Arrigo Rudi – L’architetto in opera

Informazioni Evento

Luogo
CHIESA DELLO SPIRITO SANTO
via Milani , Cesena, Italia
Date
Dal al

Lunedì – Venerdì 16.30 – 19.30
Sabato e Domenica – 10.00 – 13.00/16.30 – 19.30

Vernissage
04/04/2013

ore 17,30

Patrocini

Iniziativa promossa da
Università Iuav di Venezia
Sistema Bibliotecario e Documentale
Archivio Progetti

Artisti
Arrigo Rudi
Generi
architettura, personale
Loading…

Ci sono mostre che riescono a rendere l’anima del loro protagonista: non solo il suo fare, ma il suo stesso essere. Dedicata all’architetto veronese Arrigo Rudi (1929-2007), è riproposta a Cesena, dal Dipartimento di Architettura dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna.

Comunicato stampa

Ci sono mostre che riescono a rendere l'anima del loro protagonista: non solo il suo fare, ma il suo stesso essere. Dedicata all'architetto veronese Arrigo Rudi (1929-2007), è riproposta a Cesena, dal Dipartimento di Architettura dell'Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, la mostra veronese promossa dall'Università Iuav di Venezia – Sistema Bibliotecario e Documentale – Archivio Progetti curata da Valeriano Pastor, Sergio Los e Umberto Tubini con la collaborazione di Luigi Pavan, con il sostegno della Fondazione Cariverona, inaugurata a Verona nel marzo dello scorso anno nella sede museale di Castelvecchio.
La mostra si presenta integrata e riallestita da Simone Barnaba Rudi con Daniele Balzanelli, Agnese Fantini, Giovanni Poletti, Paolo Porcu, Giuseppe Risegato, Andrea Venturini e Sergio Gallina rispetto all'originaria curatela e all'allestimento veronese del 2012.

Arrigo Rudi ha insegnato a Venezia allo Iuav; allievo di Carlo Scarpa e poi suo collaboratore nel restauro e nel riordino museale di Castelvecchio (1958-1964) e nel complesso progetto per la sede della Banca Popolare (1974-1978), che porterà a termine dopo la prematura scomparsa di Scarpa nel 1978, è stato attento e puntuale osservatore dei fatti veronesi, polemista stimato (e temuto), non solo in ambito locale. In cinquant'anni di attività, tra interventi urbanistici, nuovi edifici, restauri, sistemazioni di musei, allestimenti ha realizzato ben oltre 200 opere. Soprattutto fu erede di Scarpa nell'allestire musei: per ricordarne solamente alcuni, il Lapidario Maffeiano in Bra a Verona, il Palazzo Farnese a Piacenza e il Castello di Malcesine. Ecco allora intrecciarsi, in mostra, il lavoro compiuto con Carlo Scarpa, i progetti per gli allestimenti espositivi e museali, le mostre alla Gran Guardia e a Castelvecchio, l'Expo di Siviglia, le sistemazioni museali, tra cui quelle per Santa Giulia a Brescia e per il museo Estense a Modena; i progetti per edifici pubblici e privati, il restauro di complessi monumentali. Per raccontare l'eclettico Rudi - «era un attore nato», ha rivelato il regista e fraterno amico Augusto Tretti – scorrono in mostra anche filmati tratti dalle sue personali interpretazioni nei film dell'amico regista. Non è facile che una mostra di architettura sia leggibile a tutti: questa lo è. Nella curatela della mostra si avverte la forte presenza del figlio Simone Barnaba Rudi - assieme ad alcuni dei tanti studenti-collaboratori che negli anni hanno frequentato lo studio veronese del Professore. La mostra onora l'ingegno di un uomo che cercava il dialogo e testimonia principalmente il suo personale percorso volto alla ricerca più di un modello nuovo dell’architetto prima ancora che dell’architettura stessa. In questo l'impegno di Arrigo Rudi in diverse tematiche disciplinari risulta di una chiarezza esemplare e dimostra la capacità di incarnare un nuovo ruolo dell’architetto nella società contemporanea.
La sua esperienza costituisce una pagina dell’architettura italiana, una pagina significativa e illuminante, sia per il rigore che per la coerenza dimostrata nella sua professione.
Il suo intendere l’architettura è stato profondo e sempre lontano dal clamore mediatico. Le sue idee, le sue costruzioni, che non solo testimoniano le sue acute intuizioni e le sue soluzioni chiarificatrici, attestano la profonda sensibilità verso il mondo dell’arte e soprattutto una grande capacità nel trasmettere le conoscenze dell’architettura, capacità esercitata nella sua instancabile attività di professore all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia.

