Arianna Arcara – Carte de visite

Informazioni Evento

Luogo
SOCIAL HOUSING
via Priocca 3 Porta Palazzo, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Il laboratorio fotografico sarà aperto giovedì, venerdì e sabato, ore 10-13 e 16-20

Vernissage
16/09/2014

ore 18-20 inaugurazione del progetto e dello spazio

Contatti
Telefono: +39 3923388560
Email: cartedevisitestudio@gmail.com
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Arianna Arcara
Curatori
Roberta Pagani
Generi
arte contemporanea, presentazione, serata - evento

Nopx presenta “Carte de visite” di Arianna Arcara, progetto vincitore del bando C.A.P. 10152 della Compagnia di San Paolo.

Comunicato stampa

Carte-de-Visite - Arianna Arcara
Artista vincitrice del bando della Compagnia di San Paolo C.A.P. 10152
Progetto di residenza di artista nell’housing sociale di Porta Palazzo, Torino

A cura di Roberta Pagani
dal 15|09|2014 al 15|11|2014

Alla richiesta sollevata dal bando di interagire con la popolazione di Porta Palazzo è stato spontaneo rispondere con una domanda:”Quale il modo più coerente per entrare con discrezione e integrarsi nella complessità umana e sociale del quartiere?”
E’ seguita la riflessione:”Sviluppare un progetto attorno al tema dell'habitat - inteso come casa ovvero insieme degli elementi ambientali, sociali e culturali che caratterizzano un insediamento urbano, in questo caso domestico e famigliare - richiede l'intromissione in un contesto molto riservato preservando eppure includendo la dimensione privata della sua natura abitativa”. Eludendo una prima proposta che non espletava un dialogo orizzontale, ma restava in qualche misura ‘invasiva’, quella cioè di entrare nella vita degli abitanti esplorandone lo statuto intimo e documentandone le forme e la sostanza, si è deciso di intraprendere un diverso approccio.
Con un sostanziale cambio di prospettiva, il nucleo del progetto proposto prevede un ribaltamento di ruoli: la residenza (in senso fisico) è messa al centro, punto di partenza e non d’arrivo. La casa, che per tre mesi ospiterà l’artista, si trasforma nel luogo entro cui stabilire un processo di interazione con il quartiere; le sue porte saranno aperte agli abitanti e il suo interno allestito nella forma di un laboratorio di fotografia. La casa/residenza diventa la sala di posa entro cui offrire gratuitamente un servizio di istantanee e ritrattistica, secondo quella lunga tradizione brevettata già nell’Ottocento dai pionieri del mezzo fotografico come strumento di massa e non più elitario (prima Disdéri, e poi Nadar nel 1854) che intesero lo scatto fotografico nella sua accezione di carte-de-visite per un pubblico più o meno esteso.
Il medium tra i media, la fotografia, che oggi ha superato la sua accezione autoriale con il sopravvento del digitale - dagli smart phone ai selfy che imperversano sui social su scala globale - si ripropone come strumento autentico di indagine e conoscenza per documentare, e insieme tracciare, una mitologia visiva di storie reali. Fototessere, primi piani per documenti, ritratti di famiglia, album ricordo saranno prodotti per essere conservati o inviati a conoscenti, amici, parenti d’oltreoceano.
Attraverso un processo di avvicinamento, volto a soddisfare un bisogno offrendo un servizio, s’intende innescare un format partecipativo di scambio per aprire un dialogo tra l’artista e gli abitanti del quartiere, invitati a interagire con il progetto in maniera attiva e consapevole.
La documentazione fotografica si traduce in agente storiografico e sociale di tutto quel materiale umano che abita il quartiere, fatto di tracce vive e vitali.
Dentro lo studio fotografico l’artista organizzerà il suo spazio di lavoro: nella sala posa creata si svolgeranno, oltre al quotidiano servizio di foto pubbliche, workshop per ragazzi, invitati a loro volta a sperimentare il lavoro del fotografo all’interno delle loro abitazioni. Con un capillare meccanismo di attivazione partecipata si collezionerà un archivio composito e multiforme che si muove su un duplice livello: la residenza che si apre al pubblico, esperendone la quotidianità, e il pubblico che porta l’esperienza della residenza nel proprio nucleo abitativo personale.
L’obiettivo perseguito è di costruire, attraverso tante e diverse tessere (o meglio, ‘fototessere’), un macro ‘album di famiglia’, quello del quartiere di Porta Palazzo, che potrà trovare forma compiuta nella produzione di una pubblicazione pensata e regalata a tutti coloro che vi avranno preso parte.

Roberta Pagani