Architettura nel teatro dell’assurdo
In esposizione oltre quarant’anni di lavoro. Il percorso si snoda a partire dal periodo della formazione con un progetto per la metropoli contemporanea, Pattern metamorfico per la città.
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Informazioni
- Luogo: EMBRICE
- Indirizzo: Via Delle Sette Chiese 78 - Roma - Lazio
- Quando: dal 16/05/2013 - al 06/06/2013
- Vernissage: 16/05/2013 ore 18
- Curatori: Carlo Severati
- Generi: architettura
- Orari: dalle 18.00 alle 20.00. Domenica chiuso.
Comunicato stampa
ARCHITETTURA NEL TEATRO DELL’ASSURDO.
CINA CONFORTO: TEORIE, ARCHITETTURE E RESTAURI 1966-2002
A cura di Carlo Severati.
Catalogo a cura di Silvia Nicolucci, per i tipi della Aracne editrice. Allestimento di Carla Corrado.
Inaugurazione: giovedì 16 maggio 2013, dalle ore 18.00 alle 22.00.
Dal 16 maggio al 6 giugno 2013. Orario: 18.00 - 20.00. Chiuso domenica e festivi.
Giovedì 16 maggio 2013, presso la Galleria Embrice, si inaugura una mostra dedicata all’attività dell’architetto Maria Letizia (Cina) Conforto. In esposizione oltre quarant’anni di lavoro
L’architettura, letta nella sua storia e nel suo evolversi, degradarsi ed essere restaurata, costituisce per Cina Conforto testimonianza dei più generali temi della metamorfosi e della dialettica fra infinito, indefinito e finito: “il disegno e lo stesso manufatto si trasformano nel tempo e nell’uso, per il decadere dei sistemi componenti, per il confronto col contesto, per le variazioni della natura in un continuo processo di metamorfosi di luci, ombre, riflessi, per il moto degli elementi, per la presenza dell’uomo”. E ancora: “in termini matematici anche l’immensamente grande corrisponde a un sistema finito, ma spesso si attribuisce il concetto di infinito all’indefinito in quanto senza limiti. Ma se solo il nulla può definirsi realmente infinito in quanto senza limiti, nello spazio il limite che definisce l’infinito può essere superato dall' immaginazione che diviene così un possibile strumento non solo di progetto, ma anche di indagine e di conoscenza: attribuisce il concetto di infinito all’indefinito”.
L’operazione di progetto interposta fra materia e forma, nel restauro e negli allestimenti permanenti, come nella copertura dell’Arco di Costantino o alla Crypta Balbi, attinge alla stessa cosmogonia; i suoi interventi, dal dettaglio all’insieme, sono caso per caso nuovi, supportati dalla fantasia e non riconoscibili come citazioni di esempi. Dettagli costruttivi nei quali sempre la qualità architettonica gareggia con l’elevatissimo interesse del bene culturale. Una personalità ironicamente attonita, come appunto in un teatro dell’assurdo, di fronte alla scarsità dei risultati che la mancanza, e il cattivo uso di risorse e cultura consentono di ottenere per il miglioramento della qualità della vita, rispetto alle energie profuse nella ricerca e nel progetto.
G.L.D.L.
