Antonio Gregorio Maria “Fester” Nuccio – Mignon
Personale di Antonio Gregorio Maria “Fester” Nuccio.
Comunicato stampa
Arèa si trasforma in una pinacoteca con “Mignon”, la personale di Antonio Gregorio Maria “Fester” Nuccio, a cura di Danilo Maniscalco. Una mostra da non perdere nella storica piazza Rivoluzione di Palermo, dal 28 dicembre al 14 gennaio, in cui l’artista stuzzicherà i molteplici appetiti voyeuristici.
Il desiderio dell’artista palermitano di tornare ad esporre nella città natale, dopo l’ultima sua personale del 2017 "Rosalia e i gioielli del mare” curata da Maria Antonietta Spadaro, trova il giusto contenitore in un luogo urbano dalla notevole carica identitaria: Arèa di Giovanni Lo Verso in quella piazza Rivoluzione, spazio sociale in cui la movida del centro storico e i flussi turistici incrociano in piena osmosi l’offerta culturale dello spazio polifunzionale della galleria palermitana.
Nel contemporaneo e dinamico spazio saranno esposti una moltitudine di nuovi “tipi nucciani”: 178 dipinti di vario ma piccolo formato e due dittici; tutti oli su tela, il cui fondo è spinto ancora una volta in quel buio assoluto e sospeso dell’acrilico nero delle narrazioni a cui l’artista ha già da tempo abituato il fine palato di collezionisti e suoi fan.
“Mignon” si inaugura il 28 dicembre alle ore 18.00 a piazza Rivoluzione 1, Palermo.
La mostra sarà fruibile da martedì a sabato dalle ore 11.00 alle ore 19.00 e la domenica dalle 12.00 alle 17.00 prenotandosi al numero +39 338 888 7303.
Nel rispetto delle norme anti-Covid vigenti, i visitatori dovranno essere forniti di Green Pass.
L’ESPOSIZIONE
Si snoda nella sala espositiva del piano primo di Arèa in cui si alterneranno centinaia di volti femminili e maschili, sante e personaggi storici, coppie di amanti e coppie di lussuriosi e lussuriose che attendono di mostrarsi per quel che rappresentano: istantanee di condivisione di passioni e pulsioni antropiche.
Qui, letteralmente appese al tessuto di broccato proveniente da Modena, si staglieranno la maggior parte delle opere per dar spazio nelle restanti pareti ad alcuni gruppi tematici di opere che l’artista ha realizzato poco prima della mostra e ai due dittici dedicati al lusso e la voluttà della Belle èpoque, ritraenti per la prima volta insieme in chiave di antitesi: Donna Franca e Ignazio Florio da un lato e dall’altro Ernesto Basile e Donna Ida Negrini Basile. Tutti e tutte “icone” della città felice, nel passaggio tra Otto e Novecento, capaci ancora di stupire e stimolare la curiosità di artisti e soprattutto di curiosi.
Conclude idealmente l’esposizione una video-installazione di Carlotta Grasso, inerente l’attività pittorico-ludica di Nuccio.
IL CURATORE
«La mostra - spiega il curatore Danilo Maniscalco - il cui titolo tradisce già la dimensione micro e particellare delle opere che saranno esposte, rappresenta, nell’idea dell’artista, un tributo al bisogno di leggerezza e frugalità sempre più necessarie dopo quasi due anni di crisi pandemica che ha cambiato molte delle nostre abitudini sociali, ma non i nostri bisogni primari. Scherzare, amare, scoprire e sperimentare, continuano ad essere attività sensoriali indispensabili persino oltre l’abbrutimento imposto da mascherine e distanze. “Mignon” vuole rappresentare il desiderio concreto di evasione da una realtà a tratti distopica che ha cancellato il contatto, ma non il suo bisogno di; ha condizionato e limitato le nostre abitudini sociali e culturali, ma non il nostro desiderio di libertà, di evasione e soprattutto di condivisione. Nelle 180 opere qui esposte si sublima una narrazione incoerente di fatti e personaggi slegati l’un l’altro, ma tutti uniti dal medesimo impeto creativo e dalla medesima volontà di stupire attraverso il gioco, l’armonia e quei virtuosismi decorativi tipici dei personaggi nucciani, capaci di animarsi sotto forma di presenze familiari in accordo con le nostre aspettative. Può una mostra temporanea di due settimane aiutarci ad alleggerire lo status di galleggiamento e assenza di certezze tipico dell’era Covid che stiamo tutti comunque vivendo insieme? La risposta la daranno ancora una volta pubblico, critici e collezionisti, a noi tocca altresì metterci la faccia col medesimo slancio emotivo di sempre malgrado restrizioni e imprevisti che svuotano ancora le nostre sale espositive di quella preziosa linfa vitale rappresentata dal capitale culturale umano”.