Bella la vita a Venezia | Antonio Corradini e Luigi Ghirri
La Fondazione Querini Stampalia inaugura due nuove mostre, con Venezia come protagonista: Bella la vita a Venezia e Disapparire. Antonio Corradini e Luigi Ghirri.
Comunicato stampa
La Fondazione Querini Stampalia inaugura due nuove mostre, con Venezia come protagonista: Bella la vita a Venezia e Disapparire. Antonio Corradini e Luigi Ghirri
Le due mostre segnano due tempi di un’unica visione curatoriale: da un lato la rilettura del patrimonio storico come specchio identitario, dall’altro l’apertura a linguaggi contemporanei capaci di generare nuove risonanze. Bella la vita a Venezia mette in primo piano la memoria custodita dalla Querini e la sua capacità di parlare al presente; Disapparire approfondisce invece il tema del velo, creando un dialogo tra opere del passato e sguardi attuali, dalla scultura alla fotografia. Insieme compongono una narrazione coerente, che non si limita a esporre, ma interpreta, intreccia e rimette in circolo la collezione, ponendo in primo piano una Fondazione che vive di tradizione e sperimentazione, in equilibrio dinamico con la città che la ospita.
Bella la vita a Venezia
Presenta l’intera collezione dei dipinti di Gabriel Bella, l’artista che più di ogni altro ha saputo raccontare la vita della Venezia del Settecento. Il titolo e la mostra giocano su tre linee di racconto: Bella come aggettivo e come nome dell’artista; la vita, perché è la quotidianità della città a farsi protagonista; Venezia, che attraverso queste immagini continua la sua secolare tradizione di autorappresentazione, propaganda e costruzione dell’immaginario collettivo. Un corpus capace di esaltare la magnificenza veneziana e di raccontare, attraverso immagini, il mito politico della Serenissima. Non un insieme casuale, ma un progetto iconografico unitario, elaborato probabilmente negli anni Ottanta del Settecento. Le 69 tele sono esposte accanto a incisioni del fondo storico della Biblioteca, oltre a una selezione di preziosi filmati provenienti dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce, girati tra il 1929 e il 1956, che ampliano la lettura del contesto storico e aprono a suggestioni contemporanee.
-Terzo piano
Disapparire. Antonio Corradini e Luigi Ghirri
Un velo sottilissimo unisce il marmo e la luce, il gesto barocco e l’intuizione fotografica, la materia scolpita e la nebbia che avvolge il paesaggio. È da questa risonanza inattesa che nasce la mostra che la Fondazione Querini Stampalia dedica a due autori lontani nel tempo ma sorprendentemente vicini nella loro capacità di trasformare l’atto del vedere in una soglia, un’apparizione, un mistero. L’esposizione prende avvio da una scoperta recente: il medaglione in marmo con volto femminile velato, ritrovato nei depositi della Fondazione e oggi riconosciuto come opera autografa di Antonio Corradini. A questo linguaggio settecentesco risponde lo sguardo contemporaneo di Luigi Ghirri, di cui sono presentate alcune fotografie provenienti dal Fondo Ghirri, lasciate in comodato alla Fondazione nel 2015 dal collezionista Roberto Lombardi. Il dialogo tra Corradini e Ghirri si fonda su questa tensione: dare corpo all’assenza, cercare un punto in cui la materia si fa immateriale e l’immagine prende corpo.
- Museo