La mostra, sostenuta, oltre che col supporto della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena e con la collaborazione di Ser.In.Ar., dallo straordinario contributo di Romagna Iniziative, vuole essere per quest’ultima un'occasione per una più ampia riflessione sull'architettura come sottolinea il Presidente Giorgio Tosi:
«Con il sostegno alla mostra ARRIGO RUDI l'architetto in opera, Romagna Iniziative intende dare avvio ad una concreta collaborazione con il Dipartimento di Architettura, nella prospettiva di inserirsi in una più ampia riflessione sui temi della cultura, dell'architettura e dell'urbanistica che vedono protagonista la nostra città ed il nostro territorio. In questo senso, uno dei temi di dibattito più urgenti è una riflessione profonda sul ricco patrimonio culturale della città, sui suoi musei, sulle sue collezioni e sulla loro valorizzazione, anche attraverso un percorso guidato. L'occasione della mostra – Arrigo Rudi è stato, oltre che un docente di Museografia di chiara fama, un grande museografo – sollecita una verifica ed una complessiva revisione del tema museale a Cesena. La mostra stessa, grazie al confronto diretto con altre realtà ed altri progetti, costituisce un termine di paragone autorevole».

Arrigo Rudi (1929-2007)

Nasce a Verona il 25 maggio del 1929. Il padre era medico e la madre insegnante elementare, visse i primissimi anni della propria vita nell’alto Friuli a Cimolais. Dopo soli tre anni di permanenza il padre, medico condotto del paese, in un incidente con la corriera che lo trasportava subì un forte trauma che lo condusse in poco tempo alla morte. Rimase orfano.
Da Cimolais, Arrigo Rudi tornò con la madre e la sorella Nelda ai suoi luoghi natali, Cazzano di Tramigna in provincia di Verona, dove frequentò le scuole elementari. Più tardi la mamma si trasferì con il suo ruolo di insegnante in provincia di Brescia fino all’inizio degli anni ’40, rifugiandosi nel paese dei suoi genitori durante gli anni ’43-’45. I periodi di tempo trascorsi a Cazzano di Tramigna furono momenti in cui il contatto con la civiltà contadina lo portò ad essere un assiduo frequentatore di compaesani dai quali attinse tutto quello che poteva.
Molto dotato nel disegno, già verso gli undici anni, componeva i sui quadri, la maggior parte ispirati da immagini di quei luoghi e della gente che incontrava, molti disegni, acquerelli e qualche olio.
Faceva parte di una famiglia anti-fascista e lui stesso lo fu.
Assistette nel suo paese alla fucilazione da parte dei fascisti di una donna che non aveva voluto dire dove era suo figlio. Questo fu un episodio che lo segnò molto tant’è che alla fine della guerra, all’età di 17 anni, quando si fece il processo agli esecutori di quella rappresaglia, andò a testimoniare e fu redarguito dal giudice perché si presentò al processo con i calzoni corti e le mani in tasca. Amava dire che quella fu una lezione che applicò nella sua vita come rispetto delle istituzioni e delle persone.
Intanto da Brescia la sua famiglia si trasferisce a Verona dove conclude la maturità classica.
Nel 1949 si iscrive alla facoltà di architettura di Venezia ed il proprio interesse per le arti figurative e l’architettura prende corpo. I suoi professori sono, tra gli altri, Franco Albini, Ignazio Gardella, Luigi Piccinato, Giuseppe Samonà, Carlo Scarpa. Per circa un decennio, sino al 1958, partecipa direttamente, soprattutto con opere di grafica, a molte esposizioni collettive. Due le mostre personali la prima a Verona la seconda a Odense in Danimarca.
Si laurea il 2 dicembre 1962 con una tesi dal titolo: “Progetto planivolumetrico di un nucleo residenziale nel quadro di una proposta di assetto urbanistico della collina veronese”, relatore il prof. Luigi Piccinato.
Insegna “Disegno professionale e decorazione plastica” presso la Scuola Statale d’Arte “N. Nani” a Verona dal 1962 al 1964.
