Artisti in residenza #3 – Studio show

Informazioni Evento

Luogo
MACRO - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA DI ROMA
Via Nizza, 138, Roma, Italia
Date
Dal al

da martedì a domenica, ore 11.00-19.00 / sabato: ore 11.00-22.00
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Da martedì a domenica dalle ore 11.00 alle ore 21.00 apertura dei cancelli (via Nizza 138 e via Reggio Emilia 54) per accedere agli spazi liberi: foyer, Hall, ristorante, caffetteria, terrazza e spazio Area.

Vernissage
15/05/2013

ore 19

Contatti
Email: macro@comune.roma.it
Biglietti

Tariffa intera: non residenti 12,50 €, residenti 11,50 €. Tariffa ridotta: non residenti 10,50 €, residenti 9,50 €.

Artisti
Kateřina Šedá, Luca Trevisani, Riccardo Giacconi, Brian Bress
Uffici stampa
MARIA BONMASSAR
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Mostra finale del programma Artisti in residenza, che per la sua terza edizione ha ospitato gli artisti Brian Bress, Riccardo Giacconi, Kateřina Šedá e Luca Trevisani.

Comunicato stampa

Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma presenta, dal 16 maggio al 21 luglio 2013, STUDIO SHOWS, la mostra finale del programma Artisti in residenza che per la sua terza edizione ha ospitato gli artisti Brian Bress, Riccardo Giacconi, Kateřina Šedá e Luca Trevisani.
Per quattro mesi, a partire da febbraio 2013, gli artisti hanno lavorato nei rispettivi studi che divengono ora spazi espositivi per mostrare e condividere col pubblico le ricerche condotte. I lavori e i progetti in mostra non necessariamente conclusi possono essere considerate ancora in forma aperta, rivelando così i passaggi fondamentali dei processi di creazione.
Il programma Artisti in residenza è il primo in Italia ad essere promosso da un museo pubblico, che diventa così centro, non solo di diffusione, ma anche di produzione culturale.

Studio #1 | Riccardo Giacconi (San Severino Marche, 1985)
Note sul progetto:
Il progetto di Riccardo Giacconi Chi ha lottato con l'angelo resta fosforescente è realizzato in collaborazione con la poetessa Maria Luisa Spaziani (Torino, 1922) ed è legato al poema-romanzo in endecasillabi Giovanna D’Arco (1990), in cui compare un linguaggio totalmente inventato dall’autrice torinese: nell’opera infatti un angelo si rivolge alla Pulzella d’Orléans parlando una lingua inesistente, un miscuglio di suggestioni latine, greche, provenzali, francesi e tedesche. Durante la residenza l’artista ha proseguito il suo lavoro sulla relazione tra letteratura e arti visive, esplorando in particolar modo le possibilità di trasporre, all’interno di uno spazio espositivo, una composizione poetica in un’installazione ambientale.
La ricerca di Riccardo Giacconi ha come oggetto di studio i linguaggi e le narrazioni, analizzati attraverso le loro modalità di trasmissione più marginali e nascoste. Alcuni degli interrogativi che guidano il suo lavoro più recente sono legati ai modi tramite cui una forma narrativa in disuso possa essere rimessa in circolazione oggi, e se essa rappresenti una forma di resistenza o di appartenenza a un determinato contesto socio-politico.
Note biografiche:
Nato a San Severino Marche nel 1985, vive e lavora a Roma. Ha esposto alla Biennale di Lione, alla Biennale di Praga, a Palazzo Reale di Milano, alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Ha all’attivo la residenza a Viafarini, Milano, e ha vinto diversi premi, tra cui il Reinaissance Arts Prize nel 2009. Nel 2007 ha co-fondato il collettivo Blauer Hase.

