Bertozzi&Casoni / Maria Lai – La mistica del quotidiano
Una mostra che mette in dialogo due giganti dell’arte contemporanea italiana — Bertozzi & Casoni e Maria Lai — con la ricca collezione permanente del museo, uno dei più autorevoli presidi della cultura ceramica in Sardegna.
Comunicato stampa
Una mostra che mette in dialogo due giganti dell’arte contemporanea italiana — Bertozzi & Casoni e Maria Lai — con la ricca collezione permanente del museo, uno dei più autorevoli presidi della cultura ceramica in Sardegna.
Due artisti che hanno innovato la ceramica in senso concettuale: da una parte Bertozzi & Casoni, protagonisti proprio in questi mesi di una splendida mostra al Museo di Capodimonte di Napoli, tempio italiano per eccellenza della ceramica; dall'altra Maria Lai, che usa questo medium costantemente nel corso della sua lunga carriera, fin dai suoi esordi.
La doppia personale nasce sotto l’alto patrocinio dell’ISRE – Istituto Superiore Regionale Etnografico, il cui Presidente Stefano Lavra sottolinea come questa esposizione «rafforzi la vocazione del Museo della Ceramica quale luogo aperto ai linguaggi del contemporaneo, capace di far dialogare la memoria identitaria della Sardegna con le più attuali ricerche artistiche».
La mostra è curata da Maria Livia Brunelli, storica dell’arte la cui attività, in costante equilibrio tra ricerca curatoriale e valorizzazione delle eccellenze italiane, rappresenta da anni una delle esperienze più incisive nel panorama nazionale. Attraverso la MLB Gallery di Ferrara e Porto Cervo, Maria Livia Brunelli ha infatti promosso con continuità artisti che intrecciano tradizione e concettualità, mantenendo sempre vivo il legame tra territorio, comunità e pratiche contemporanee, con particolare attenzione al contesto sardo sia della costa che dell'interno, che promuove da circa vent'anni attraverso il progetto "Contaminazioni di energie". Nella suggestiva esposizione nuorese, la curatrice sviluppa un dialogo poetico tra materia, memoria e visioni del quotidiano.
Il funzionario direttore del Polo Museale ISRE, Efisio Carbone, evidenzia come "La mistica del quotidiano" si inserisca «in una strategia di apertura del museo alle grandi narrazioni artistiche italiane, valorizzando la collezione permanente non come semplice archivio, ma come organismo vivo, generatore di relazioni e di nuovi significati». La mostra, infatti, si innesta sulle sezioni del percorso espositivo: dalla ceramica popolare alle prime produzioni artistiche del Novecento, dalla scuola di Dorgali ai dialoghi nazionali, accompagnando il visitatore in una riflessione sul ruolo della ceramica nella storia e nella contemporaneità.
Il percorso espositivo
Nelle sale dedicate al primo Novecento, Bertozzi & Casoni incontrano la stagione in cui in Sardegna la ceramica si emancipa dal solo ambito artigianale per diventare linguaggio artistico. Le loro celebri nature morte iperrealiste e surreali — tra vanitas, accumuli di scarti, reliquie del consumo e presenze animali — rispondono alla tradizione sarda con una visione radicale e lucidissima della società contemporanea. Come in un fermo immagine dell’abbandono, ogni oggetto diventa emblema del tempo che si consuma, mentre la ceramica eternizza ciò che, per sua natura, dovrebbe decomporsi.
Al secondo piano, nel dialogo con i ceramisti e le scuole del secondo Novecento, emerge la voce di Maria Lai, che considerava la ceramica una materia privilegiata sin dalla sua formazione con i grandi scultori Renato Marino Mazzacurati e Arturo Martini. Libri di ceramica, forme che custodiscono narrazioni, presepi come luoghi di mistero e comunità: Maria Lai riporta la materia all’essenza del gesto, al vuoto che dà significato, al racconto che non si svela interamente ma lascia intravedere.
Il cuore della mostra pulsa nella sala centrale, dove si affrontano due opere monumentali:
Il grande "Pinocchio" di Bertozzi & Casoni, figura anziana e stanca, abbandonata su una poltrona circondata da un cumulo di storiche edizioni e traduzioni della fiaba. Un’immagine potente, che trasforma il burattino in metafora dell’identità culturale come sedimentazione infinita.
"Il Susino – Omaggio a Bertolt Brecht" di Maria Lai, due rami di un albero fragile, simbolo della condizione dell'artista in momenti di criticità storica ed emotiva, che eleva la narrazione in un movimento opposto: non la stratificazione del racconto, ma la sua rarefazione poetica, la sua tensione verso il mistero, come sottolinea la poesia di Brecht trascritta a mano della stessa Maria Lai nel retro delle ceramiche.