Arte Asiatica
Due le tornate con un catalogo di più di 600 opere provenienti da collezioni private.
Comunicato stampa
Il 20 maggio asta di ARTE ASIATICA. Due le tornate con un catalogo di più di 600 opere provenienti da collezioni private. Nella prima tornata una raffinata selezione di Blanc de Chine e porcellane bianche e blu,opere giapponesi, indiane e del sud est asiatico. Per quanto riguarda il Giappone si segnalano porcellane settecentesche prodotte ad Arita con ricche montature europee, una grande coppia di vasi in ceramica laccata, due rotoli dipinti a firma Sumiyoshi ed un cospicuo numero di stampe del “mondo fluttuante”. Per l’area indiana spiccano un’elegante statua di Brahma in arenaria rossa ed un lotto di testine buddiste nello stile greco-romano, mentre per il sud est asiatico due importanti statue laccate vietnamite e diverse statue buddiste tailandesi in bronzo dorato e legno. La seconda tornata sarà interamente dedicata alla Cina. L’elemento distintivo di questa stagione sono i grandi vasi in porcellana del XVIII e XIX secolo. Fra tutti un importante vaso a decoro Imari con motivo di aquila bicipite dell’inizio del XVIII sec. e, per dimensioni e stile, spicca anche una grande vasca per pesci del XVIII sec. Numerose le coppie: ben due, costituite da grandi vasi da salone, raggiungono i 130 cm di altezza. Una coppia di vasi rouleaux presenta una preziosa decorazione di draghi a cinque artigli in azzurro, rosa, verde, giallo e rosso, mentre un’altra raffinata e rara coppia di vasi è decorata a fiori e draghi en grisaille su fondo turchese nello stile favorito dall’imperatrice reggente Cixi alla fine del XIX secolo. Notevole anche il numero dei bronzi, la gran parte dei quali ascrivibile alla produzione cinese di periodo Ming e quella tibetana dei secoli XVIII e XIX. Fra questi ultimi risaltano una grande statua di Kālachakra con Viśvamata, le ḍākīnī Siṃhavaktra e Vajravārāhī, e le coppie tantriche Akśobhya con Locanā (h 26 cm) e Vajrabhairava con Vidyādharā. Tante le giade in catalogo, oltre 60 lotti fra pendenti, nefriti bianche e celadon montate su specchi, spille, schermi da tavolo e scatole, oltre a grandi vasi in giadeite e giada spinacio. Raffinatissimo un vaso hu di un purissimo colore celadon, con anse ad anello mobile, finemente intagliato su tutta la superficie con motivi arcaistici. Infine una rara barca “dei piaceri” in avorio traforato a giorno di produzione cantonese, e un pantheon taoista in legno per altare alto più di due metri che raggruppa 21 statuette laccate e dorate prodotte attorno al 1900 e portate in Europa dai missionari di stanza a Hong Kong. Chiude il catalogo una raccolta di terrecotte policrome databili dal periodo Han al X secolo.
Lotto 454 Statuetta in bronzo dorato raffigurante Simhavaktra dakini, Tibet, secc. XIX-XX
Lotto 458 Raffinato vasetto hu con coperchio a pomolo in giada nefrite celadon con anse ad anello mobile, finemente intagliato su tutta la superficie a leggero rilievo con motivi arcaistici nello stile popolare durante la metà della dinastia Qing. La pietra di colore chiaro e uniforme. Base in legno. Cina sec. XVIII-XIX.
Lotto 471 Grande vaso con coperchio decorato a smalti Imari con motivo di aquila a due teste. Cina, Regno Kangxi (1662-1722), ca. 1700