Studio #2 | Luca Trevisani (Verona, 1979)
Note sul progetto:
Il periodo di residenza per Luca Trevisani è stata l’occasione per effettuare un percorso di ricerca all’interno del suo stesso processo creativo. Il suo progetto è dunque una riflessione sul momento preparatorio che sottende le sue opere: il lavoro in studio – con le sue ricerche, prove e indagini celate – viene così esposto al pubblico. In mostra Identity is a cloud. Let’s write down the book of water, una serie di sculture che traggono origine dal ciclo dell’acqua e dai suoi infiniti passaggi di stato: l’acqua vista come una serie infinita di forme, relazioni e contenuti. L’artista, utilizzando la scultura in tutte le sue possibili declinazioni, ne ribalta così la concezione greca – capace di esorcizzazione la natura transitoria delle cose – per celebrare invece il mutevole e l’effimero dell’esistenza.
La sua ricerca artistica è una riflessione sulla materia, sulle sue costanti trasformazioni e sulle leggi della natura che le determinano: un racconto sulle metamorfosi delle cose e sui modi in cui gli elementi si combinano tra loro. Il suo lavoro spazia dalla scultura al video, fino a discipline come le arti performative, la grafica, il design, il cinema di ricerca e l’architettura.
Note biografiche:
Nato a Verona nel 1979, vive e lavora a Berlino. Ha esposto al ReMap KM III di Atene, al NIMK/Montevideo di Amsterdam, al MARS di Milano, al MAXXI di Roma, al Kunstlerhaus Bethanien di Berlino. Ha ricevuto diversi premi, tra cui il Premio Ettore Fico 2011, l’ISCP - New York e il Premio Furla per l’arte.

Studio #3 | Brian Bress (Norfolk, USA, 1975)
Note sul progetto:
Per il progetto di residenza Brian Bress ha realizzato dei nuovi video, dei tableau-vivant che, appartenenti a un’estetica “fai da te” – con chiari riferimenti a programmi televisivi americani e alla retorica del mondo teatrale e cinematografico –, sono animati da personaggi che, compiendo azioni apparentemente ordinarie, danno origine al tempo stesso a giocosi riferimenti popolari e ad altri più sofisticati legati alla cultura e alla storia dell’arte. In mostra Wounds and Other Drawings – una serie di video e disegni – e due lavori in relazione con l’architettura: il grande disegno su muro Roberto’s Fattura, che rappresenta un motivo decorativo dei pavimenti a mosaico di Villa Borghese, e il video su schermo piatto Nevio de Zolt’s Window, che crea una finestra metaforica sul palazzo antistante allo studio e quindi al Museo.
La sua ricerca, incentrata principalmente sul video, è strettamente legata ad una formazione di tipo pittorico e per lui i due media, apparentemente lontani, sono in realtà contraddistinti dalla stessa bidimensionalità. Nei suoi lavori fa così dialogare la natura della pittura e la fruizione dei video, esplorando i confini tra immagine e realtà, attraverso supporti quali i monitor a schermo piatto che dissimulano i video come se fossero quadri appesi alle pareti. Le sue opere divengono dei trompe l'œil, finestre su un altro mondo che l’artista può immaginare e costruire.
Note biografiche:
Nato a Norfolk (USA) nel 1975, vive e lavora a Los Angeles. Ha esposto al New Museum di New York, al Salt Lake Art Center di Salt Lake, al Wignall Museum of Contemporary Art di Rancho Cucamonga in California.

Studio #4 | Kateřina Šedá (Brno, Repubblica Ceca, 1977)
Note sul progetto:
Il progetto di residenza di Kateřina Šedá è legato alle complesse circostanze familiari che lei stessa ha dovuto affrontare dopo la nascita della figlia Julie e il successivo divorzio dal marito. L’idea iniziale avrebbe dovuto svilupparsi intorno al tema del divorzio, ma, durante i mesi di residenza a Roma insieme a Julie, il lavoro dell’artista si è invece focalizzato sul raggiungimento di un nuovo equilibrio, sia nel rapporto con la figlia che con l’ex marito. In mostra il video I’m counting to three che presenta attraverso gli occhi di Julie un’immagine che la bambina non aveva mai visto: l’artista ha invitato l’ex marito a Roma e, per la prima volta, la figlia ha avuto l’opportunità di vedere riuniti insieme il padre, la madre e il suo attuale marito.
Il lavoro di Kateřina Šedá ha come base di partenza il vissuto, l’esperienza personale, che nella sua opera si riflette non tanto in termini di narrazione aneddotica o autobiografica, quanto di ricerca quotidiana, di analisi dei problemi che la circondano e coinvolgono in prima persona, attraverso una pratica che ha molto in comune con un intervento sociale vero e proprio.
Note biografiche:
Nata a Brno in Repubblica Ceca nel 1977, dove vive e lavora. Ha esposto al Kunstmuseum Luzern, alla Tate Modern di Londra, al Mori Art Museum di Tokyo. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra cui il Contemporary Art Society Award di Londra 2009.

Roma, maggio 2013