Carlo Catuogno – Segni gesti corpi di natura

Informazioni Evento

Luogo
ORTO BOTANICO
Via P. A. Mattioli, 4, Siena, Italia
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì 8.00-17.30, sabato 8.00-12.30, domenica e festivi chiuso

Vernissage
11/07/2013

ore 11

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Carlo Catuogno
Curatori
Annamaria Restieri
Generi
arte contemporanea, personale
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La mostra propone alcune opere realizzate dall’artista in questi ultimi anni a fianco a due dipinti degli anni Ottanta: si tratta di ceramiche, gouaches, disegni, dipinti e tra questi Dentro, Dall’alto delle betulle entrambi del 1988.

Comunicato stampa

Giovedì 11 luglio alle ore 11,00 sarà inaugurata presso la Serra Storica dell’Orto Botanico del Museo Botanico dell’Università di Siena la mostra CATUOGNO segni, gesti, corpi di natura che s’iscrive il programma Uni-Arte 2013, promosso dalla Regione Toscana, dall’Unione Europea, dall’Università degli Studi di Siena con la collaborazione dell’URP Europe Direct Siena.
L’esposizione, curata da Annamaria Restieri, è stata promossa dal Dipartimento di Scienze della Vita, direzione del Museo Botanico e dalla Cattedra di Storia dell’Arte contemporanea del Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali, propone alcune opere realizzate dall’artista in questi ultimi anni a fianco a due dipinti degli anni Ottanta: si tratta di ceramiche, gouaches, disegni, dipinti e tra questi Dentro, Dall’alto delle betulle entrambi del 1988.
«Nell’arco di tempo che va dalla fine degli anni Novanta ai primi anni del 2000 – scrive Annamaria Restieri –, una nuova spazialità sembra prendere il sopravvento. Opere quali Se la luna andasse a dormire nel mare del 1997 a La grazia spettinata passa sull’acqua del 2012, rivelano composizioni più aeree dalle quali si dipanano gesti decisi, energici accompagnati da piccole macchie di colore ora più chiare ora più scure che conservano in sé echi di trascorsi pittorici. La pittura di Catuogno vive di attimi, di vibrazioni liriche e di fuggevoli impulsi che nascono dal di dentro, accompagnano l’esistenza dell’artista per poi depositarsi sul supporto, sia esso carta, tela e ceramica. Come una seconda pelle, l’arte porta con sé i segni evocativi di un vissuto intriso di ricordi e sensazioni su un tracciato immaginativo in costante divenire».
«Carlo Catuogno era approdato all’alba del decennio Novanta – scrive Massimo Bignardi docente di Storia dell’Arte contemporanea dell’Ateneo senese nel testo pubblicato nella monografia che accompagna la mostra – alla riscoperta di una materia alchemica della pittura: essa non era più un luogo nel quale scavare, fino a livellare la superficie e annotare i segni di un'archeologia personale e privata. La materia riconquista la superficie, anzi esplode in avanti, quasi come se volesse liberarsi dal suo stato di colore, prendere corpo nello spazio, lasciare la metafora e divenire luogo implicito del racconto».

CARLO CATUOGNO (1953). Dopo aver conseguito la maturità di arte applicata, frequenta la facoltà di Architettura di Napoli, poi l’Accademia di Belle Arti di Frosinone ove si diploma in Pittura. Risalgono ai primi anni Settanta le sue esperienze orientate alla sperimentazione di più materiali tra i quali il legno che, nell’evidente centralità di assunzione, ne verifica il legame ai dettami di un certo oggettualismo povero. Un tracciato questo che sarà ben presto abbandonato dall’artista per un più deciso sconfinamento nell’ambito del pittorico.
Comincia tra il 1974 e il 1975 l’attenzione al colore e alla materia esaltati in un linguaggio che va declinando verso un codice astratto, sebbene ancora intrecciato alla presenza di una germinativa e velata figurazione. In sostanza il suo contatto con la materia, pur introdotto da quella prima fase di sperimentazioni, non è ancora definito all’infuori di un significato alchemico, tanto che i lavori realizzati nella seconda metà del decennio Settanta, si caratterizzano ancora per una sorta di ambiguità sospesa tra figurazione e astrazione. È col sorgere del decennio Ottanta che l’indagine condotta dall’artista approda ai modi di una completa astrazione, per la quale materia e colore assumono ora la valenza di tracce esistenziali. Dal 1982 è presente a varie edizioni dell’Expo-Arte di Bari e partecipa alle esposizioni “Opera Omnia” (1984), “La tradizione in rivolta” (1985), “Emozionalità del quotidiano” ed è invitato al Premio Michetti (1986). Nel 1987 tiene una personale alla Pinacoteca Comunale di Macerata; nel 1988 è invitato alla rassegna “Direzione Sud-Est”, Museo di Capua (Napoli) mentre del 1989 è quello alla XXXIV Mostra d’arte contemporanea di Termoli. Nello stesso anno tiene la personale alla Galleria Nuovo Aleph di Milano. Negli anni Novanta la sua attenzione per la materia si concentra verso l’enucleazione di pagine dense di colore e di spessore: nel 1991 partecipa alla mostra “The Modernity of Lyrism” tenutasi alla Gummesons Konstgalleri di Stoccolma e poi Joensuu’s Art Museum (Finlandia); nel 1994 tiene una personale alla Basilica di Montesanto di Roma. Nel corso dei primi anni Novanta si fa insistente l’attenzione e lo studio della pratica ceramica; dapprima con lo sguardo alla decorazione, poi insistendo sulla forma: è quanto testimoniano le opere ceramiche che espone in occasione della grande mostra “Artinceramica” allestita alle Scuderie del Palazzo Reale di Napoli nel 1997, in “Arie mediterranee” che si terrà nella primavera del 1998 al Medelhavsmuseet di Stoccolma. Tra le recenti presenze si segnalano nel 2011 "Carte Contemporanee", una mostra che fa il punto sulla esperienze del disegno italiano dal 1943 agli anni Novanta, promossa dal Museo-FRAC di Baronissi; nel 2012 è invitato al "53° Premio Internazionale 2012 Bice Bugatti G. Segantini".

In occasione è stato pubblicato, dalla Gutenberg Edizioni, il volume monografico Carlo Catuogno. Il gesto della pittura a cura di Annamaria Restieri, introdotto da scritti di Massimo Bignardi e Ada Patrizia Fiorillo, un’intervista all’artista della curatrice, nonché un’antologia della critica con testi, tra gli altri, di Angelo Trimarco, Vitaliano Corbi, Sabato Calvanese, Enrico Crispolti, Ilmar Laaban, Antonio D’Avossa, apparati biografici e bibliografici ed un ampio corredo illustrativo a colori e in bianco e nero.