Antonino Busa’ – Amen disse nel frattempo

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO FLUIDA
campo san Tomà San Polo 2865 Venezia, Venezia, Italia
Date
Dal al

ore 10-20

Vernissage
18/02/2012

ore 18.30

Artisti
Antonino Busa\'
Generi
arte contemporanea, personale
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L’autoritratto e’ un santo martire che urla su un prezioso sfondo dorato come in un’antica icona, o come nelle maschere fisiognomiche di Leonardo e Franz Xaver Messerschmidt.

Comunicato stampa

Si invita signoria vostra a partecipare alla prima esposizione personale dell' artista Antonino Busà. Ecco come viene presentata l'esposizione dalla critica Vallese Gloria facendo un percorso analitico delle opere: "Effimero se (resina su specchio, 30 x 30 cm) è l'opera chiave di questo progetto per Fluida: un'idea scultorea che dissolve un volto fra tutti di speciale importanza, quello stesso dell'autore, in una maschera eterea, in un fluido trasparente che racchiude il vuoto. Gli occhi chiusi, le labbra serrate di Effimero se alludono alla maschera, precisamente alla maschera funebre, a quei calchi di cera ricavati dai volti dei defunti che sono alla base stessa della storia del ritratto. Andando abbastanza indietro nella storia, troviamo infatti il ritratto-maschera, radicato in quel desiderio universale e struggente di fissare le forme del volto umano, di preservarlo, di fissarlo prima che venga dissolto dalla corsa deformante del tempo, "quell'abisso nel quale siamo lanciati", come Proust lo definiva. Altri elementi di questa iconografia alludono ai fluidi, all'aria, all'acqua, alle nubi: il volto-maschera sembra racchiudere una vasta estensione di cielo, di aria chiara, pulita e libera, ma anche di vuoto, un vuoto ampio e un po' vertiginoso. Nella serie in corso degli 86 autoritratti, l'ossessione del volto che muta si esprime attraverso la ripetizione e la variazione. Nelle metamorfosi, nelle citazioni, nell'insistenza, il sè dell'artista appare e scompare, diventa persistente solidificandosi nelle più varie incarnazioni: il divo anni '70, la foto segnaletica, il filosofo, il mito, il mostro, l'ostaggio, l'eroe; a volte, l'autoritratto è un santo martire che urla su un prezioso sfondo dorato come in un'antica icona, o come nelle maschere fisiognomiche di Leonardo e Franz Xaver Messerschmidt.

In altre opere, il volto è un doppio, che appare nell'improvvisa fluidificazione di un altro ritratto, come nella bella effigie femminile di Nell'attesa che ritorni, ancora dalla serie Contrapponibili Ossimori. In altri progetti, il delicato, intimo, prezioso ritratto di sè è affidato al pubblico, in un tantalizzante gioco alla soluzione-dissoluzione, come quello proposto nell'opera interattiva Nel frattempo-di...se, composta di 100 tasselli lignei scomponibili e ricomponibili. Nelle dimensioni e nell'impatto scultoreo di questi frammenti, la frantumazione e derealizzazione del sè viene comunicata in un modo ancora diverso: il volto scomposto, perduto e ritrovato, esiste in una dimensione surreale, con una risonanza vaga di Dalì atomico e delle sue fisionomie giganti parcellizzate e disperse nei cieli. ll fascino complessivo del progetto per Fluida sta nell'aprirci un varco su una messa a punto in corso, coi suoi spessori sviluppabili, con il suo notevole radicamento nel cuore stesso di alcuni dei maggiori temi dell'arte Occidentale: il volto, appunto, il sè, l'identità: motivi centrali, fra i più intimi, cari e temuti, capaci di accomunare l'artista e il suo pubblico in un forte legame emozionale, nel segno di una comune ansia non detta, che queste opere hanno il merito di dichiarare e portare in luce." Gloria Vallese Docente di Storia dell'Arte Accademia di Belle Arti di Venezia