Bruno Zanichelli – Rose Candite e Tramezzini Volanti

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA SPAZIO 44
via Maria Vittoria 44, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
20/01/2024

ore 18.30

Artisti
Bruno Zanichelli
Curatori
Edoardo Di Mauro
Generi
arte contemporanea, personale
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Bruno Zanichelli, nella sua breve vita, conclusa a meno di ventisette anni, è riuscito, conscio di questo, a lasciare nei suoi contemporanei e nei posteri una traccia indelebile, quella di una superiore e vibrante sensibilità.

Comunicato stampa

Bruno Zanichelli, nella sua breve vita, conclusa a meno di ventisette anni, è riuscito, conscio di questo, a lasciare nei suoi contemporanei e nei posteri una traccia indelebile, quella di una superiore e vibrante sensibilità, unita alla capacità di sintetizzare gli umori e le inclinazioni, ma anche il senso di crisi e disorientamento per un futuro che si prospettava incerto e liquido fin da allora, di una generazione esemplare del Novecento, quella dei “boomers” nati tra la fine degli anni Cinquanta ed i primi anni Sessanta, di cui anch’io faccio parte.

L’artista era lucidamente consapevole della inevitabilità, al termine di una lunga e tenace battaglia combattuta con ogni mezzo, di una fine prematura causata da una malattia incurabile del sangue. Proprio per questo nell’ultima parte della sua vita si dedica con grande dedizione ed impegno, incurante della sofferenza, all’attività artistica, desideroso di lasciare di sé non solo un ricordo, ma una testimonianza per il futuro, una possibile immortalità effettivamente raggiunta e che non va dispersa.

Ho già riportato, in altre presentazioni dedicate a Bruno, questa sua dichiarazione, ma la riprendo anche in questo contesto, per chi ancora non la conoscesse, proprio perché sintetizza esemplarmente la sua lucida consapevolezza finale: “Conscio, o comunque sospettoso del fatto di non avere sessant’anni di carriera innanzi dovuti al castigo del mio male, decido di comprimere questi anni ipotetici di lavoro nel minor tempo a disposizione, di cui comunque non consola la quantità. Opero così un’accelerazione tecnica, stilistica, mentale e produttiva che dovrebbe consentirmi una proiezione ad inerzia verso quel tempo che forse non potrò avere. E così che, a ventisei anni, lavorando da tre, ho ottenuto con questo impegno molto più di quanto ne avrei ottenuto senza la mia nefasta peculiarità. In quest’arco di tempo sono invecchiato molto; ho modificato il mio lavoro e mi sono affaticato parecchio”.

Lo stile di Zanichelli è ormai noto a molti, particolarmente a Torino.

La sua cifra stilistica, comune a diversi compagni di generazione, ma in lui carica di una dose di visionarietà che la rende inconfondibile, consiste principalmente nella capacità, con pittura acrilica su tela, ed una tecnica che, partita dal fumetto e dalla grafica pubblicitaria, che negli anni Ottanta conobbero uno dei momenti di massimo fulgore creativo, di mescolare spunti visivi fabulistici, ma in grado talvolta di planare sulla superficie della storia e del reale più estremo, sebbene sempre con valenza simbolica ed allegorica, frammenti di intimità quotidiana,  costruzioni di geometria ”dolce”, cronache fantastiche di un futuro prossimo forse già presente nell’ inconscio collettivo.

Il titolo della mostra presso lo Spazio 44, e di un libro di prossima stampa, introduce all’altra protagonista dell’evento che è Claudia Converso.

L’artista, con una storia ed un presente legato alla pubblicità ed all’editoria, ha aperto a fine 2022 la Galleria Spazio 44 in via Maria Vittoria, prospiciente Piazza Vittorio e i Murazzi, luoghi emblematici di una Torino che si intende ricordare per quella che fu e valorizzare per quello che è.

La galleria riflette la creatività a tutto campo di Claudia Converso, ed è stata una ventata di novità ed energia nel panorama torinese, per la sua capacità di proporre varie opzioni artistiche, legate spesso ad una visione multidisciplinare, la musica è una delle componenti prioritarie dello spazio, così come l’offerta di soluzioni oggettuali legate all’art design ed alla comunicazione.

Come il sottoscritto, e molti altri protagonisti di quel periodo tutt’oggi attivi, Claudia è legata esistenzialmente all’immaginario degli anni Ottanta, visti non come nostalgico e sterile deposito di memoria, ma come luogo denso di storie e di suggestioni molto spesso capaci di anticipare i tempi, e da cui è utile trarre esempio, per una rilettura che può essere necessaria per capire quello che tutti noi oggi stiamo vivendo, essendo stato l’ultimo periodo della storia recente in grado di ipotizzare concretamente una proiezione verso il futuro.

