Antonello Scotti

Informazioni Evento

Luogo
NAMI GALLERY ART & DESIGN
Via Carlo Poerio 9 , Napoli, Italia
Date
Dal al
Vernissage
19/12/2022

ore 16

Artisti
Antonello Scotti
Curatori
Maria D’Ambrosio
Generi
arte contemporanea, personale
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‘I kammara tu kerù ti pai leggia leggia’, titolo della mostra, è in grecanico, lingua ellenofona parlata nelle zone della Bovesìa, Calabria ionica del sud: ‘la stanza dove il tempo va piano piano’

Comunicato stampa

Lunedì 19 dicembre 2022, dalle 16 alle 20, N A M I galleria d’arte e design è lieta di inaugurare la personale dell’artista Antonello Scotti.
Sarà presente l’artista.

‘I kammara tu kerù ti pai leggia leggia’, titolo della mostra, è in grecanico, lingua ellenofona parlata nelle zone della Bovesìa, Calabria ionica del sud: ‘la stanza dove il tempo va piano piano’.

Il lavoro artistico in mostra rappresenta “il tentativo di tracciare una stradina dove darsi il tempo di pensare a piedi, divincolandosi così dalla tragedia immane che viviamo dove il tempo è imposto in forma di agenda, scandito per lo più da cose da consumare”.

La scelta del grecanico nasce da una necessità interiore: Intende dar voce ad una lingua che ora è rappresentanza di una ‘minoranza’ ma che, nel suo ostinato tramandarsi ad oltranza - da millenni-, costituisce il diritto naturale di presenza in queste terre di una fonìa della Grecia antica, cultura del porsi domande, del vivere lo stupore delle cose, quale tempo-quale spazio, del Mediterraneo-immensità che tiene insieme popoli e culture, dei ‘dissòi lógoi’, sostanza prima di un crasi tra culture differenti.
I lavori, realizzati dal 2002 al 2022, esaltano il tempo declinato nella sua dilatazione spaziale e temporale: matite su carta, immagini fotografiche, alcuni vetri sgraffiati, opere realizzate tra Dongo, in provincia di Como, Locri in provincia di Reggio di Calabria e i Campi Flegrei, in provincia di Napoli.
Le opere esposte creano un dialogo-legame ctonio tra territori lontani e, seppur realizzati in anni e luoghi differenti, delineano un filo continuo di studio che inizia dalla metà degli anni 90 a Dongo, crescendo in silenzio, in un lento vagabondare tra dimensioni temporali diverse, tra le latenze che occupano lo spazio e i luoghi dell’agire umano.

Su alcune carte le matite, di varia morbidezza, trasformano la superficie della stessa in un’altra materia, trasformandole in proplasmi, disegnando su di esse alcune parole greche.
Parole come αλήθεια e αλητεία, verità e errare: un vagabondaggio.
Indicano la significazione antinomica, nonché oppositiva e contraddittoria, delle parole attraverso cui elaboriamo i nostri pensieri; la stabilità della verità viene messa a confronto con la fragilità dell’erranza, dello spostarsi di continuo. E l’altra faccia della verità infine è la sua fluidità, la sua transitorietà, la sua impermanenza.

Il trittico fotografico è un omaggio all’orizzonte storico della Calabria ionica, la spiaggia antistante a Locri Epizefiri: un Luogo che dà il titolo alla mostra, dove la ‘stanza del tempo che va piano piano’ è la condizione dell’uomo che oggi più che mai necessita di andare lento, di potersi soffermare a guardare il mondo, proprio su quella linea dell’orizzonte per arricchirsi, e crescere, inseguendo il segno che collega determinato e indeterminato, finito e infinito. Le altre immagini riprendono un orizzonte di isole e rocce innestate in un’aria rarefatta, composta da toni tenui e leggeri, dove l’occhio è invitato a cercare un tempo non urbano, non accelerato, semplicemente disponibile.
Una immagine di un osso incrinato che si staglia su un fondo neutro, intitolato traumtrauma, è un’icona- sintesi dello sfaldamento inesorabile dell’uomo.

Un dittico composto da due cornici circolari con su scritto ‘Questo paesaggio ‘ si ispira al libro “12 volte la carta” di Valerio Magrelli: Antonello Scotti ne ha estrapolato la prima e l’ultima parola, costruendo un’opera dal forte valore evocativo, ove il paesaggio è tutto ciò che immaginiamo.
Il paesaggio è un interstizio di tempo, una multidimensionalità dove noi tutti siamo invitati a dialogare con l’Altro da noi.
Le parole, scritte a mano, sono realizzate su vetro con la tecnica della sgraffiatura del vetro, con matite al carborundum e punte diamantate.
Altri cinque vetri, tutti realizzati con la stessa tecnica, nominano i toponimi di alcuni paesi, tracciando una ‘cartografia poetica’: Elea, S.Angelo in Formis, Boscotrecase, Massa Equana, Minturno.

Una breve traccia video su cui scorre la frase “lasciarsi accadere” è un momento di ulteriore raccoglimento con sé e con lo sguardo che ognuno di noi elabora per stare al mondo. Su un ripiano “Un uomo solo”di Pirandello , libro- compagno di viaggio dell’artista da sempre.

Il dialogo testuale, con Maria D’Ambrosio, rivela e disvela il vagabondare dell’artista:
“L’invito - a entrare, a farsi parte, insieme, di un paesaggio che somiglia a tanti luoghi come quelli del nostro comune girovagare - è del poeta che ha messo mano e occhio e ingegno e tempra da acuto ricercatore a piccole cose perché mutassero in altra forma e potessero sottrarsi al vuoto di senso cui talvolta può sembrare di essere destinati senza ritorno. Così ci pare di abitare e vivere quel paesaggio, attraverso il gesto poetico del giocare, del passeggiare, del respirare e persino dell’avventarsi, e scoprire come tutto sia così semplicemente necessario a che si possa tornare a gioire del farsi sapientemente operosi”.

Alle 18.30 Antonello Scotti presenterà il Quaderno d’artista, realizzato in occasione della mostra e stampato in fine art in tiratura limitata, oltre che in edizione in tiratura digitale, di NAMI edizioni, concept dell’artista, che da anni si interessa al libro fotografico, come dispositivo vivo e dinamico.