romano, l’esposizione mette in luce il rapporto tra pittura, incisione e riproduzione nel linguaggio marattesco. La mostra è inoltre parte integrante del programma ufficiale del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del IV Centenario della nascita dell’artista, istituito dal Ministero della Cultura e sostenuti dalla Regione Marche, dai Comuni di Ancona, Camerano e Ascoli Piceno e con il prestigioso patrocinio dell’Accademia Nazionale di San Luca, di cui Maratti fu Principe.

“Con la mostra dedicata a Carlo Maratti, il Comune di Ancona entra nel vivo delle Celebrazioni dell’artista e la Pinacoteca Civica assume il ruolo di palazzo dell’arte, hub progettuale ed espositivo dove la ricerca e lo studio si uniscono al godimento dei capolavori, tra cui la grandiosa pala d’altare di Carlo Maratti “Madonna in gloria e santi”, proveniente dalla distrutta chiesa di San Nicola di Ancona”, dichiara Marta Paraventi Assessore alla Cultura di Ancona.

Nato a Camerano nel 1625, Carlo Maratti si distinse fin da giovane per il talento straordinario che lo condusse presto a Roma, dove si formò sotto Andrea Sacchi e divenne il principale interprete del classicismo barocco nella seconda metà del Seicento. Pur sviluppando la sua carriera nella capitale, Maratti mantenne sempre un forte legame con le Marche, tornando più volte nella sua terra d’origine e intrattenendo rapporti con committenti locali. L’esposizione riunisce un corpus straordinario di opere, molte delle quali inedite o raramente esposte, offrendo una riflessione sull’importanza della riproduzione delle immagini nella costruzione della fama e dell’identità artistica. Come spiega Claudio Strinati, presidente del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del IV Centenario, “celebrare Carlo Maratti significa celebrare non solo un artista straordinario, ma una visione del classicismo romano che ha avuto una risonanza europea. L’incisione fu per Maratti uno strumento di modernità: capì prima di altri che la diffusione delle immagini sarebbe stata la chiave per consolidare la memoria del proprio stile.”

Il progetto espositivo rappresenta un raro esempio di mostra monografica sull’opera incisoria di Maratti costruita con metodo filologico e scientifico, in cui la ricerca e la divulgazione si intrecciano. Le 44 incisioni esposte, suddivise per tipologia e funzione, offrono un percorso completo: dalle incisioni autografe dell’artista alle riproduzioni dei suoi capolavori, fino alle illustrazioni librarie e ai soggetti legati all’Accademia dell’Arcadia, rivelando l’ampiezza della sua influenza artistica e culturale. Un elemento centrale della mostra riguarda l’uso innovativo dell’incisione come mezzo di diffusione e consacrazione della propria opera. Maratti seguì e supervisionò la trasposizione calcografica di oltre 400 incisioni tratte da suoi disegni e dipinti e realizzò 13 incisioni originali giovanili, tutte presenti in mostra. Queste opere, affidate a celebri incisori europei, permisero al linguaggio marattesco una diffusione capillare tra corti, accademie artistiche e circuiti collezionistici, molto prima dell’invenzione della fotografia. In molti casi le stampe venivano commissionate prima ancora che il dipinto originale fosse collocato o inviato, come avvenne per opere destinate a Roma, Vienna e Palermo.

Pur rimanendo fedele a un ideale di bellezza armoniosa e nobile, Carlo Maratti emerge nel panorama della pittura barocca del secondo Seicento come maestro di sobrietà e misura, interprete di un classicismo aggiornato e capace di rispondere alle esigenze religiose e ideologiche della Controriforma. La sua lunga carriera lo vide protagonista della scena artistica romana dopo la scomparsa di Pietro da Cortona e Gian Lorenzo Bernini, assumendo progressivamente il ruolo di caposcuola della pittura romana in età tardo-barocca. Conteso da papi, cardinali, ambasciatori, collezionisti e monarchi, Maratti fu il ritrattista ufficiale di pontefici e alti prelati e realizzò pale d’altare destinate alle maggiori chiese barocche di Roma. Tra i suoi committenti più importanti vi furono le famiglie nobili romane, come gli Altieri, e la sua fama raggiunse le corti europee, conquistando anche i viaggiatori del Grand Tour che desideravano essere ritratti dal “gran Maratti”.

Completa il programma espositivo della Pinacoteca Civica “Francesco Podesti” anche la mostra Umberto Grati - Spin Off dedicata al noto illustratore e pittore anconetano scomparso recentemente. In mostra, fino al 4 maggio 2025, le opere più iconiche dell’artista.

Ad arricchire l’offerta culturale della città dorica l’esposizione Erratica, in corso fino al 28 febbraio 2026 presso la Mole Vanvitelliana, dedicata al Premio Marche che dopo vent’anni torna ad Ancona: un excursus dagli esordi fino alla fine degli anni Novanta del Novecento, con un focus sui 25 anni in cui si è svolto lontano dalla città natia con una sezione dedicata agli artisti che rappresentano lo stato attuale dell’arte contemporanea.