Behnam Ali Farahzad – La carta d’identità

Informazioni Evento

Luogo
FARAHZADART GALLERY
Via Ugo Iginio Tarchetti 5, Milano, Italia
Date
Dal al

da Lunedì a Martedì dalle 21,00 alle 01,00

Vernissage
27/02/2012

ore 21

Artisti
Behnam Ali Farahzad
Curatori
Elisabetta Saura
Generi
arte contemporanea, personale, new media
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Racconti dipinti disegni video stories paintings draws video by behnam ali farahzad

Comunicato stampa

Un caprone venne circondato da un gruppetto di persone che gli chiedevano con insistenza la carta di identità, ma lui non aveva nessuna intenzione di lasciare la propria identità nelle loro mani. Allora lo presero con la forza e lo portarono in uno strano laboratorio,dove una dottoressa lo aspettava per visitarlo e fargli degli esami.
Il caprone, seduto su uno sgabello, cercò di opporre resistenza rifiutando di
sottoporsi alla visita medica. L’infermiera cercava di convincerlo, gli si avvicinava sempre di più guardandolo intensamente negli occhi per placare la sua agitazione, bisbigliando come per ipnotizzarlo.“ Ti faremo diventare un super caprone-diceva-super intelligente,super sapiente, il superman dei caproni ” . Mentre l’infermiere parlava, parlava e parlava per attirare l’attenzione del caprone, la dottoressa riuscì finalmente a sottrargli la carta d’identità sfilandogliela dalla tasca posteriore: il documento era illuminato da una luce che pioveva dall’alto.“ Lasciatemi in pace, Non voglio.non sono
la vostra cavia. Non sono il vostro caprone espiatorio.Voglio vivere la mia vita per conto mio - diceva il caprone - Non mi importa se il mio percorso è lento, lo devo ugualmente sperimentare da solo. Io non c’entro niente con voi e con i vostri super esperimenti miracolosi. Fatele su di voi le vostre sperimentazioni miracolose, i vostri studi sulla genetica. ” In disparte, una persona assiste in silenzio: composto testimone del vuoto, osserva la scena senza battere ciglio, senza dire una parola, senza intervenire.
Ascolta, guarda, rimane immobile.Non fa commenti, né positivi né negativi, non giudica né il bene né il male, ma sa già come finirà la storia.

One day a goat was surrounded by a small group of people who pressed him for his identity card.
He had absolutely no intention, though, to hand over his very own identity card.
So, they then took him by force and led him into a strange laboratory where a doctor was waiting for him to examine him. Seated on a stool, the goat tried to resist by refusing to undergo any sort of medical examination. The nurse tried to convince him, coming closer and closer towards him, looking deeply into his eyes to calm him down and whispering as if to hypnotisehim. “We’ll turn you into a Super-Goat – she said – Super intelligent, Super wise, the Superman of goats”. While the nurse went on talking and talking in order to get the goat’s attention, the doctor managed to finally get his identity card by taking it from his back pocket: the document was lit by a light that came down from on high. “Leave me in peace, I don’t want to. I’m not your guinea pig. I’m not your scapegoat. I want to live my life my way – the goat said – it doesn’t matter whether my way is slow, I’ve still got to experiment on my own. I’ve nothing whatsoever to do with you and your super miraculous experiments. Do those miraculous experiments, those on genetics, on yourselves”. To the side, there was someone listening in silence; a calm and collected witness, observing the scene without batting an eyelid, without uttering a word, without intervening. He listened, he looked and didn’t move. He uttered no comments, either positive or negative, he judged neither the good nor the bad, but knew, however, how the story was going to finish.