Borderlight. City as a vision

Informazioni Evento

Luogo
SAN VITTORE E 40 MARTIRI
viale Lucania 18, Milano , Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì - venerdì dalle ore 17 alle 20:30,
sabato dalle ore 16 alle 19

Vernissage
22/05/2018

ore 18,30

Contatti
Email: borderlight@nonriservato.net
Sito web: http://www.borderlight.space
Patrocini

Lacittàintorno di Fondazione Cariplo
in collaborazione con NonRiservato
e con il supporto del Comune di Milano

Curatori
Gabi Scardi
Uffici stampa
ELENA BARI - NEWRELEASE
Generi
arte contemporanea, personale

A cura di Gabi Scardi, allestita negli spazi délabré del cantiere di San Vittore e 40 Martiri, BORDERLIGHT. City as a vision è sintesi e sviluppo del viaggio multidisciplinare che il progetto Borderlight compie attraverso il paesaggio notturno urbano milanese.

Comunicato stampa

BORDERLIGHT. City as a vision
un intervento del Collettivo Borderlight: Lorenzo Bruscaglioni, Emilia Castioni,
Nicola Ciancio, Simona Da Pozzo, Cecilia Di Gaddo, Alice Grassi, Isabella Mara.
a cura di Gabi Scardi
opening martedì 22 maggio | ore 18:30
San Vittore e 40 Martiri | viale Lucania 18, Milano

La mostra BORDERLIGHT. City as a vision sarà inaugurata martedì 22 maggio, nell’ambito del programma Lacittàintorno di Fondazione Cariplo ed in continuità con il progetto Borderlight di Non Riservato, condotto con il supporto del Comune di Milano.
A cura di Gabi Scardi, allestita negli spazi délabré del cantiere di San Vittore e 40 Martiri, BORDERLIGHT. City as a vision è sintesi e sviluppo del viaggio multidisciplinare che il progetto Borderlight compie attraverso il paesaggio notturno urbano milanese. Attraverso pratiche partecipative, laboratori, talk e installazioni, le artiste e i designer del Collettivo Borderlight (Lorenzo Bruscaglioni, Emilia Castioni, Nicola Ciancio, Simona Da Pozzo, Cecilia Di Gaddo, Alice Grassi, Isabella Mara) hanno esplorato il buio inteso come spazio poetico da conquistare e svelare per creare nuove visioni cittadine, per re-immaginare Milano, per rendere visibile l’impercettibile e il liminale. Mimetizzati fra i cespugli, installati fra i palazzi, sui tetti di edifici, nei giardini e in altri luoghi individuati in collaborazione con municipi, biblioteche e realtà attive sul territorio, i moduli luminosi Borderlight sono diventati il ponte per esplorare i luoghi di confine; hanno scolpito il buio con la luce, svelato la notte, fatto emergere un palco dove compiere nuove azioni e narrare nuove storie.
Con Borderlight, il Collettivo sperimenta una nuova modalità collaborativa e si interroga sulle progettualità partecipative, con lo scopo di reintegrare i luoghi di confine nell’immaginario collettivo, siano essi i margini economici e sociali, i confini tra la dimensione rurale e quella urbana, il limite come traccia storica o come pianificazione futura.
La percezione di un confine e la visione limitata/parziale che si sperimenta di notte hanno in comune il fatto di poter generare un senso di limite e di paura, ma anche una attitudine esplorativa. Focalizzarsi su ciò che sta ai margini, agire sulla percezione dello spazio della visione è uno degli scopi del progetto.
Punto di partenza di BORDERLIGHT. City as a vision è l’intervento luminoso Temp#14: una reinterpretazione, ad opera di Lorenzo Bruscaglioni, degli interventi di natura installativa che il Collettivo Borderlight ha compiuto in 8 municipi del Comune di Milano. Temp#14 vive di rinvii fra interno ed esterno e anima l’architettura della ex chiesa trasformandola in una sorta di diaframma.
Tutte le installazioni poste in spazi pubblici milanesi dal 2016 ad oggi, si ricompongono in un unico intervento site specific che in seguito alla mostra “esploderà” per ricollocarsi come un Monumento Diffuso che interpreta i confini della città.
La luce crea un ponte tra l’esterno e l’interno, sviluppandosi all’interno di San Vittore e 40 Martiri con un’ installazione composita e condivisa fra le artiste e i designer del Collettivo Borderlight. Anche se caratterizzati da modalità operative diverse, i membri del collettivo sono accomunati da un approccio in presa diretta rispetto al tessuto vivo della città, e sono ricettivi e sensibili nei confronti delle sue invisibili infrastrutture di storie e desideri. In questi anni di ricerca hanno usato la luce come il filtro attraverso il quale esplorare l’oscurità e come mezzo, anche metaforico, con cui connettersi alla trama urbana ed interpretarla.
Obiettivo comune è quello di restituire una visione decostruita ma allo stesso tempo familiare dei luoghi che Borderlight ha toccato nei suoi anni di ricerca attraverso interventi collettivi e individuali.
Con Visione periferica Emilia Castioni cristallizza i paesaggi creati da Borderlight nella notte. Le sue immagini restituiscono il punto di incontro tra i luoghi d’intervento ed i contrasti di luci ed ombre creati.
Simona Da Pozzo con la serie fotografica Luminescenze si rifà a una serie di azioni urbane di carattere performativo e partecipato basate sull’utilizzo di dispositivi luminosi indossabili da lei creati. Le sue azioni hanno generato visioni capaci di evidenziare il valore del margine, la densità di vissuto e le potenzialità che si celano nelle frange e nelle aree interstiziali della città. A restituire il senso di questo intervento, teso a ricomporre in modo lirico le geografie di Milano, nella ex-chiesa i corpi luminescenti appariranno tra le “pieghe architettoniche” dello spazio.
Il libro-installazione Passi di Isabella Mara è una spirale ascendente che evoca il processo storico di espansione della città e suggerisce un movimento, spaziale e di passaggio, dal buio alla luce. Passi vuole essere l’eco di passaggi, passeggiate, paesaggi e dell’esperienza dei workshop “LightBook” di Asterisma.
Le finestre, i balconi e i portoni, le tecniche costruttive tradizionali e l’arredo urbano di Milano si trasformano in pattern grafici con Facade 2672 di Cecilia Di Gaddo. L’intervento sui vetri della chiesa ha come punto di partenza una serie di workshop in cui i partecipanti, investigando i pattern come strumento di riconoscibilità dei luoghi, hanno raccontato gli ambienti dove abitano.
Accanto alla presentazione di installazioni ed interventi luminosi temporanei, si svolgeranno workshop, incontri e azioni negli spazi pubblici del quartiere Corvetto per mappare il luogo in cui portare una delle installazioni definitive del Monumento Diffuso.