Buildingbox – Gaspare Luigi Marcone

Informazioni Evento

Luogo
BUILDING
via Monte di Pietà, 23, 20121 , Milano, Italia
Date
Dal al

lavori sono visibili 24 ore su 24

Vernissage
03/06/2023

NO

Artisti
Gaspare Luigi Marcone
Generi
arte contemporanea, personale
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BUILDINGBOX ospita l’opera Corpus Vitrearum dell’artista Gaspare (Terlizzi, 1983).

Comunicato stampa

Distruzione e rigenerazione. Il pensiero filosofico sviluppatosi attorno ai frammenti di Eraclito riteneva che il fuoco fosse l’agente trasformatore primordiale dal quale si genera l’acqua, che a sua volta fa nascere la terra e che nuovamente, in un ciclo eterno, si trasforma in fuoco. Anche se l’origine dell’acqua sul pianeta Terra rimane sconosciuta, è la nostra stella, il Sole, che garantisce la sua presenza sulla superficie terrestre. È ancora l’aumento della temperatura dell’acqua che per ebollizione o sublimazione innesca il passaggio dallo stato liquido, o solido, allo stato aeriforme del vapore. Con Corpus Vitrearum Gaspare evoca il ciclo di cambiamento di stato tra gli elementi, cogliendo in particolare il momento di trasformazione della materia generato dal calore, dalla combustione. Mentre realizzava alcuni lavori su tela o su carta, sempre ottenuti “stratificando” materiali neri eterogenei quali tempera, china, acrilico, carbone, l’artista ha conservato l’acqua coloratasi di nero durante la prassi operativa e ha bruciato il proprio lavoro. Raccolta quindi sia l’acqua “nera” sia la cenere di ogni opera ha racchiuso i materiali in una bottiglia di vetro sigillando e firmando il tappo. Ogni vetro contiene un’altra opera d’arte, a simboleggiare il tentativo di distruggere e rinnovare la materia, il tempo e la memoria. Sintesi del processo e del residuo dell’opera, il liquido ha una diversa consistenza e composizione a seconda dei materiali usati per creare il lavoro originario.

Per il progetto Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) presentato all’interno di BUILDINGBOX, Gaspare allestisce un insieme di ampolle del proprio Corpus Vitrearum, immagine di metamorfosi e del ciclico rinnovarsi di stato dei corpi nella loro frammentazione e, metaforicamente, anche della propria pratica artistica.

L’esposizione costituisce il sesto appuntamento di Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora), un progetto espositivo a cura di Giulia Bortoluzzi che, dal 7 gennaio 2023 al 9 gennaio 2024, coinvolge nello spazio di BUILDINGBOX dodici artisti contemporanei italiani, invitati a riflettere sul tema dell’acqua in dodici appuntamenti individuali a cadenza mensile, scanditi dal calendario lunare.

Il titolo rimanda alla poesia Falsetto (1923) di Eugenio Montale, raccolta in Ossi di Seppia (1925), dove l’autore, presentando il personaggio di Esterina come una “equorea creatura”, parla del mare come della vita e della meraviglia di vivere senza preoccupazioni per il futuro: “L’acqua è la forza che ti tempra, nell’acqua ti ritrovi e ti rinnovi”. L’immagine di Montale è rappresentativa della consuetudine umana di associare l’acqua all’esistenza. Mircea Eliade nel suo Trattato di Storia delle Religioni (1949) la descrive come la totalità delle virtualità, la matrice di tutte le possibilità di vita, fondamento del mondo intero. L’acqua è all’origine di ogni manifestazione cosmica, simboleggia la sostanza primordiale dalla quale nascono tutte le forme, e alla quale tornano, per regressione o cataclisma. L’acqua fu al principio e torna alla fine di ogni ciclo storico o cosmico. Esisterà sempre, mai sola perché germinativa, racchiudendo nella propria unità indivisa le virtualità di tutte le forme. Nella cosmogonia, nel mito, nel rituale, nell’iconografia, l’acqua svolge la stessa funzione: precede ogni forma e sostiene ogni creazione. Simbolo di vita, dà al divenire universale una struttura ciclica.

Seguendo idealmente l’andamento ciclico delle maree vive (che si verificano mensilmente quando Luna, Terra e Sole sono astronomicamente allineati fra loro), ad ogni luna piena dell’anno 2023, BUILDINGBOX accoglie i progetti di dodici artisti contemporanei italiani chiamati a dialogare sul tema dell’acqua: Ludovico Bomben (Pordenone, 1982), Jaya Cozzani (Mumbai/Kanchipuram, 1982), Barbara De Ponti (Milano, 1975), Gaspare (Terlizzi, 1983), Michele Guido (Aradeo, 1976), Silvia Mariotti (Fano, 1980), Fabio Marullo (Catania, 1973), Elena Mazzi (Reggio Emilia, 1984), Ignazio Mortellaro (Palermo, 1978), Fabio Roncato (Rimini, 1982), Michele Spanghero (Gorizia, 1979), Virginia Zanetti (Fiesole, 1981).

Gli interventi presentati in Equorea (di mari, ghiacci, nuvole e altre acque ancora) sono concepiti come site-specific (in alcuni casi inediti e in altri rielaborazioni di ricerche formalizzate in precedenza) e assumono l’acqua a emblema di ogni elemento naturale e più in generale come forma di vita e di possibilità di creazione. Tematica che non è solo fonte di fascinazione e ispirazione, ma che genera anche una particolare riflessione verso scenari futuri. La vita di tutti gli organismi sulla Terra dipende, infatti, dalla presenza di acqua e si trasforma secondo le sue mutazioni esaurendosi al suo deperimento. L’origine dell’acqua sul nostro pianeta non ha ancora trovato una spiegazione scientifica certa; generata dalla frantumazione di comete o meteoriti precipitate dallo spazio o da esplosioni vulcaniche in tempi antichissimi, la sua presenza risale nell’immaginario collettivo al momento mitologico della creazione che racchiude idealmente l’esistenza possibile di ogni cosa.