Arman – Emersions

Informazioni Evento

Luogo
CARDI GALLERY MILANO
Corso di Porta Nuova, 38 , Milano , Italia
Date
Dal al

lunedì - venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Sabato su appuntamento. Chiuso la domenica.

Vernissage
16/02/2017

ore 19

Artisti
Arman
Generi
arte contemporanea, personale
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La Galleria Cardi di Milano in collaborazione con Corice Arman e l’Arman Marital Trust è lieta di presentare per la prima volta in Italia Arman: Emersions: tredici opere della serie ideata tra il 1998 e il 1999 dall’artista francese naturalizzato americano.

Comunicato stampa

La Galleria Cardi di Milano in collaborazione con Corice Arman e l’Arman Marital Trust è lieta di presentare per la prima volta in Italia Arman: Emersions: tredici opere della serie ideata tra il 1998 e il 1999 dall’artista francese naturalizzato americano.

Le Emersions segnano per Arman un nuovo rapporto tra la pittura, che pratica fin da ragazzo a Nizza, e l’oggetto, al quale dirige la sua attenzione dalla mostra Allure d’objets (Galerie Saint Germain, Paris, 1960) in poi.
Emersione è opposto a immersione: è l’atto di emergere, di uscire da un ambiente liquido e apparire in superficie – mostrandosi e manifestandosi – e i frammenti oggettuali sembrano affiorare dal fondo organico dopo un naufragio al quale hanno resistito. Come ha dichiarato Arman al tempo della loro ideazione, “molti lavori di questa serie fanno pensare a disastri naturali, come colate laviche o fiumi di fango. Ma un manufatto si trova annegato in esso, come se fosse sbagliato per l’essere umano opporsi alla natura”.
Questi Senza titolo traggono ispirazione dalla visione di un panorama umano contaminato, in quanto coperto di petrolio, inquinamento o fango. L’effetto “minerale” che la superficie degli oggetti mostra, deriva dalla patina metallica applicata a sedie e biciclette, ventilatori e annaffiatoi, etc., mentre .l’impressione di omogeneità cromatica è data dalla pittura acrilica che Arman utilizza come rivestimento o “collante”.
La serie è esposta un’unica volta alla Galerie Piltzer, Parigi, 1999, quando è anche pubblicata nel volume pubblicato in edizione limitata dove è anche definita Nec Mergitur, anche in riferimento al motto di Parigi “Fluctuat nec Mergitur” – letteralmente: fluttua ma non si inabissa.
La mostra sarà accompagnata da un libro con testi di Arman e Marcelin Pleynet, un’intervista a Corice Arman e un ricco apparato iconografico che comprende, oltre alle opere e all’artista al lavoro nel suo studio, anche le fotografie dell’allestimento a Milano.

