Bruno Paolo Benedetti – I colori della natura
La serie di foto prende spunto dai colori che si trovano nella natura: l’acqua con i suoi riflessi, i fiori, il ghiaccio, la neve, il muschio, il mare. Le immagini sono state trasformate in forme fluide e astratte, che lasciano libera l’interpretazione dell’osservatore.
Comunicato stampa
I COLORI DELLA NATURA
La serie di foto prende spunto dai colori che si trovano nella natura: l’acqua con i suoi riflessi, i fiori, il ghiaccio, la neve, il muschio, il mare. Le immagini sono state trasformate in forme fluide e astratte, che lasciano libera l’interpretazione dell’osservatore. Le fotografie sono state scattate durante tutto l’arco delle stagioni ed evidenziano i colori tipici di ognuna. Dai colori vivi della primavera, a quelle sfumati riflessi nel ghiaccio dell’inverno, ai colori intensi della primavera ed a quelli tenui dell’autunno. Nessuna elaborazione è stata fatta sui colori e le fotografie sono sia macro che paesaggi, piuttosto che primi piani. Si tratta di una visione di particolari della realtà che ci circonda, che a volte sfugge ai nostri occhi oppure che ci è impossibile vedere in quanto non visibile ad occhio nudo, oppure una reinterpretazione della stessa con il colore come elemento principale. L’immagine diventa fluida e si dissolve nel colore.
Bruno Paolo Benedetti, nato nel 1954, inizia a frequentare corsi di fotografia a partire dal 1970. A 27 anni inizia a lavorare nella camera oscura ed inizia a viaggiare per approfondire le conoscenze delle altre culture e religioni. Laureato in lingue, russo e tedesco, approfondisce le proprie conoscenze di altre lingue come il francese e l’inglese e lo spagnolo, già parlate prima della laurea. In questo modo la sua ricerca viene agevolata dalla facilità nell’avere contatti con persone di altre culture. La produzione fotografica si concentra sulle foto di viaggio e sulle foto di architettura. Mete di viaggio sono l’India, il Bhutan, il Nepal, l’Indonesia, Cuba ed i paesi dei caraibi, il Messico, il Sudafrica, le isole Comore, l’Egitto e tutta l’europa occidentale e del nord.
L’approccio alla fine art photography inizia dopo il 2.000, con uno studio sulla luce e i riflessi, con contrasti e giochi di luci, piuttosto che immagini riflesse nell’acqua. Tale produzione si è poi evoluta in due filoni principali: le fotografie astratte, altrimenti definite come non oggettive e le foto surrealiste, facenti riferimento ad archetipi di carattere culturale e religioso.
La luce, i colori ed i riflessi rimangono sempre il filo conduttore della produzione artistica e si ramificano in questi due filoni, oltre a mantenere la produzione con immagini legate alla realtà visiva.
Il concetto base è la visione della realtà nascosta ai nostri occhi e la scoperta di diverse prospettive che ci permettono nuove sensazioni ed emozioni. Dal reale all’immaginario ed al trascendente, scoprire quello che è accanto a noi e dentro di noi. Nella realtà ed al di là della realtà con i nostri sensi e la nostra immaginazione.