Antonio Molinari
Antonio Molinari espone opere informali degli Anni ’60.
Comunicato stampa
Il percorso informale
Antonio Molinari ha attraversato tutto il ventesimo secolo vivendo la sua attività principale di scenografo alla Scala di Milano. Attraverso la sua poliedrica attività artistica ha prodotto acquerelli e dipinti che spaziano dalle prime produzioni antropomorfe all’informale, con qualche opportunità nell’ambito dell’arte geometrica.
L’amore per il colore lo ha portato a comporre dipinti espressionisti in cui l’esuberanza cromatica conferisce un tocco vitale e sensoriale alle sue opere.
Se pensiamo che i suoi acquerelli informali, le sue tecniche miste, i suoi oli, i suoi collages sono in gran parte eseguiti dopo il secondo dopoguerra, bene si accordano con il mondo distrutto che lo circondava.
I bombardamenti distruggevano l’ordine costruttivo dell’uomo riducendo tutto in macerie, che rappresentavano un ritorno all’entropia, al disordine, all’informale. Ecco perché trovo coerenza nella scelta estetica adottata da Antonio Molinari nelle sue opere, esperienza che l’artista ha adottato fino alla fine.
I rapporti empatici che intercorrono fra le varie parti dei suoi dipinti (siano essi tra superfici cromatiche, fra linee spesse in nero, fra trasparenze acquerellate o tra densità materiche), conferiscono alle opere una coerenza logica, anche quando gli elementi di razionalità espressiva tendono a scemare.
Sempre viva rimane l’accensione cromatica che in qualche misura ci attira verso i suoi dipinti, volendo Antonio Molinari mostrarci una realtà diversa da quella delle sceneggiature teatrali cui era abituato per lavoro; fondali che fungevano da supporto realistico alle attività canore e interpretative che si svolgevano sul palco.
Una volta trovata questa sua nuova realtà creativa egli vi si è dedicato con grande onestà intellettuale, raggiungendo risultati interessanti e meritevoli.
Silvano Battistotti