Bernardino Luino – ll pensiero dipinto

La mostra personale di Bernardino Luino conferma un percorso coerente nel quadro della ricerca artistica delle varie espressioni del linguaggio figurativo.

Comunicato stampa

Dopo il successo della mostra di Sandro Luporini nel 2022-23, e della mostra I pittori della Metacosa nel 2024, rimanendo nell’ambito della pittura di Nuova Figurazione, la mostra personale di Bernardino Luino conferma un percorso coerente nel quadro della ricerca artistica delle varie espressioni del linguaggio figurativo. Essa stabilisce un rapporto di continuità, con le citate mostre di Sandro Luporini e del gruppo di pittori della Metacosa

Negli anni tra il 1975 e il 1980, tra Bernardino Luino e l’Associazione Adac-Arte di Modena si stabilì un rapporto di lavoro continuativo ed esclusivo. Il rapporto si interruppe dopo soli due anni, quando un importante gallerista americano, con sede a Manhattan, affascinato dalla bravura del giovane Luino gli propose un contratto di esclusiva. L’Adac, e per essa Adriano Primo Baldi, consapevole dell’importanza della proposta, sollecitò lo stesso Bernardino Luino ad accettare l’allettante proposta che poteva garantirgli in America una brillante carriera.

In poco tempo, con una serie di mostre a New York, presso la Gallery Henoch, di New York, Luino espone nel 1985 e ancora nel 1988 e nel 1994. Ormai impostosi all’attenzione della critica e dei collezionisti d’arte più importanti, anche in Italia viene invitato ad esporre nelle più prestigiose rassegne d’arte nazionali.

Ha partecipato alla XXIX, XXXI e XXXII Biennale Nazionale d’arte, e le sue incisioni sono state presentate alla IV, V e VI Triennale dell’incisione al Palazzo della Permanente di Milano e alla mostra Grafica italiana contemporanea, organizzata nel 1982 dalla Quadriennale Nazionale d’arte di Roma.

Trasferitosi a Parigi espone nel 2008 e nel 2010, in rue de Seine alla Galerie Déprez-Bellorget, presentando per la prima volta diversi paesaggi francesi.

Nel 2011 è invitato ad esporre alla 54esima Biennale di Venezia (padiglione Italiano). Biennale curata da Vittorio Sgarbi.

Negli ultimi vent’anni ha vissuto e lavorato in parte nello studio di Parigi e in parte in quello di Milano. Ha intrattenuto rapporti con le più affermate e prestigiose gallerie italiane, di New York e di Parigi.

La mostra di Viareggio riassume, attraverso l’esposizione di circa 100 opere tra quadri ad olio, tecniche miste, e 59 opere grafiche nelle diverse tecniche di incisione, un carattere comprensivo dei diversi periodi creativi del maestro.

Un’accurata selezione delle opere, in gran parte provenienti da collezionisti italiani e stranieri, sono il risultato di un impegno rigoroso che ha passato in rassegna un consistente numero di opere realizzate nel corso di cinquant’anni di vita. Ed è proprio quest’anno il cinquantesimo anniverario dall’esordio espositivo di Luino avvenuto a Firenze nel 1975 presso la Galleria Aglaia.

Questa personale è certamente l’esposizione più completa realizzata nel corso della storia artistica del pittore. Le grandi sale espositive della Gamc consentono un adeguato allestimento con la possibilità di dare spazio ai diversi periodi creativi di Bernardino Luino: da quello milanese, a quello americano e francese.

Si tratta di una mostra che si inserisce a pieno titolo tra quelle di grande prestigio realizzate dalla Gamc negli ultimi 10 anni. Mostre che comprendono i grandi nomi della pittura del ‘900 e che vanno da Lorenzo Viani, alla collezione Pieraccini: collezione che comprende opere di De Chirico, Carrà, Sironi e altri grandi artisti; senza contare poi le mostre di grande prestigio che il Comune di Viareggio ha realizzato in questi anni: da Moses Lévy a Sandro Luporini; dai Pittori della Metacosa a Giulio Turcato.
La realizzazione di un voluminoso catalogo di 220 pagine, riassume le tappe più importanti della lunga carriera del maestro Luino.

L’incisione per Luino è da sempre una forma espressiva della massima importanza così come lo è stata per Giorgio Morandi. Il catalogo contiene due saggi di particolare rilievo degli storici Roberto Cresti e Luca Pietro Nicoletti, più tre testi critici di Lorenzo Fiorucci, Giuseppe Fusari e Silvia Tomasi. Negli Apparati vi sono interventi critici dei maggiori storici dell’arte italiani a partire da Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi.

Nel corso dell’esposizione si terranno tre conferenze sui temi dell’arte con relatori lo scrittore Roberto Barbolini; il direttore del Museo del Novecento di Palazzo Ricci a Macerata Roberto Cresti; e Giuseppe Fusari già direttore del Museo Diocesano di Brescia. Di ogni conferenza daremo particolareggita comunicazione. Si tratta di una iniziativa che rappresenta un momento di formazione culturale e artistica nell’ambito dell’affascinante mondo dell’arte.