“Rose Candite e Tramezzini Volanti” è un titolo che nasce dalla intensa frequentazione e comunione spirituale che Claudia Converso e Bruno Zanichelli hanno intrattenuto, specialmente nei mesi precedenti la scomparsa dell’artista, avvenuta a gennaio 1990.

Da un punto di vista artistico Claudia Converso ha sempre avuto una predilezione per la fiaba, elemento archetipo che permette di affrontare lo scenario della contemporaneità negandolo in apparenza, con uno stile fortemente allegorico ed immerso in una dimensione surreale e fabulistica. L'importanza della fiaba nella storia della cultura è stata evidenziata, nel corso del Novecento, da eminenti studiosi di linguistica, in particolare dall' antropologo russo Vladimir Propp.

Nel suo scritto “Morfologia della fiaba”, Propp identifica 31 funzioni narrative ricorrenti nella struttura narrativa, soffermandosi sui ruoli ricoperti dai personaggi e sull’intreccio, più importanti rispetto alla fisicità effettiva dei protagonisti.

La fiaba è una forma letteraria antica e premoderna e ben le si addice, quindi, una funzione simbolica all'interno della stagione post-moderna.

L’affinità dell’immaginario ha dato origine alla pubblicazione di un libro costituito da due diversi racconti, con un titolo “Sangre. Il Miracolo”, che richiama la malattia di Zanichelli, ed anche, pur nel dramma incombente, la sua ammirevole capacità di ironizzare sul suo destino, con gli strumenti, complici e congiunti, della scrittura e della pittura.

Il contributo di Claudia Converso, dal titolo “Il Gioco della Rosa (primo amore di una vampira), è un racconto in forma di fiaba, che riprende la tradizione letteraria delle fanciulle salvate dal cavaliere, o principe, senza macchia e senza paura, solo che questa volta, nelle vesti della Biancaneve di turno, è calata una giovane vampira.

Nel racconto, che si configura come un romanzo breve, di Bruno Zanichelli, “Rose Candite e Tramezzini Volanti”, protagonisti, insieme ad una serie di comprimari, sono un giovane studente , Peter, che sullo sfondo di una New York che è quella ancora vibrante metropoli underground degli anni Ottanta, tappa fondamentale dell’immaginario di quell’epoca, trova il riscatto dalla timidezza e da un’esistenza tendenzialmente anonima, grazie al casuale contatto con una fonte di radioattività, che lo trasforma in una sorta di emulo dell’Uomo Ragno, ed all’incontro, negli anfratti degradati della città, con una giovane e tenera vampira, Fuxia, con cui intreccia una  relazione amorosa, e con cui va alla ricerca del sangue mensilmente necessario alla sua sopravvivenza, saccheggiandolo negli ambulatori degli ospedali, per impedire, in accordo con lei, che si debba ricorrere a vittime umane. In una di queste scorribande Peter troverà purtroppo la morte.

Il romanzo breve di Zanichelli è un arguto pastiche che raccoglie spunti diversi, mescolando immaginario fumettistico e quella estetica della metropoli che caratterizzerà la giovane narrativa anglosassone, ma anche italiana con il gruppo dei Cannibali, negli anni Ottanta e Novanta, facendo coincidere realismo estremo con la dimensione di una straniante surrealtà.

Allestite in galleria tele significative di Bruno Zanichelli, quasi tutte del suo ultimo periodo, tra cui una struggente opera incompiuta che è una sintesi a più piani della trama del romanzo.

Le opere di Claudia Converso sintetizzano invece quella che è la sua ricerca artistica, sempre fondata su un uso nitido e vivificante del colore, principale medium espressivo.

Quindi abbiamo i ritratti e gli autoritratti, in cui l’artista riesce nell’intento di penetrare a fondo nell’inconscio dei personaggi rappresentati, naturalmente a partire da sé stessa,

Abbiamo poi altre due serie di lavori pittorici, ispirati alla dimensione della fiaba.

Nella prima sono presenti protagoniste al femminile di quella dimensione narrativa che, dalla dimensione aulica, sprofondano nelle tensioni e nella violenza del presente, di cui troppo spesso la donna è vittima.

Nei secondi personaggi sia maschili che femminili subiscono la perdita della loro dimensione magica ed auratica, calata nel quotidiano del disfacimento fisico, del vizio e della malattia.

 

Edoardo Di Mauro, gennaio 2024.