Sposa con rito civile nel 1963 Sara Fracastoro. Avrà un figlio, Barnaba, nel 1968.
Nel frattempo l’attività di docenza si concentra a Venezia presso L’Istituto Universitario d’Architettura di Venezia. E’ assistente incaricato alla Cattedra di Architettura degli interni, arredamento e decorazione tenuta dal prof. Carlo Scarpa dal 1964 al 1967 e dal 1973 professore incaricato ed in seguito associato per la cattedra di Arredamento e Disegno e Rilievo. Nello svolgere tali impegni non abbandona mai l’interesse militante per l’arte. Negli anni ’70, in cooperazione con un gruppo di amici artisti fonda una piccola galleria “Linea 70” in via Cantore, 13 a Verona che ha lo scopo di promuovere, al di fuori dei fini commerciali, la conoscenza dell’arte contemporanea nella propria città.
Tra il 1970 ed il 1974 organizza numerose mostre di pittori e soprattutto scultori di grande rilievo, italiani e stranieri, intervallate da mostre dedicate alla ricerca di artisti veronesi di spiccate qualità (Per le mostre di scultura si stabilisce un interessante legame con le famose fonderie d’arte veronesi). Tra le molte spiccano le mostre di Giorgio Bellandi, Quinto Ghermandi, Sebastian Matta, Pino Castagna, Dario Tenuti, Gerardo Chevez, Leo Lionni, Pierluigi Rampinelli, Giuliano Collina, Theo Braun, Eugenio Chicano, Giulio Martinella, Gianni Meloni, Aldo Echmid, Vladislav Kavan, Emilio Vedova, etc.
Nel 1972 copre un piccolo ruolo come Gesù nel film “IL POTERE”, dell’amico regista Augusto Tretti, film rappresentato alla mostra del cinema di Venezia del medesimo anno.
E’ presidente dell’Opera Universitaria come delegato del rettore prof. Carlo Aymonino della Facoltà di Architettura di Venezia dal 1974 al 1979 anni in cui risolve le gravi tensioni tra l’opera gli studenti ed il personale interno, tensioni provocate dalla precedente gestione commissariale immobilista e clientelare.
Nel 1980 vince il concorso a cattedra ed è professore Ordinario di Allestimento e Museografia.
Da tale data è stato più volte invitato a tenere lezioni e conferenze su argomenti di restauro e museografia da Università e Associazioni culturali come visiting professor e conferenziere.
In Germania presso le Facoltà di Architettura di Darmstadt, Aachen, Karlsruhe, Associazioni Architetti della Baviera, Museo di Architettura di Francoforte, in Inghilterra presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Oxford, in U.S.A. nella Facoltà di Architettura nelle città di Philadelphya (PENN University, visiting professor per PHD program), New York (Columbia University, Tecnology Institute NY City, L.Island University), New Haven (Yale University), in Svizzera presso l'Associazione Architetti della Suisse Romane, in Francia invitato dall'Ecole d'Architetture di St.Etienne.
Sempre nel 1980 chiude con un cammeo il film documentario “ALCOOL”, sempre di Tretti, film-inchiesta finanziato dalla Regione Lombardia e dalla RAI sulla piaga dell’alcolismo, rappresentato anch’esso a Venezia.
E’ del 1983 la sua terza ed ultima apparizione cinematografica, come ingegner “Checozza”, in un corto dal titolo “MEDIATORI E CARROZZE”, sempre dell’amico regista, all’interno di una rassegna per la RAI da un progetto di Ermanno Olmi e Paolo Valmarana.
Nel 1987 riceve con Carlo Scarpa il Premio Internazionale "Architettura di Pietra" per l'edificio della Banca Popolare di Verona.
E’ stato negli anni 1991 e 1992 Direttore del Dipartimento di Scienza e Tecnica del Restauro e membro del Comitato Scientifico della rivista “EXPORRE” e della rivista d’arte “LABIRINTOS”.
Nel 1997 costituisce con il figlio Barnaba, divenuto nel frattempo anch’esso architetto, un’associazione professionale.
Muore a Verona il 25 giugno 2007.

Cenni biografici a cura di Simone Barnaba Rudi, in Arrigo Rudi Architettura, restauro e allestimento a cura di Valeriano Pastor, Sergio Los e Umberto Tubini, Università IUAV di Venezia, MARSILIO Editori 2011