Nato a Nizza nel 1928, Armand Pierre Fernandez mostra un talento precoce per la pittura e il disegno fin da bambino. Ispirato da Vincent van Gogh, firma i suoi primi lavori con il solo nome di battesimo e mantiene un refuso tipografico del suo nome fatto nel 1958 per il resto della sua vita. Figlio di un antiquario di mobili e di una violoncellista amatoriale, Arman assorbe fin dalla più tenera età le passioni per la musica, per il collezionismo e per il libero arbitrio. Dopo gli studi all'Ecole Nationale des Arts Décoratifs di Nizza, si trasferisce nel 1949 a Parigi per studiare storia dell'arte presso l'Ecole du Louvre. Il suo lavoro in questi primi anni si concentra sulla pittura astratta e si ispira in particolare al lavoro di Nicolas de Staël e di Serge Poliakoff. Avido lettore, Arman cerca ispirazione nella letteratura e nelle riviste d'arte, così come si arricchisce di frequenti viaggi in Europa con i suoi amici di Nizza, Claude Pascale e Yves Klein - conosciuti alla scuola di Judo della Polizia a Nizza nel 1948 dove i tre si allenano.
La sua intesa anche artistica con Klein li spinge a organizzare eventi espositivi e happening insieme, nel corso dei primi anni cinquanta e nel 1953 Pascal è testimone del suo primo matrimonio con Eliane Radigue. Influenzato lavoro di Kurt Schwitters, nel 1955 idea i Cachets, opere neo-dadaiste realizzate su carta con timbri a inchiostro, e nel 1957 le Allures, stampe che ottiene immergendo oggetti nella pittura.
Nel 1960 la Galleria Saint-Germain di Parigi gli dedica la personale Arman: Allures d’objets, dove l’artista espone per la prima volta la sua ricerca sugli oggetti. Sceglie la molla a spirale, il puntaspilli, la collana di finte perle, o il sasso di forma ovoidale "in funzione dei loro possibili percorsi su carta ... in una visione funzionalistica del mondo”. Arman non li considera per sé stessi ma, come il critico d'arte Pierre Restany scrive nel catalogo, “molto precisamente e molto lucidamente nella loro possibile progressione, nella loro potenzialità di iscrizione in uno spazio teorico. Sono fatti dinamici nella loro essenza. "
Nel giugno dello stesso anno, la galleria Schmela di Düsseldorf presenta Poubelles et Accumulations e nel mese di ottobre Iris Clert inaugura Arman. Le Plein nella sua galleria parigina. Lo spazio interno della Galerie Iris Clert è reso inacessibile dall’artista, perchè saturato di mobili, oggetti e scarti urbani, alcuni provenienti dal magazzino di Clert, altri raccolti al mercato de Les Halles di Parigi. La prima mostra fa il tutto venduto e la seconda, ideata anche come controcanto all’esposizione Le Vide di Klein (Galerie Iris Clert, Paris, 1958), porta Arman alla ribalta dell’avanguardia francese.
Egli produce nei primi anni sessanta le sue famose Poubelles (letteralmente: pattumiere) colmando contenitori in plexiglass di materiali di scarto della vita quotidiana, e da queste sviluppa le Accumulations: una collezione di oggetti simili assemblati in teche di vetro o legno, con cui l'artista mette in discussione ironicamente il comune senso del rifiuto e dell’oggetto scartato nel consumo massificato.
Due giorni dopo l'apertura di Le Plein, Pierre Restany invita Arman con gli altri fondatori del Nouveau Réalisme a firmare il manifesto del movimento: "I Nuovi Realisti sono diventati consapevoli della loro singolarità collettiva. Nuovo Realismo = nuovi approcci percettivi del reale". Per fronteggiare l'espansione industriale e il ruolo dell’oggetto nella società del consumo, i Nuovi Realisti mettono in atto una revisione del concetto di arte e di artista e i loro ruoli nella collettività del Ventesimo secolo, cercando di riaffermare gli ideali umanistici.
Il rapporto di Arman con gli oggetti è sempre stato molto preciso nella volontà di rimuovere la loro funzione materiale sottoponendoli a una trasformazione. Attraverso il loro sezionamento, la combustione o la scomposizione, la loro unica finalità diventa quella tipica dell’opera d’arte "di nutrire la mente".
A partire dalla metà degli anni sessanta Arman compie numerosi viaggi negli Stati Uniti e in particolare a New York, in occasione di mostre personali e collettive, cominciando presto a considerare la città come la sua seconda patria. Dopo anni di soggiorni prolungati, si stabilisce in un loft e nel 1973, un anno dopo il suo secondo matrimonio a Nizza con Corice Canton, è naturalizzato americano.
Mentre continua il suo lavoro di ricerca in studio, dove negli anni produce diverse serie importanti di opere plastiche e pittoriche – da Colères a Fragmentations, da Hard and Soft a Sandwich Combos, per citarne solo alcune – Arman si dedica anche alla scultura monumentale. Oltre all’Anfiteatro che si trova nel Parco Sempione a Milano, ideato nel 1973 in occasione della XV Triennale, dal 1975 al 1983 l’artista realizza Long Term Parking su commissione della Fondation Cartier. Nella sede di Jouy-en-Josas, alle porte di Parigi, Arman porta a termine un’accumulazione di sessanta automobili immerse nel calcestruzzo, per un’altezza di circa 18 metri.
Dopo aver lavorato a disegni e fotografie, sculture e dipinti, mobili e gioielli, edizioni e libri d’artista, sperimentando sempre nuove tecniche e materiali differenti fin dai suoi esordi negli anni quaranta, la sua attività prosegue negli anni Ottanta e Novanta, e Arman entra nel nuovo millennio quale artista di successo e di fama globale – avendo partecipato a esposizioni collettive di risonanza mondiale, da "The Art of Assemblage" (Museum of Modern Art, New York, 1961) e "The New Realists," (Sidney Janis Gallery, New York, 1962), a "The Rhyme and the Reason: Selections from the Menil Family Collections" (Grand Palais, Paris, 1984) e "Zero und Paris 1960," Galerie der Stadt Esslingen, Esslingen, 1997).
Decorato Chevalier de l'Ordre du Mérite dal presidente della repubblica francese Georges Pompidou nel 1972 e Commandeur des Arts et des Lettres nel 1984 dal Ministro della Cultura francese Jack Lang, nel 1987 riceve la Légion d’Honneur e muore a New York il 22 ottobre 2005.

Con questa mostra, la Cardi Galleria conferma ancora una volta il suo interesse per artisti storici nazionali e internazionali.